Premessa
Il sindaco di San Giovanni Lupatoto e la giunta comunale avevano già espresso contrarietà al progetto che prevede di bruciare 100mila tonnellate all’anno di fango essiccato.
«A Ca’ del Bue non deve essere riattivato l’inceneritore: lo stabilisce il Piano Regionale dei Rifiuti e lo aveva ribadito ufficialmente e con forza la nostra Giunta con un’apposita comunicazione urgente, nella seduta del 21 novembre, a tutela della salute dei cittadini di San Giovanni Lupatoto» – ricorda il sindaco Attilio Gastaldello.
«Infatti, – continua il sindaco – nascosto dietro la foglia di fico del “recupero energetico” Agsm-Aim intende bruciare 100mila tonnellate all’anno di fango essiccato. La nostra Amministrazione ha ancora pendente un ricorso al Consiglio di Stato contro il progetto di ammodernamento di Ca’ del Bue e di sicuro non accetteremo che si torni a riparlare di inceneritori e di progetti per bruciare i rifiuti nei forni in un luogo che è totalmente inadatto per la vicinanza a centri cittadini».
Agsm-Aim e Regione Veneto
La struttura è di proprietà di Agsm-Aim e l’azienda ha chiesto nello scorso mese di ottobre l’autorizzazione alla Regione Veneto per attivare il nuovo stabilimento.
Ed è proprio alla Regione Veneto che il tecnico nominato dal sindaco ieri, martedì 30 gennaio, per valutare il progetto di impianto di essiccazione e combustione dei fanghi organici di Ca’ del Bue, invierà le proprie valutazioni nella speranza che l’autorizzazione venga negata.
L’assemblea pubblica contro Ca’ del Bue.
È infatti forte il dissenso contro l’impianto che Agsm-Aim intende attivare. Un dissenso anche agguerrito come si è visto giovedì scorso, 25 gennaio, alla baita degli alpini di Via Monte Pastello, a San Giovanni Lupatoto, nella serata informativa organizzata dal Comitato lupatotino contro Ca’ del Bue.
Una serata che ha visto la presenza di oltre 200 cittadini e in cui il sindaco Gastaldello si è trovato in sintonia con il comitato.
«L’inceneritore di Ca’ del Bue è una nuova fonte di inquinamento dell’aria. – ha dichiarato Gastaldello – Invece di porre in essere azioni per ridurre l’inquinamento atmosferico, adeguandosi alle continue raccomandazioni europee, lo si vuole aumentare. È una scelta incomprensibile».
Scelta contro cui il sindaco di San Giovanni Lupatoto intende lottare, auspicando anche nell’aiuto degli Amministratori di San Martino Buon Albergo e Zevio, ovvero degli altri territori vicini a Ca’ del Bue.
Il mondo al contrario – direbbe il generale Vannacci.
Anche se l’aiuto più sostanziale a Gastaldello sarebbe quello del Comune di Verona, che insieme al Comune di Vicenza controlla Agsm-Aim.
Pare infatti assurdo agli occhi del portavoce del comitato lupatotino Paolo Pasqualini che «l’inceneritore che non sono riusciti a fare i sindaci di Verona Flavio Tosi e Federico Sboarina, verrà fatto dal sindaco Damiano Tommasi.
Ciò nonostante i pericoli derivanti da fumi, polveri e probabilmente Pfas emessi dal camino alto 60 metri dell’inceneritore».
Sinistra Italiana contro Agsm-Aim
Il Comune di Verona per il momento tace, mentre Agsm-Aim non teme l’iniziativa del Comune di San Giovanni Lupatoto e precisa che il nuovo impianto non sarà un inceneritore.
Non tutti però tra i sostenitori del sindaco Tommasi restano in silenzio. Sinistra Italiana Verona ha preso una posizione di netta contrarietà al nuovo progetto di Agsm-Aim.
«È evidente che tutti gli interventi di ristrutturazione di Ca’ del Bue sono finalizzati a realizzare una nuova sezione destinata all’incenerimento dei rifiuti, andando oltre i reflui essiccati e bruciando poi il combustibile ricavato dal residuo secco a valle della raccolta differenziata. – sono le valutazione di Sinistra Italiana – Verrà utilizzato un forno a griglia per la combustione, già proposto nel progetto originario per l’inceneritore, e la richiesta autorizzativa alla Regione è talmente ampia da comprendere tutta la casistica per il trattamento dei rifiuti. Quindi non solo reflui dei depuratori. Non è da trascurare che i fanghi da incenerire contengono Pfas.
E fondata è dunque la forte preoccupazione per la presenza di sostanze inquinanti nei fanghi di depurazione, con alti rischi per la salute.
L’impianto si colloca in un contesto già compromesso da altre fonti di inquinamento atmosferico e il sito non è idoneo per la vicinanza con l’Adige e la collocazione poco sopra la falda freatica.
Siamo quindi contrari alla riattivazione dell’inceneritore. – affermano dal direttivo del partito – È una scelta sbagliata, inutile e anacronistica. Agsm-Aim è indietro di cinquanta anni, non ha ancora scoperto che i rifiuti sono una risorsa da recuperare e riciclare. E tutta la vicenda è un esempio clamoroso di cattiva gestione del ciclo dei rifiuti e la dimostrazione di una incapacità di costruire un futuro per un ambiente sostenibile».
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