Protesta delle lavoratrici di Navigare, mercoledì a Legnago. Una manifestazione davanti al punto vendita di San Pietro di Legnago che fa parte dell’azienda Manifattura Riese con sede a Carpi di Modena, che ha deciso dall’oggi al domani di aprire la procedura di licenziamento per 83 dipendenti in tutto il territorio nazionale, dei quali 45 lavoratrici inquadrate con il contratto del commercio.
«Per questo, la Filcams Cgil di Verona ha deciso di unirsi alla protesta dei lavoratori del gruppo. Nel punto vendita di Legnago sono coinvolte 4 lavoratrici, anche se è uno dei negozi che ha sempre lavorato e non ha mai chiuso visto che non è all’interno dei centri commerciali come la maggior parte.
Attendiamo a giorni la lettera del licenziamento e così anche questo negozio di Legnago verrà chiuso», avverte Olga Nino della Filcams Cgil di Verona.
Nel corso di un drammatico incontro il 29 aprile con sindacati e Rsu, i legali e i consulenti della Manifattura Riese di Carpi hanno comunicato che dai primi di maggio l’azienda sarà posta in liquidazione.
La Manifattura Riese, azienda operante nel settore tessile abbigliamento con 83 addetti in maggior numero donne, dei quali la metà operanti nei vari punti vendita sparsi in tutta Italia, legata da anni al marchio Navigare, ha da circa 5 anni come socio di maggioranza il Fondo di investimento Consilium. Quattro mesi fa ha lasciato il territorio di Rio Saliceto insediandosi a Carpi.
Come molte aziende del settore, versa in una crisi produttiva rilevante, alimentata dalla prolungata chiusura dei negozi a causa del covid.
Da tempo aleggiava la notizia che l’azienda da alcune settimane avesse intrapreso trattative per la propria cessione ed i lavoratori stavano esercitando una certa pressione affinché la direzione aziendale si decidesse a fornire maggiori informazioni.
Ma non era in alcun modo immaginabile che si potesse giungere in maniera così repentina ad una simile conclusione.
La Filctem Cgil e la Filcams Cgil, che hanno chiesto immediatamente l’apertura di una trattativa presso l’assessorato regionale al Lavoro, non sono affatto convinte che questo sia il vero epilogo della vicenda e gli stessi lavoratori, informati subito dopo l’incontro si dicono sconcertati e delusi.
«Troppi interrogativi e troppi dubbi gravano su questa scelta che parrebbe atta esclusivamente a mettere fuori gioco le maestranze. Non è infatti ipotizzabile – spiegano i sindacalisti – che a circa 100 giorni dall’inaugurazione in pompa magna della nuova sede carpigiana, ovvero nel polo industriale tra i più importanti d’Italia del settore abbigliamento/moda, si decida di sopprimere un marchio che da 61 anni ha saputo conquistare una interessante fetta di mercato.
Non risulta che l’azienda abbia particolari problemi finanziari, tanto che ha dichiarato di voler procedere ad una liquidazione in bonis. Tutto ciò fa presupporre scenari che hanno come unico scopo quello di salvare un marchio ai danni di 83 famiglie».
Foto: a sinistra, la protesta nella sede di San Pietro di Legnago; a destra, la protesta nella sede di Manifattura Riese a Carpi di Modena.