Medici di base travolti dai pazienti, la variante Omicron sta mettendo in crisi la medicina del territorio.
«I nostri studi sono sommersi, come le terapie intensive nel corso della prima ondata. Non saremo in condizione di reggere ancora a lungo l’impatto della variante Omicron, che non porta a un numero elevato di ospedalizzazioni, ma che ricade invece completamente sulla gestione assistenziale del medico di famiglia».
A lanciare l’allarme sul rischio di collasso degli ambulatori di medicina generale, sono i medici di famiglia veronesi della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale).

I medici chiedono attenzione a un problema che «in questi giorni rischia di passare sotto silenzio, ma che nelle prossime settimane potrebbe esplodere in tutta la sua drammaticità» – avverte Giulio Rigon nuovo segretario provinciale di Verona di Fimmg – «Ma non solo, mentre tutti guardano agli ospedali e ai tassi di occupazione delle terapie intensive e reparti ordinari, il territorio, che è il cuore dell’assistenza sanitaria, rischia di saltare».

Tra positività, quarantene, terapie domiciliari e consulti telefonici, sono centinaia le richieste che quotidianamente arrivano ai singoli medici base, richieste di assistenza che si sommano alle visite negli studi. «Parliamo di migliaia di persone – aggiunge Rigon – che hanno il Covid o che hanno sintomi influenzali.
Numeri che aumentano in modo esponenziale e che ci portano a credere che nelle prossime settimane la situazione possa rischiare di diventare ingestibile. Servono decisioni immediate su obbligo vaccinale, limitazioni più strette agli assembramenti e modelli di relazione e comunicazione diretta efficaci tra i medici di medicina generale e i sistemi di sanità pubblica che hanno la responsabilità delle quarantene e degli isolamenti, come dell’accesso ai tamponi molecolari nel pubblico».

«La contagiosità della variante Omicron è velocissima, insieme al fatto che, grazie ai vaccini, la maggioranza dei casi Covid può essere gestita sul territorio – spiega Angelo Guarino medico di famiglia a Porto di Legnago – ciò comporta un sovraccarico di lavoro importante per il quale i medici non sono supportati e che sembra non venga considerato a livello istituzionale.
In un’ora mi sono arrivate fino a 20 telefonate soprattutto per le segnalazioni delle positività. E, un paziente in isolamento chiama, per esigenze varie, almeno 2 o 3 volte al giorno. Occorrono almeno dieci minuti per paziente se non ha sintomi. Figuriamoci nei casi più difficili. E poi c’è la rete dei familiari da gestire oltre alla necessità di rassicurare e dare risposte ai pazienti contagiati che, in parte, hanno paura delle conseguenze del virus e, in parte, sono spaventati dalla procedura burocratica a cui sono vincolati per la gestione dell’isolamento e dal reinserimento successivo».

A pesare di più sono le procedure burocratiche. «In certi giorni – continua Guarino – non riusciamo a trovare il tempo necessario per vaccinare gli anziani a domicilio a causa dell’iperbolico aumento delle attività burocratiche e amministrative che a ritmo bisettimanale, oramai follemente, cambiano creando confusione nei medici oltre che nei pazienti».

«A Legnago – conclude il medico – la situazione è resa ancora più pesante dalla mancanza di un’aggregazione polifunzionale organizzata che in altre realtà riesce ad attutire l’impatto devastante di questo delirio epidemiologico sociale e politico».

Alternative per ora non ne vede, il dottor Guarino se non quella di tener duro: «assicurando l’impegno nel fare anche più del possibile, certo non l’impossibile. Speriamo in un alleggerimento dei casi da seguire. Se entrano a regime le nuove misure ci saranno meno quarantene da gestire. E attendiamo di raggiungere il picco previsto, ci auguriamo, per la metà di gennaio».
Anche perché il contributo dei cittadini comincia a vacillare: «Le persone sono stanche, provate e qualcuno è fuori controllo e non ascolta più gli inviti: c’è chi arriva in ambulatorio per comunicare di essere positivo o va in luoghi pubblici con la febbre o senza mascherina solo perché è vaccinato».

Foto: a sinistra, per i medici di base la situazione è ormai critica; a destra dall’alto, Giulio Rigon nuovo segretario provinciale di Verona di Fimmg e Angelo Guarino medico di famiglia a Porto di Legnago.