Ieri, martedì 9 agosto, dopo un’assemblea del personale che compatta ha votato a favore, è stato proclamato lo stato di agitazione alla Casa di riposo “Benedetto Albertini” di Isola della Scala.
Tutti i sindacati presenti in struttura, insieme alla Rappresentanza Sindacale Unitaria aziendale (RSU), denunciano la grave situazione della struttura presieduta da Marco Bettini (nella foto).

«Da tempo – affermano le Organizzazioni sindacali – abbiamo evidenziato la carenza di personale, soprattutto Oss, che non permette una corretta organizzazione del lavoro nella casa di riposo, essenziale per garantire il rispetto della salute e della sicurezza dei lavoratori e il mantenimento di una elevata qualità dei servizi resi agli ospiti della struttura. All’orizzonte s’intravedono altre nubi: in questi giorni sono infatti partite le prime lettere di assunzione degli Operatori socio sanitari presso l’Aulss Scaligera 9. Pertanto la situazione è destinata a peggiorare e l’Ente, nonostante le nostre sollecitazioni, non hanno ancora bandito alcun concorso».

«In questa situazione – affermano le sigle sindacali – si assiste, purtroppo, a turni massacranti che vengono coperti a fatica dagli operatori presenti in numero inferiore a quanto previsto anche del 50%: sono capitati turni anche con un solo operatore in reparto. In queste condizioni è complicatissimo, se non impossibile, garantire tutti i servizi agli ospiti».

«A ciò – fanno notare Valentino Geri di FP CGIL, Alessandro Zanchi di CISL FP, Antonio Imbriani di UIL FPL, Stefano Tabarelli di UGL e Nicola Cavedini di CSA RAL, – si deve aggiungere la grande confusione che regna sui piani di lavoro e l’assenza sistematica di indicazioni certe e precise per operare in emergenza.
Chi amministra dovrebbe avere il dovere di organanizzare il lavoro con chiarezza e metodo e rispondere alle emergenze in maniera repentina ed efficiente: questo, purtroppo non accade alla Benedetto Albertini di Isola della Scala».

«Al contrario, – evidenziano ancora le sigle – la Direzione ha scelto di “colpire” gli operatori instaurando pretestuosi procedimenti disciplinari.
Questa scelta è inaccettabile perché è un vero e proprio “pugno in faccia” al personale che con estremo spirito di sacrificio ed abnegazione sta da mesi, letteralmente, tenendo in piedi l’intera struttura cercando, anche al limite delle proprie energie, di garantire l’assistenza ed i servizi agli ospiti.
Gli operatori hanno affrontato con coraggio, durante le varie ondate Covid, la carenza di personale, sobbarcandosi turni e carichi di lavoro che vanno oltre quello che sarebbe stato giusto e lecito chiedere loro.
Non si meritavano quest’ultimo “affronto” da chi dovrebbe, oltre che organizzare e dirigere, risolvere i problemi e rispettare i propri dipendenti».

Per queste ragioni FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, UGL e CSA RAL hanno dichiarato lo stato di agitazione, trasmettendo l’apposita nota al Prefetto di Verona e alla Commissione di Garanzia per l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali con sede in Roma.
Nei prossimi giorni la Prefettura fisserà un incontro invitando le OO.SS. e i vertici della Casa di Riposo allo scopo di tentare una conciliazione e una ricomposizione del conflitto.
In quella sede le OO.SS. chiederanno che la Direzione si impegni immediatamente ad affrontare i tanti problemi che affliggono la Casa di Riposo, attraverso una seria programmazione di assunzioni di personale, una precisa predisposizione di piani di lavoro di emergenza, una coerente gestione dell’organizzazione del lavoro e delle turnazioni.

Ed infine, i sindacati chiedono, per ristabilire il giusto rispetto dovuto ai lavoratori, l’impegno a ritirare i procedimenti disciplinari instaurati che hanno raggiunto l’unico scopo di esacerbare gli animi.