«Il Veneto sta pagando un dazio pesantissimo sul caro energia, con quasi quattro miliardi di rincari su base regionale. Ed è una crisi strutturale, non temporanea. L’Europa e la sinistra stanno danneggiando la nostra economia».
Così Paolo Borchia (nella foto) – eurodeputato veronese, capogruppo in commissione industria a Bruxelles e responsabile del dipartimento energia della Lega in Veneto – rilancia l’allarme sul caro bollette: «Secondo dati della Cgia di Mestre, l’aumento dei prezzi dell’energia vede il Veneto al secondo posto della classifica dei rincari.
A Roma abbiamo già chiesto scostamenti di bilancio per poter aiutare famiglie e imprese ma la crisi va ribadito è strutturale, non temporanea.
Fonti della BCE hanno ammesso che la transizione ecologica imposta da Bruxelles sta avendo conseguenze sull’inflazione, mentre sinistra e grillini – sempre in prima linea nell’appoggiare le politiche comunitarie sul clima – guardano al nuovo governo tedesco, senza rendersi conto che l’abbandono del nucleare sta portando a maggior utilizzo di fonti fossili».
«Se non si inverte la rotta – prosegue Borchia – si verificheranno tutti i presupposti per una crisi peggiore rispetto a quella finanziaria del 2008: 3,9 miliardi di rincari per il solo Veneto, impianti fermi, attività energivore che stanno ricorrendo alla cassa integrazione perché produrre alle condizioni attuali non conviene. E sono in corso, anche se in pochi ne parlano, grandi speculazioni finanziarie degli investitori del green. Ma in nome del clima, tutto sembra concesso».