Il Basso Veronese snobba la candidata della Lega. Un voto al simbolo, alla Meloni, che vince in ogni Comune. Compresi quelli amministrati dalla lega come Cerea e Le Legnago. Così non passa Lara Fadini, esponente del territorio. Cresce, anche se solo di un punticino, il Pd.

La sintesi del risultato elettorale delle Politiche è questa, con in più per la Pianura una chiara dichiarazione: la bocciatura di Fadini, può significare che non si vuole rappresentanti del territorio a Roma.

Stavolta, infatti, il Basso Veronese aveva dopo ben 30 anni (ultima eletta onorevole la legnaghese Gabriella Zanferrari nel 1992), la sacrosanta possibilità di mandate a Montecitorio una sua rappresentante: la
seconda posizione al plurinominale dopo l’onorevole
Lorenzo Fontana. Una candidatura che sembrava sicura al 99% e che invece si è infranta contro il muro dell’exploit di Fratelli d’Italia, che alla fine porta così a Roma Ciro Maschio, Matteo Gelmetti, Gianmarco Mazzi, Maddalena Morgante, Marco Padovani, Alessia Ambrosi. Tutti di Verona città.

I numeri, d’altronde parlano chiaro: FdI vola al 38,44% raccogliendo 88.275 voti nel collegio del Basso Veronese-Villafranchese per la Camera al plurinominale.
Un balzo incredibile dal 4,43% del 2018. Crolla la Lega che scende al 15,83% (34.002 voti) dal 41,48% delle Politiche del 2018. Scende ancora Forza Italia che nel 2018 aveva raccolto il 13,18% e ora si deve accontentare di un 9,26% (19.904 voti). Sale di un punticino il Pd che ottiene l’11,72% (25.186 voti) contro il 10,31% del 2018.
Anche se, pagando il fatto di non essere in nessuna coalizione, non porta alcun rappresentante a Roma (contro i 4 del 2018). Frana il Movimento 5Stelle che nel 2018 era al 18,64% stavolta ha preso il 5,51 (11.847 voti). Azione-Italia Viva-Calenda raccoglie il 7,13% (15.319 voti). Alleanza Verdi-Sinistra ottiene il 2,39% (5.129 voti).

Un risultato elettorale che ribalta anche gli equilibri di forza nel centrodestra in tanti Comuni. Per esempio a Cerea, dove rispetto solo alle amministrative di quattro mesi fa, la Lega passa dall’essere il primo partito con il 48,89% (3070 voti), a secondo al 25,88% (dato alla Camera plurinominale) pari a 2.183 voti; mentre Fratelli d’Italia diventa il primo al 39,41% (3.325 voti) rispetto al 30,94% (1.943 voti) delle Comunali.
«Abbiamo verificato il dato dei singoli comuni della provincia di Verona – afferma Enrico Zandonà segretario del circolo ceretano di FdI – e abbiamo constatato che tra i 10 maggiori comuni della provincia veronese, Cerea ha fatto il miglior risultato sia alla Camera che al Senato registrando rispettivamente un 39,4% e un 42,8% che corrispondono a 6910 voti».

Stessa cosa a Legnago, dove rispetto al 2018, Fratelli balza da 714 a 4.562 voti, passando dal 5,20% al 37%, a discapito del Carroccio che dai 4.475 voti(32,59%), scende a 1816 (14,7%). E anche qui la lega governa col sindaco Graziano Lorenzetti, per non parlare di Concamarise, dove il sindaco e il senatore uscente della lega, Cristiano Zuliani, pure lui sommerso dall’onda Meloni: FdI sale dai miseri 30 voti del 2018 a 233 con il Carroccio che inverte la rotta e dagli 317 preferenze delle ultime politiche scende a soli 127. O ancora a Isola Rizza del vicepresidente della regione, Elisa De Berti, dove FdI esplode al 44,3% (715 voti) contro il 4,42% del 2018 (79 voti) e la lega sprofonda al 18% (291 voti) rispetto al 46,63% (832 preferenze) che aveva conquistato alle scorse politiche. E così si potrebbe continuare con Nogara, Minerbe, Casaleone, e altri comuni del Basso Veronese tutti guidati da amministrazioni targati Lega. Un risultato che sta scuotendo il Carroccio con una parte di militanti che chiede di tornare alla Lega Nord. Appello subito raccolto da Umberto Bossi (ripescato al Senato col riconteggio dei voti) che ha dato vita ai “Comitati del Nord” con primo tema politico l’Autonomia.

Ma non finisce qui: alle regionali di due anni fa la coalizione di centrodestra che sosteneva Luca Zaia nel Veronese visse come uno straripante 77% come primo partito la lista del presidente (44,57%), seconda la Lega (16,92%), terza FdI (9,55%). Oggi la stessa coalizione in provincia si ferma al 58,75%.
Sta di fatto che la lega stavolta porta a Roma solo due esponenti (contro i sette del 2018): l’onorevole Lorenzo Fontana e il senatore Paolo Tosato.
Ce l’ha fatta anche Flavio Tosi, il più votato di Forza Italia in Veneto, per la prima volta a Montecitorio.
Al Senato, invece, entra anche Aurora Floridia, già consigliere comunale a Malcesine, per Alleanza Verdi-Sinistra.

Foto: a sinistra, Giorgia Meloni, a destra dall’alto, Lara Fadini e Enrico Zandonà.