Si è inaugurata ieri, sabato 19 marzo giorno della Festa del papa, come ha ricordato il vicepresidente della Regione Veneto Elisa De Berti, la 743^ Fiera di San Biagio, la storica rassegna di attrezzi e prodotti agricoli nel piazzale Aldo Moro a Bovolone, dal 18 al 21 marzo 2022.

Tanti i politici e amministratori intervenuti alla kermesse agricola oltre alla vicepresidente del Veneto che ha portato i saluti del governatore Zaia, anche il senatore Cristiano Zuliani e l’onorevole Paolo Paternoster.
«Oggi è una giornata di festa – ha sottolineato De Berti – perché dopo 2 anni di pandemia si ritorna in piazza con questa fiera che per tutta la Pianura Veronese è un segnale molto importante per tutto il mondo dell’agricoltura che sta vivendo un momento difficilissimo aggravato ora anche dai fatti della guerra».

La pandemia e gli effetti della guerra in Ucraina oltre al cambiamento climatico sono stati i temi principali che si sono affrontati sul palco nel dopo inaugurazione.
Parole di speranza e di orgoglio per il settore primario, sono state pronunciate dai maggiori esponenti delle associazioni di categoria intervenuti

 

«Mi chiedo se ci voleva una guerra per riscoprire il ruolo del nostro settore, fondamentale e strategico, ora se ne capisce il valore» – ha commentato amaramente Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona. Un ragionamento condiviso anche da Alex Vantini, presidente Coldiretti Verona, che ha sottolineato il pericolo dell’attuale siccità, da Michele Passerini, presidente di CIA Agricoltori Italiani del Veneto e Michele Gruppo presidente di Veronamercato.

.«È una fiera nuova quella che andiamo ad inaugurare» – ha sottolineato il sindaco Orfeo Pozzani – «Da 743 edizioni San Biagio rimane un veicolo molto importante per l’economia del territorio e non solo per il mondo agricolo ma per tutto il comparto agroalimentare bene rappresentato nel padiglione dei Sapori che è stato allestito».

A riprova di quanto l’enogastronomia stia prendendo sempre più piede all’interno della Fiera, sono stati programmati eventi d’intrattenimento come “Il laboratorio del gusto” affidati al conduttore Stefano Cantiero, oltre ai tradizionali convegni inerenti al mondo agricolo.

Non sono mancate critiche, anche poco velate, da parte di alcuni espositori e politici che, come in ogni evento dove si creano grandi aspettative, inevitabilmente affiorano.
Ma questa volta non sono dirette nei confronti dell’Amministrazione comunale che, nei tempi e modi ha fatto quanto possibile e di più, per mettere in piedi un manifestazione attesa da due anni, ma piuttosto nei riguardi dell’organizzatore, società romana Pirene che fa capo a Laura Frati Gucci e che aveva il compito di pianificare e coordinare la realizzazione della Fiera.
Le osservazioni maggiori riguardano le poche aziende agricole presenti alla kermesse, circa il 60 per cento di quelle storiche presenti nelle scorse edizioni e la nuova immagine che la Fiera di San Biagio sta assumendo, di evento prevalentemente gastronomico e d’intrattenimento piuttosto che legato al mondo della tradizione e innovazione agricola.

Bisogna comunque riconoscere che il settore dell’agricoltura sta vivendo, come tanti altri settori, un momento difficilissimo, e come pure tutto il comparto fieristico.
Non tutte le fiere hanno la fortuna di chiamarsi Vinitaly, Fieragricola o Fieracavalli. Ci sono anche le altre fiere, quelle come la Fiera di San Biagio, o del Riso co’ le Nose di Nogara piuttosto che la Festa del Mandorlato di Cologna, la Fiera del Riso di Isola, delle Carni Bianche di San Pietro di Morubio, o della Sagra dei Bisi di Colognola che devono sopravvivere tra mille difficoltà. Perciò a volte, ma soprattutto di questi tempi, il fine giustifica i mezzi.

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