Vuoi, forse, per la pessima gestione della diretta Facebook, con audio e riprese a dir poco penosi, vuoi forse per il ritorno in aula del consigliere Angelo Guarino autore di post al vetriolo contro gli amministratori, ma la seduta d’urgenza del consiglio comunale di Legnago di ieri sera è stata da subito incandescente.

AL “pronti via” i fari sono puntati su Simone Tebon: con i colleghi di maggioranza e minoranza che tornano a sedersi tra i propri banchi, il superconsigliere prova ad accomodarsi tra le fila di quella maggioranza con la quale era stato eletto ma che è divenuta da mesi bersaglio dei suoi strali social.

«Qui – sintetizzando le parole del consigliere Nicola Negri – Tebon non è ben accetto» e a dirla tutta anche il consigliere di minoranza Renato Defendini fa trapelare la sua insoddisfazione per la prospettiva di dividere lo scranno con lui. Alla fine, comunque con buona pace di tutti, Tebon si accomoda nella parte di emiciclo riservata alle opposizioni (video).

Il piatto forte sarebbe la variazione al bilancio di previsione, sebbene, dopo l’asettica ma puntuale illustrazione dell’assessore Daniela de Grandis, in pochi però dimostrano di volersi attenere appieno all’argomento.

Si sa, coi temi del bilancio si finisce sempre, o quasi, per parlare di tutto.
C’è n’è per tutti i gusti: dalle reciproche accuse per le dichiarazioni sui social al j’accuse di Diego Porfido che ha ammutolito l’assise: «Prima di iniziare c’è stato ricordato di pubblicare i redditi sul sito del Comune. Andate a vedere chi ha raddoppiato o triplicato la propria dichiarazione da quando siede nei banchi dell’amministrazione e vi spiegherete perché alcuni sono disposti all’anonimato politico pur di tenersi il proprio assessorato o la propria delega».

Con chi ce l’avesse non è dato di capirlo e nemmeno – a dirla tutta – si riesce a rinvenire l’elenco delle dichiarazioni reddituali e patrimoniali sul sito del Comune, ma l’accusa lanciata era pesante e serpeggiava durante tutta la seduta.

Ad ogni modo si segnala l’accantonamento di somme per le verifiche sismiche dell’edificio 13, per l’anticipazione dell’avvio dei lavori per lo sviluppo della tangenziale di San Pietro e per un nuovo spogliatoio per il nuovo campo di calcio della suddetta frazione.

Inoltre, col nuovo anno, si provvederà a rinnovare l’impianto audio e video della sala consiliare e la caserma dei carabinieri verrà ulteriormente sistemata per ospitare forze speciali a garantire una migliore gestione della sicurezza.

Proprio il tema della sicurezza ha concluso la serata.

La minoranza ha promosso una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Luca Falamischia, con richiesta al Sindaco di ritirargli la delega sulla sicurezza.

Il protagonista, ovvero lo Sceriffo Falamischia – come viene affettuosamente chiamato nei social – replica alle accuse sciorinando i dati del suo operato e beccandosi con tutti, in particolare con Tebon.

Poi decide di lasciare l’aula per consentire a tutti un dibattito più sereno senza la sua presenza.

Ma la sensazione è che la sua autodifesa abbia sortito l’effetto opposto rispetto all’obiettivo di stemperare gli animi.

In sua difesa intervengono il sindaco Graziano Lorenzetti, l’omonimo Mattia, capogruppo di Fratelli d’Italia, Nicola Negri, il vice sindaco Roberto Danieli.

Da ultimo le arringhe finali sono affidate a al consigliere Riccardo Toufik Shahine e al presidente Paolo Longhi i quali evidenziano che compito dell’amministrazione è quello di non issare bandiera bianca anche sul tema della sicurezza, benché le politiche del governo centrale abbiano sestuplicato gli sbarchi dal 2019 ad oggi e di certo, dietro al termine dell’accoglienza, si celano difficoltà di integrazione, di sfruttamento e delinquenza.

Al voto, Falamischia è quindi blindato dalla propria maggioranza, nella speranza che gli investimenti sulla caserma dei carabinieri e il tentativo di portare a Legnago una nuova sede della Polizia di Stato possano migliorare la situazione.