Quasi al termine di una maratona di sei ore, il Consiglio Comunale di Legnago di ieri, giovedì 30 novembre, ha dato il via libera al protocollo d’intesa con la Provincia scaligera per realizzare il polo scolastico unico per le scuole superiori a Porto di Legnago.
Come ha spiegato il vicesindaco Roberto Danieli, all’ombra del Torrione si contano quattro istituti secondari d’istruzione, dislocati in sedi diverse: Il Cotta – diviso tra il San Davide di Porto e la storica sede di Viale dei Tigli; il Medici, tra Via Bixio – come il Silva – e Via Sicilia; ed il Minghetti in Via Frattini.
L’amministrazione locale, pur consapevole che l’edilizia scolastica sia appannaggio della Provincia, ha proposto a quest’ultima, ancora due anni addietro, un master plan: «ad oggi – ha spiegato Danieli – non tutte le nostre scuole hanno le migliori caratteristiche strutturali antisismiche e prima o poi gli edifici richiederanno costosi interventi manutentivi, senza contare che la dislocazione delle scuole superiori in più punti della Città comporta problemi logistici e di sicurezza».
Da qui il sogno di poter realizzare un campus scolastico concentrato a Porto di Legnago, dotato di palestre, laboratori ed auditorium che potranno essere utilizzati non solo dagli studenti ma anche dalla collettività.
Alfiere in Provincia dell’iniziativa è stato il consigliere – comunale e provinciale – Loris Bisighin: «Si procederà per step. Il primo passo è un investimento da parte della sede cittadina di Via Franceschine, pari a duecentocinquantamila euro, per affidare lo studio delle alternative progettuali e del progetto di fattibilità tecnico-economica».
La proposta ha convinto solo in parte il centrosinistra, che con Silvia Baraldi e Luigina Zappon ha manifestato la preferenza per la collocazione diffusa delle scuole superiori, anziché per la concentrazione in un polo unico.
A Palazzo de’ Stefani non sono comunque mancate le polemiche anche su altri argomenti, in particolare sul licenziamento del documento unico di programmazione, con le relazioni degli assessori passate ai raggi X dalle minoranze ed il presidente Paolo Longhi che, con un amarcord del “Cardinale”, Damiano Ambrosini, ha dispensato pagelle ai consiglieri di minoranza: «Voti altissimi perché per criticare un’amministrazione così dinamica ci vuole davvero tanta fantasia».
Qualche scintilla si è avuta pure per la proroga della concessione della fideiussione a Legnago Nuoto, l’attuale concessionario delle piscine comunali, fino al 2043.
Al centrosinistra che lamentava la scarsa manutenzione e la troppa umidità del centro natatorio hanno replicato Roberto Danieli e Paolo Longhi. Il vicesindaco ha indicato che, con la crisi pandemica e le bollette triplicate, un terzo delle piscine venete ha chiuso i battenti; il presidente ha evidenziato che bene ha fatto l’amministrazione a dare una mano al gestore perché «se fosse per alcuni consiglieri, i legnaghesi potrebbero gareggiare a stile libero nel Bussé ed è meglio avere il 50% di qualcosa che il 100% di niente».
Segnali di campagna elettorale già iniziata nel duro scontro tra la consigliera Silvia Baraldi e l’assessore Orietta Bertolaso per l’istituzione della Consulta anziani: malgrado il voto unanime dell’assemblea, l’ex assessore alla Cultura della giunta Scapin non ha digerito l’operato della responsabile del Sociale e delle Politiche giovanili, accusandola di costituire luoghi di confronto solo a ridosso delle elezioni.
Dai banchi delle opposizioni c’è stato invece un atteggiamento più morbido sulla sentenza del Tar Veneto che ha condannato il Comune a rifondere alla Chemviron circa tremila euro di spese legali, nella consapevolezza che ciascuno, al posto del sindaco Graziano Lorenzetti, avrebbe emesso l’ordinanza della chiusura del camino – appunto impugnata dalla fabbrica di Via Malon – dopo le lamentele e le risultanze dell’ispezione ambientale integrata che avevano rilevato concentrazione di PFAS superiore al limite.
E così pure è passata anche l’ottava variazione di bilancio presentata dall’assessore Daniela De Grandis, per l’utilizzo dell’avanzo, anche a fronte dei finanziamenti del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che consentirà di dare il via ad opere stradali, alla manutenzione del Parco, al consolidamento del ponte Principe Umberto e alla realizzazione della nuova scuola Cavalcaselle.
Peraltro la variazione prevede di introitare e spendere contributi regionali per progetti relativi ai giovani e al Centro Antiviolenza.
Proprio sull’onda dell’indignazione generale per l’omicidio di Giulia Cecchettin i consiglieri del centrosinistra hanno presentato un ordine del giorno d’urgenza per licenziare iniziative contro la violenza sulle donne e per istituire un tavolo di confronto sull’argomento. La proposta, tuttavia, non ha raggiunto il quorum deliberativo per l’approvazione, sebbene la maggioranza si sia impegnata a confrontarsi tanto con la Commissione Pari Opportunità guidata dalla super presidente Caterina Stella, quanto con i responsabili del Centro Antiviolenza, per individuare le migliori iniziative da intraprendere.