E’ un dato storico, oltre che opinione diffusa: Forza Italia, inventata da Berlusconi nel 1993, creata nel 1994, chiusa nel 2009 e riaperta nel 2013 è talmente un tutt’uno con il suo capo carismatico che difficilmente potrà sopravvivere alla sua morte.
Inizia così l’editoriale dell’Adige di Verona diretto da Stefano Tenedini commentando i scenari futuri di Forza Italia del dopo Berlusconi, di quello che fu il primo partito italiano con il 21% dei voti che nel 1994 lo porto alla guida del Governo insieme ad altri partiti dell’area di centrodestra.
Impossibile, pensarla senza Silvio. Senza la sua guida e senza i suoi soldi. Forza Italia ha seguito il destino del berlusconismo che, come tutti i fenomeni politici, è durato un ventennio, trascorso il quale è andato progressivamente ridimensionandosi, attestandosi al 8% nelle politiche del 2022.
Molti dei suoi esponenti e dei suoi voti sono finiti nella Lega e soprattutto in Fratelli d’Italia. Così nel centrodestra è diventato il terzo partito. Questo pur con Berlusconi vivente, con i suoi appelli e le sue uscite mediatiche spinte da Mediaset che, piaccia o no, hanno sempre avuto il loro effetto elettorale.
Ora che il Cavaliere non c’è più, passato il momento della commozione e del giusto riconoscimento della sua genialità, Forza Italia dovrà fare i conti con una realtà nuova.
Taiani è formalmente il capo di quello che veniva definito un ‘partito di plastica’, una via di mezzo fra un comitato elettorale ed un’immagine mediatica, ma che non è mai stato radicato davvero sul territorio.
Più movimento d’opinione coagulato attorno al suo leader, che un’organizzazione politica vera, con le sezioni e i congressi che discutono ed eleggono la classe dirigente. Avrà la forza di tenere insieme gli orfani di Silvio? Molto difficile.
Una possibilità potrebbe essere che in memoria di lui scendano in campo i figli. Ma ce la vedi Marina o Piersilvio a fare i comizi? Anche perché hanno da star dietro alla loro ‘aziendina’.
Non c’è niente da fare. Di Berlusconi ce n’è stato uno solo. Il suo posto a capo del centrodestra l’ha preso la Meloni. Ma a capo di Forza Italia non lo può prendere nessuno, per il semplice fatto che Berlusconi era Forza Italia e Forza Italia era Berlusconi.
Passati alcuni mesi, sarà nell’ordine delle cose che qualcuno degli azzurri, non sentendosi più vincolato dal rapporto di fedeltà con il Capo, comincerà a guardarsi intorno, a fare due conti sul suo futuro politico e sulle possibilità di rielezione. Qualcuno se ne andrà, magari accasandosi altrove. Qualcun altro si ritirerà. Ma difficilmente Forza Italia sopravviverà al suo amatissimo Silvio. – conclude l’editoriale de L’Adige di Verona.