Andrea Marchi è il nuovo direttore Generale di Banca Veronese. La BCE ha dato il nulla osta alla nomina decisa dal nuovo Consiglio di Amministrazione della BCC entrato in carica nella primavera scorsa dopo l’assemblea che ha visto l’elezione a presidente di Martino Fraccaro, ancora lui, 74 anni, in BCC dal 1970, subentrato a Gianfranco Tognetti.
Marchi, 51 anni, laureato in Economia e Commercio e in Economia Bancaria, sposato con due figli e residente a Cerea, raggiunge la posizione di vertice dell’Istituto con decorrenza dal 1° settembre scorso, dopo una carriera interna maturata nel Credito Cooperativo. È uno dei Direttori più giovani nel Credito Cooperativo; in Banca Veronese ha ricoperto negli anni diversi ruoli in staff alla Direzione Generale fino ad essere responsabile dell’ufficio Finanza e poi vicedirettore generale.
«Ho incontrato i colleghi nei giorni scorsi per rendere ufficiale la mia nomina e per tracciare le linee di un percorso di continuità in certi ambiti valoriali e relazionali, ma fortemente innovativo in altri. – ha annunciato il nuovo direttore – Puntiamo sulla rivoluzione digitale e sulla crescita di servizi avanzati e strutturati ai nostri soci e alla clientela per migliorare le nostre prestazioni e per raggiungere una platea di utenti più giovani e più orientati alla mobilità. Grazie alla nostra appartenenza al Gruppo BCC Iccrea siamo in grado di offrire strumenti, operatività avanzata e servizi strutturati a 360 gradi per le Pmi del territorio.
L’obiettivo – ha continuato Marchi – è quello di servire bene le famiglie e le piccole e medie imprese locali, operando in continuità con il passato, ma innalzando la qualità dei servizi e della relazione. In previsione saranno potenziate alcune funzioni che riteniamo strategiche rispetto alla consulenza avanzata su investimenti, finanza, monetica ma anche nel settore assicurativo e previdenziale. Abbiamo avviato un piano di aggiornamento formativo per i nostri collaboratori, per dare a tutti più strumenti e più abilità nel lavoro di front office e di consulenza» conclude Marchi.
I dati della semestrale sono in sintonia con questa nuova impostazione di lavoro.
Aumenta la raccolta diretta a 680 milioni di euro (contro i 676 del semestre 2022) e un balzo in avanti lo fa pure l’indiretta a 370 milioni di euro (contro i 315 del 2022).
Tengono sostanzialmente gli impeghi a 414 milioni di euro (contro i 431 dell’anno precedente), registrando un calo fisiologico dovuto a una minore propensione agli investimenti di famiglie e imprese a seguito dell’aumento dei tassi di interesse.
Cresce il patrimonio netto, superando la soglia dei 90 milioni di euro (rispetto agli 86 milioni dell’anno precedente).
Il margine di intermediazione cresce a 15,3 milioni di euro (rispetto ai 14,4 del 2022) e la copertura delle sofferenze raggiunge quasi l’84%.
L’indice di solidità di Banca Veronese si posiziona in valore di eccellenza con un CET1 al 27,9%.
«L’utile di esercizio semestrale raggiunge i 5,16 milioni di euro – evidenzia il direttore Marchi – in linea con il risultato della storica semestrale dello scorso anno. Ci attendiamo di consolidare questi risultati e di lavorare con profitto negli ambiti di intervento in cui abbiamo individuato opportunità di sviluppo.
Saremo sempre coerenti con la mission del Credito Cooperativo e con i nostri valori tradizionali, sostenendo e promuovendo la mutualità, la socialità, la cultura e l’attenzione a progettualità ambientali e di valorizzazione del territorio».
Nel 2023 la Banca festeggerà un importante anniversario ovvero i 120 anni di fondazione con un evento programmato al PalaRiso di Isola della Scala il prossimo 1° dicembre.
«Si tratta di un anniversario importante – spiega il Dg – che ci ricorda le nostre origini e che ci stimola a ripercorrere la nostra strada con spirito rinnovato. Banca Veronese oggi può contare su una solidità che negli anni è sempre stata crescente e coerente. I risultati di bilancio hanno evidenziato una crescita costante e progressiva, che non ha mai registrato sbalzi, anche negli anni in cui l’economia ha sofferto di più. La prudenza nella gestione dei conti, la capacità di valutare e di consigliare i clienti, la conoscenza profonda del tessuto socio-economico e delle potenzialità delle nostre imprese ci hanno messo in condizione di pianificare, di essere d’aiuto e di ottenere risultati costanti nel tempo.
Nei programmi futuri – conclude il direttore – l’obiettivo è di correre su questi binari, per dare sicurezza, per essere partner credibili e affidabili, per contribuire ad uno sviluppo reale, sostenibile, concreto».