Si conclude con un’archiviazione l’inchiesta che aveva coinvolto venti persone tra cui il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Cerea Banca, altri dirigenti della banca e alcuni imprenditori. Tutti erano indagati in relazione all’erogazione di finanziamenti concessi per l’acquisto delle società calcistiche Carpi e Livorno.

Il giudice per l’udienza preliminare Luciano Gorra ha dichiarato il “non luogo a procedere”, stabilendo che non sussistono elementi per andare a processo. Le accuse principali erano di appropriazione indebita, abuso d’ufficio e riciclaggio.

Le due operazioni finanziarie al centro dell’inchiesta

L’inchiesta riguardava due distinti finanziamenti concessi tra il 19 agosto e il 3 settembre 2020:
1. Un mutuo da 900mila euro concesso a una cordata di imprese interessate ad acquisire la società Carpi FC.
2. Un finanziamento da 1 milione e 100mila euro erogato a quattro imprenditori, finalizzato ad acquistare il 69% delle quote del Livorno Calcio.

Secondo l’accusa, i beneficiari dei prestiti non avrebbero avuto le necessarie garanzie finanziarie. Tuttavia, il giudice ha stabilito che i soggetti erano stati valutati come solvibili, e che l’erogazione dei prestiti era avvenuta nel rispetto delle normative bancarie. Le difficoltà nel rimborso sono state attribuite a cause esterne, in particolare la mancata iscrizione delle squadre ai rispettivi campionati.

Esclusi i reati: niente collusione, né riciclaggio

Il giudice ha escluso qualsiasi collusione tra i dirigenti della banca e gli imprenditori. Anche la Banca d’Italia, che aveva svolto accertamenti, non ha rilevato anomalie gravi negli affidamenti concessi.

Per quel che riguarda il reato di appropriazione indebita sarebbe inoltre dovuta partire una denuncia direttamente da Cerea Banca 1897 per avviare un processo penale, cosa che non si è mai verificata così come nemmeno la richiesta di costituzione di parte civile. Da qui la decisione di non luogo a procedere e l’assoluzione per il reato di autoriciclaggio. Tutti gli indagati sono stati quindi prosciolti.

La difesa

Il collegio difensivo è stato particolarmente ampio, con la presenza degli avvocati Gonzato, Greco, Marcello, Marchesini, Pennacino, Gomiero, Proto, Maccagnani, Bondardo, Giberti, Menon, Garuti, Avanzi, Grilli, Zurina, Morelli, Bruna, Aliprandi e Berra.

Conclusione: dopo mesi di indagini, il tribunale ha stabilito che nessuno ha commesso reati, chiudendo definitivamente il caso.

 

 

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