Si riaccendono i riflettori sulla peste suina, dopo il ritrovamento in Piemonte e Liguria di alcuni cinghiali affetti dalla malattia; una situazione che, oltre che ad incidere sulla salute della fauna selvatica, rischia di avere pesanti ripercussioni anche sugli allevamenti e sull’export agroalimentare.
Gli esami effettuati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (IZSPLV) ha individuato altri due casi di peste suina africana su carcasse di cinghiale.
L’area infetta individuata dal Ministero della Salute e da Regione Piemonte e Regione Liguria coinvolge 78 Comuni, dei quali 54 in Piemonte e 24 in Liguria. L’ordinanza ministeriale è attesa per l’inizio della prossima settimana.
La peste suina africana non si trasmette all’uomo ma è letale per i suini che ne sono colpiti, ed è altamente trasmissibile, mettendo a rischio gli allevamenti dei maiali.
Il caso potrebbe avere ripercussioni sul commercio delle carni suine italiane, con la possibilità che i Paesi che non riconoscono il principio di regionalizzazione possano imporre il divieto di importazione su tutti i prodotti suini provenienti dall’Italia.
«C’è Decreto fermo da oltre un anno. La burocrazia come al solito uccide l’economia» – a tuonare contro l’impasse del Governo che avrà effetti devastanti sull’economia nazionale è il senatore e responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura di Fratelli d’Italia Luca De Carlo.
«Come al solito, burocrazia e ideologia bloccano i provvedimenti importanti e ci ritroviamo con una nuova emergenza in casa e nessuna volontà dell’esecutivo di intervenire» – spiega il senatore – «Il decreto sulla peste suina, preparato ormai nell’ottobre 2020, quindi più di un anno fa, e portato alla firma dei colleghi interessati dall’allora Ministro alle Politiche Agricole Teresa Bellanova, risulta essere stato bloccato dalla volontà politica dell’ex Ministro dell’Ambiente Sergio Costa; a peggiorare il quadro, c’è il solito accavallamento di competenze che ha rallentato l’iter del documento tra Ministero delle Politiche Agricole, Ministro dell’Ambiente e Ministero della Salute».
«Nel frattempo, c’è stato un cambio di Governo, dal Conte II a Draghi, ma nulla sembra essere cambiato – continua De Carlo – Fanno sorridere le dichiarazioni odierne di Teresa Bellanova, che fa ancora parte dell’esecutivo come viceministro anche se ha cambiato deleghe, quando afferma di aver avuto ben presente la gravità della situazione. Lei e il Ministro Speranza, che presiede il Ministero della Salute dal 2019 e che dovrebbe essere ben informato sulla questione, in tutti questi mesi non hanno mai pensato di portare il decreto in approvazione? Delle battaglie ideologiche gli allevatori non sanno che farsene: la leggerezza, per non dire il disinteresse, di questo Governo rischia di causare sfaceli per l’economia agroalimentare italiana, un’eccellenza che esportiamo a livello mondiale e che rischia di vedersi superata dai concorrenti internazionali.
Se davvero ritengono la peste suina un’emergenza, firmino quel decreto e lo approvino subito; altrimenti, ancora una volta avremo la prova che a questo Governo poco importa di chi lavora, produce e fa vivere l’economia nazionale».
Foto: a sinistra, un allevamento di maiali, un settore a rischio; a destra, il senatore Luca De Carlo responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura di Fratelli d’Italia.