La scelta della terna di nomi da proporre alla Fondazione Cariverona per sostituire il rappresentante uscente del Comune di Legnago all’interno del consiglio generale di quella che è rimasta la vera cassaforte di Verona, sta scatenando il dibattito politico a Legnago.
La scelta dei tre nomi da indicare alla Fondazione Cariverona spetta al sindaco Graziano Lorenzetti che deciderà a ore, visto che il consiglio generale della Fondazione presieduta da Alessandro Mazzucco è convocato per il 29 ottobre, e che l’attuale rappresentante, Stefano Gomiero, scade il 4 novembre.
Il nodo sta proprio in questi nomi, da scegliere tra i curriculum presentati e tra i quali in pole position all’improvviso è spuntata Alister Giarola, 29 anni, dottore commercialista, figlia di Luciano Giarola , ex segretario leghista, già fautore della campagna elettorale del candidato sindaco Riccardo Toufik Shahine e del suo successivo ingresso in maggioranza e in Forza Italia.
Coincidenze? Sta di fatto che questa scelta del sindaco, che potrebbe poi anche venir sconfessata da Cariverona alla quale spetta la nomina, sta agitando la politica nella città del Salieri. E non solo tra maggioranza e minoranza.
Tutto nasce dal patto del dicembre 2020 che ha portato in maggioranza Shahine, passato al contempo dalla civica Giaroliana a Forza Italia.
«Quello è un accordo politico che riguarda il consiglio comunale di Legnago, dove Forza Italia da sempre sostiene ed è parte attiva della coalizione del sindaco Lorenzetti – precisa Roberto Donà, segretario cittadino dei Berlusconiani -. Il resto è chiacchiericcio da bar e come sempre c’è di mira Giarola che, essendo una persona carismatica, attira l’attenzione. Il sindaco sta lavorando bene e la scelta sulla Fondazione Cariverona non è un tema politico: si presentano dei curricula su un bando pubblico e si sceglie tra quelli. Con la Fondazione che poi ha l’ultima parola».

Diversa, naturalmente, l’opinione di Diego Porfido: «È chiaro a tutti quanto sta accadendo in consiglio comunale. Il sindaco di Legnago e la sua maggioranza oggi sono nelle mani da una parte di Luciano Giarola, che garantisce i voti di Shahine, e dall’altra di Paolo Longhi, il presidente del consiglio comunale che è stato il vero regista di questo passaggio politico, concluso anche con l’entrata nel suo gruppo di Mattia Lorenzetti, sottratto alla lista del primo cittadino.
Basta che Giarola e Longhi dicano ai loro due uomini di non alzare le mani ed il sindaco resta senza maggioranza».

Per correttezza d’informazione dobbiamo rettificare la frase riportata sull’edizione cartacea secondo la quale  Angelo Guarino, primo dei fuoriusciti della maggioranza, avrebbe detto: ”È chiaro che questa è una contropartita a Giarola del passaggio di Shahine in maggioranza”, questa frase non è stata mai pronunciata dall’interessato.
Mentre ancora una volta Guarino ci tiene a ribadire che: «La cosa brutta è che in questi giochi di bassa politica le vere esigenze dei legnaghesi sono le ultime ad essere prese in considerazione».

Basteranno pochi giorni per capire: entro il 29 ottobre la terna deve arrivare sul tavolo di Mazzucco in Cariverona. E allora si scopriranno i nomi.

[da Primo Giornale]

 

Foto: a sinistra dall’alto, Roberto Donà, Diego Porfido, Paolo Longhi e Angelo Guarino; al centro, Palazzo de’ Stefani sede comunale; a destra, Luciano Giarola.