Cerea Banca 1897 non esiste più. Con l’approvazione, il 4 maggio, del primo bilancio della nuova Bcc Banca di Verona e Vicenza (BVV), che ha inglobato la storica cassa rurale ceretana, fondata appunto, nel 1897, si è approvato anche l’ultimo bilancio dell’istituto che, nel novembre di un anno fa finì praticamente in amministrazione controllata da parte della Federazione Veneta delle Bcc, con la holding nazionale, Iccrea Banca, che esautorò l’allora presidente Luca Paolo Mastena e 5 membri del consiglio d’amministrazione, affidandone la direzione della banca a Marco Pistritto, funzionario della Federazione stessa, con il chiaro compito di sistemare i conti e portare CereaBanca verso una “fusione con incorporazione” con una consorella più grande e, soprattutto, con fondamentali economici nettamente migliori.
Il matrimonio con Banca di Verona e Vicenza, dopo un tentativo fallito con Banca Veronese, è arrivato a dicembre 2021 e, con l’assemblea del 4 maggio si è concluso il periodo di “interregno”.
«È stato un 2021 impegnativo – ha osservato in assemblea il presidente di Banca di Verona e Vicenza, Flavio Piva – considerato il contesto economico e sociale in cui è avvenuta l’integrazione tra le nostre Bcc. Un anno, però, che presenta già risultati più che soddisfacenti, a conferma della validità delle operazioni, ben due fusioni in appena un anno (Banca di Verona a fine 2019 si era fusa con la Bcc San Giorgio Quinto Valle Agno Ndr).
I risultati dell’esercizio assumono un valore ancor più significativo, considerato il fatto che la nostra Bcc ha interamente spesato nell’anno l’effetto dei costi di adeguamento dei sistemi al nuovo Gruppo Bancario Iccrea e ha elevato in maniera cospicua il livello delle coperture sia del credito in bonis che del deteriorato. Tutti gli indicatori principali del bilancio, andamentali, patrimoniali, di liquidità, di credito e gestionali confermano lo stato di buona salute della Banca».
«La dinamica delle masse amministrate ha evidenziato una crescita molto significativa, di oltre 480 milioni di euro rispetto al fine anno precedente, raggiungendo i 4,8 miliardi di euro – spiega il direttore generale Leopoldo Pilati -. Il dato è stato superiore alle attese su tutti i comparti: sul fronte della raccolta diretta la crescita è stata di 220 milioni di euro, sugli impieghi vivi per 160 milioni di euro e sulla raccolta indiretta per 104 milioni di euro. Su quest’ultima da sottolineare come la componente di raccolta gestita sia cresciuta di oltre 135 milioni di euro, superando di gran lunga l’obiettivo prefissato e arrivando a 871 milioni di euro».
Significativi i valori della Bcc di Verona e Vicenza in termini di patrimonio e di coperture sul credito deteriorato, che la posizionano ai vertici delle Bcc del Gruppo Bancario Iccrea.
Da menzionare il patrimonio netto di 235 milioni di euro, prodotto grazie all’utile generato anno per anno dalla Banca con ricorso minimale al capitale di terzi o ad altri strumenti di patrimonializzazione. Gli indicatori di solidità patrimoniale migliorano ulteriormente, con il Texas ratio netto al 9,60% e il CET1 al 23,32%.
«L’utile netto si attesta a 12,2 milioni di euro – precisa Pilati -. Con le competenze e la professionalità della nostra squadra, che oggi supera i 400 collaboratori, abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi fissati nel piano delle attività straordinarie per il 2021».
Tra queste, la decorrenza operativa dell’ingresso dei soci e dei collaboratori di CereaBanca 1897 all’interno di Banca di Verona e Vicenza, avvenuta lo scorso 21 febbraio. La nuova Bcc di Verona e Vicenza conta 411 dipendenti ed è a servizio di oltre 70 mila clienti; la base sociale, arrivata a superare i 18 mila soci, è una delle più importanti del Nord Est.
Foto: a sinistra, il presidente della Bcc, Flavio Piva; a destra, il direttore generale di Banca di Verona e Vicenza, Leopoldo Pilati.