L’appuntamento è fissato alla birreria Gabbia, locale storico di via Duomo e crocevia di politici che qui hanno siglato accordi elettorali che poi hanno determinato il futuro della città.
Qui è nata ufficialmente nell’aprile 2019 la civica Lista Lorenzetti Sindaco oggi rappresentata in Comune dal super consigliere Simone Tebon e politicamente nel territorio da Roberto Bronuzzi.
Sul tavolo, oltre ai quattro calici di Valpolicella, ad attendere Roberto Bronuzzi referente politico della Lista Lorenzetti, Giorgio Adamo esponente della Lista, Simone Tebon consigliere comunale e Claudio Perillo editore Il Nuovo Giornale Web, anche la necessità di riprendere possesso della ragione che nelle ultime 48 ore, nei commenti sui social, era mancata.

Se a Bronuzzi non va giù il fatto di essere considerato il burattinaio di tutti i complotti politici legnaghesi, dal primato della presidenza di ViviLegnago a quello del Teatro Salieri, dall’altra parte, al super consigliere estromesso dalla maggioranza che governa Palazzo de’ Stefani, basta invece una scintilla per accendergli il fuoco.

Hai tutto il Palazzo contro, te le vai proprio a cercare, come Don Chisciotte.
– Hanno affermato che sono una scheggia impazzita, che sono ingestibile, su di me si sono inventati di tutto e di più. E allora spiegami perché per ben due volte mi hanno chiesto di entrare in Lega. La prima volta nel    settembre dello scorso anno dopo che Roberto Danieli e Daniela De Grandis avevano già fatto il salto sul Carroccio, tradendo la nostra lista civica. La seconda volta il 22 aprile scorso, dopo che qualche giorno prima, il 18 aprile, era stata comunicata la mia espulsione dalla maggioranza dal sindaco e da De Lorenzi. Per tutte e due le volte ho rifiutato, perché io ho una faccia sola e non voglio fare il voltagabbana come qualcuno ha fatto».

E con Fratelli d’Italia? Anche a Cavedo, Longhi e compagnia cantando hai chiesto asilo politico, si dice.
– Mai avuto contatti in questo senso. Ho buoni rapporti con loro ma niente di più. Posso escluderti qualsiasi mio interessamento al partito della Meloni, per gli stessi motivi per cui ho detto di no alla Lega.

Angelo Guarino, Fabio Crivellente, Alessandra Donà, un unico destino: fuori dalla maggioranza, come te, alcuni anche dal Palazzo.
Poi l’arrivo di Orietta Bertolaso, Nadia Zanini e le new entry di Toufik Riccardo Shahine e Loris Bisighin hanno permesso alla maggioranza di blindarsi da eventuali coup de théâtre da parte tua o di Guarino.
– La cosa che penso è che pur essendoci una maggioranza forte, tutto avrà un prezzo. Chi fino a oggi affermava che il sindaco era sotto scacco di Tebon, scoprirà nei prossimi mesi
che sono effettivamente sotto scacco ma di personaggi entrati a teatro senza pagare il biglietto.

Torniamo ai giorni nostri, nei prossimi consigli comunali dovrai portarti la sedia da casa perché hanno già detto che con loro non ti vogliono.
– E io ti dico che siederò nei banchi che mi spettano, quelli della maggioranza e se me lo impediranno chiamerò le Forze dell’Ordine.

Il tuo ruolo in Consiglio. Non dirmi anche tu che voterai di volta in volta secondo coscienza come Guarino.
– E invece si, mai secondo convenienza, come fanno altri. Il mio voto non sarà il voto di Simone Tebon o del super consigliere come mi chiami tu, ma sarà il voto della Lista Lorenzetti perché prima di ogni Consiglio discuteremo tra di noi ogni ordine del giorno».

Nel futuro di Tebon cosa vedi. Ci sarà ancora la politica?
– Ti do un consiglio, seguici da vicino perché sta nascendo qualcosa d’importante a Legnago, nella nostra Lista, con il supporto di Verona, ci stiamo impegnando bene e tanto per i cittadini di Legnago. Tu seguici, il   futuro è qui.

 

Qui al Gabbia avvenne la presentazione della Lista Lorenzetti Sindaco. Ne facevano parte: Roberto Danieli, Loris Bisighin, Roberto Bronuzzi, Cesare Canoso, Sandro Colangeli, Nico Dalla Via, Daniela De Grandis, Giuliana Frison, Eleonora Mercurio, Michela Ottoboni, Alicia Florencia Pavan Huaman, Michele Tadiello, Simone Tebon, Roland Tedesco, Andrea Tobaldini e Daniele Tramarin.
Era una bella squadra, tutti amici e tutti uniti in un ideale: fare ripartire Legnago. Poi la vita e la politica ha cambiato le carte e gli uomini.

C.P.