«Al nostro insediamento in amministrazione ci siamo trovati una cifra di 30mila euro, residuo di una somma, arrivateci per l’emergenza Covid, e non utilizzata totalmente. – spiega Anna Maria Ferrazzano, medico e assessore alle Politiche sanitarie del Comune di Bovolone – Li avremmo persi se non spesi. Mi sarebbe piaciuto moltissimo averli utilizzati per l’assunzione di personale al PPI Punto di Primo Intervento, ora chiuso per mancanza di medici, ma non ci è permesso assumere compiti che spettano solo all’Azienda Ulss».
La dottoressa Ferrazzano che attualmente opera al Pronto Soccorso di Legnago nei codici rossi e gialli, spiega – «Sono l’unico medico di Bovolone rimasto superstite da questa pandemia, gli altri sono andati in pensione. Come potevo io da sola mantenere aperto 24h un Punto di Primo Intervento, e di questo non mi do pace».
«Si è deciso così – precisa Ferrazzano – di donare questa somma all’Ulss 9 Scaligera, tramite il direttore generale Pietro Girardi, per l’acquisto di strumentazione e presidi sanitari per la diagnostica e la gestione delle complicanze dei pazienti affetti da sindrome pre e post Covid».
Nello specifico, dei 30mila euro, una parte è stata data all’Adi Assistenza Domiciliare Integrata, l’associazione degli infermieri che operano a domicilio dei pazienti, tramite il direttore dei Servizi Socio Sanitari Raffaele Grottola; poi è stato acquistato un apparecchio per la misurazione e l’esame della coagulazione del sangue a domicilio dei pazienti; infine al nuovo primario della Riabilitazione del Mater Salutis, Paola Pietropoli, è stato consegnato un ecografo per lo studio e la diagnostica dei pazienti pre e post Covid.
Foto: a sinistra, l’ospedale San Biagio di Bovolone; a destra dall’alto, Anna Maria Ferrazzano, medico e assessore alle Politiche sanitarie del Comune di Bovolone, il direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi e il primario della Riabilitazione del Mater Salutis, Paola Pietropoli.