Avviare azioni per tutelare la biodiversità all’interno dell’Oasi del Brusà e preservare il patrimonio ambientale di un’importante area verde, caratterizzata da un alto valore naturalistico ma anche da una grande vulnerabilità.
Questo è l’obiettivo del progetto promosso dal Comune di Cerea, in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Veronese e l’Associazione naturalistica Valle Brusa, che ha ricevuto un finanziamento di oltre 78mila euro dalla Regione Veneto.
Grazie a questo contributo, l’amministrazione comunale attuerà diverse misure mirate a ripristinare i livelli idrici originali del laghetto, sostituire le antiche chiuse risalenti al 1996 e limitare la diffusione delle specie esotiche che stanno compromettendo l’habitat del parco.
Il sindaco Marco Franzoni sottolinea che l’Oasi del Brusà «è un prezioso scrigno di biodiversità per il nostro territorio. Un patrimonio riconosciuto dalla Regione Veneto che necessita di essere valorizzato, per ripristinare gli ecosistemi naturali esistenti e contribuire così a mitigare gli effetti del cambiamento climatico».
Luoghi come l’Oasi del Brusà, continua l’assessore all’Ambiente Lara Fadini, «sono fondamentali per il territorio, grazie alla loro elevata capacità di immagazzinare carbonio, rendendoli alleati preziosi nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Il progetto che intendiamo attuare ha come primo obiettivo il ripristino dei livelli idrici originari del laghetto, chiamato “sguazzo”, attualmente caratterizzato da un forte interramento dovuto all’accumulo di sedimenti avvenuto nel tempo».
L’assessore Fadini evidenzia: «Il riconoscimento ricevuto da questo progetto è frutto dell’impegno e della dedizione del presidente dell’associazione Oasi Naturalistica Roberto Pollo, del professionista in Scienze forestali ed ambientali Giovanni Bombieri e dello studio PromoS Promozione Sviluppo, a cui esprimiamo il nostro sincero ringraziamento per la collaborazione».
L’intervento permetterà di ricreare le condizioni favorevoli per la crescita e lo sviluppo della vegetazione palustre tipica, in particolare di canneti, cariceti e lamineti. Il primo passo consisterà nella risagomatura dell’alveo, con fondali diversificati per favorire la presenza delle diverse specie di uccelli acquatici, garantendo loro l’habitat ideale per alimentarsi e nidificare.
Il secondo intervento prevede la sostituzione delle quattro chiuse datate 1996, alcune delle quali non funzionanti, con quattro nuovi manufatti regolatori dotati di sistemi di telecontrollo e sensori per il monitoraggio in tempo reale dei livelli idrici minimi vitali.
Il terzo obiettivo del progetto mira a garantire il contenimento delle specie esotiche, in particolare il gambero rosso della Luisiana e la tartaruga palustre, che stanno danneggiando l’habitat dell’Oasi del Brusà, favorendo la ricolonizzazione da parte degli invertebrati acquatici e della fauna ittica tipica del luogo.
Con iniziative come questa, conclude l’assessore Fadini, «vogliamo valorizzare i polmoni verdi della nostra città, rendendoli sempre più accessibili anche in un’ottica di turismo sostenibile. È fondamentale proteggere e ripristinare la biodiversità al loro interno, lavorando sui percorsi e le visite per promuovere le caratteristiche di un territorio veramente suggestivo».
Foto: a sinistra, l’Oasi del Brusà ; a destra , il presidente dell’associazione Oasi Naturalistica Roberto Pollo a sinistra ; l’assessore all’Ambiente Lara Fadini; l’esperto in Scienze forestali ed ambientali Giovanni Bombieri
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