«Mi sorprende leggere in questi giorni di alcune mie presunte dichiarazioni o intenzioni sulla mia candidatura alle prossime amministrative vincolate al fatto che in caso di vittoria avrei chiesto di avere “carta bianca” su tutto, dalla scelta degli assessori al programma di governo. Niente di più inesatto». – il sindaco Graziano Lorenzetti non ci sta ai giochetti politici che spesso hanno origine dal fuoco amico e che lo vogliono protagonista a tutti i costi e a sua insaputa e ci tiene a sottolinealo.
Quando lo contattiamo sta tornando da Mantova, dove segue i lavori di un suo cantiere come architetto – «Ho accettato il progetto professionale in territorio lombardo, per non suscitare maliziose interpretazioni. Fino a prova contraria posso ancora contare sulla mia professionalità di architetto. Prestato alla politica, ma non a tutti i costi».
«Ho sempre sostenuto che avrei accettato di ricandidarmi se ci fossero state le condizioni per governare bene, questo non significa volere fare il dittatore, ma nemmeno fare il burattino manovrato con i fili, perché di questo non ha bisogno Legnago.
Nonostante questi cinque anni difficili, dove tutto è successo, dal Covid alla guerra Russia-Ucraina, dagli sbarchi incontrollati a questa ultima guerra Israele-Palestina, siamo riusciti a portare a termine tante opere pubbliche e garantire alla città di Legnago il ruolo di capitale della Pianura, che si era perso. Una città addormentata, era diventata la città del Salieri. Abbiamo dimostrato che le cose si possono realizzare se ci sono persone competenti e decisioniste ad amministrare, professionisti che non si prestano ai giochetti di Palazzo e tantomeno si fanno tirare la giacca per un posto di consigliere o di assessore.
Però, tanto rimane ancora da fare. Mi chiedo, se non fossero successe tutte queste catastrofi, quante cose avremmo potuto realizzare. Di tutto questo enorme lavoro che abbiamo fatto e che stiamo facendo, ringrazio tutti i miei assessori e consiglieri oltre a tutto il personale comunale».
«Sono pronto a ripartire, se mi verrà chiesto seriamente di ricandidarmi , con gli alleati storici di centrodestra Fratelli d’Italia, Forza Italia e la mia Lega. Le aperture al dialogo ci sono e ci saranno sempre, non escludendo nemmeno una nuova giunta e non necessariamente monocolore, ma ripeto, non saranno mai gli altri a decidere per me, che siano essi di Legnago o di Verona. L’ultima parola e l’ultima decisione dovrà essere sempre la mia».
Infine, ecco il coniglio uscire dal cilindro: è stato avviato in questi giorni a Roma, l’iter per la definizione della più grande operazione riguardante una riqualificazione immobiliare a Legnago, attesa dalla città da quasi 70anni e dov’è tutte le amministrazioni hanno fallito.
Se mai dovesse andare in porto, si potrebbe gridare: “Lorenzetti, Santo subito”.
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