Fare le vaccinazioni anti Covid all’ex Macello come proposto dal sindaco di Legnago? Oggi come oggi è impossibile, a meno che il primo cittadino non si impegni ad attrezzare la struttura con box, rete internet, frigoriferi a norma e a mettere a disposizione almeno per un anno il vicino Piccolo Salieri come sala dove accogliere le persone nell’osservazione richiesta dopo la vaccinazione».

Sono chiari Andrea Cesaro e Angelo Guarino, referenti per i due team che oggi uniscono i medici di Legnago (il primo per la destra Adige ed il secondo per la sinistra) di fronte all’annuncio fatto sabato 27 marzo dal sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti, che in videoconferenza con il direttore generale dell’Ulss 21, Pietro Girardi, ed il presidente del Comitato dei sindaci del Distretto 3 della Pianura Veronese, Flavio Pasini, ha detto che «il Comune di Legnago ha offerto ai medici di famiglia l’ex Macello per crearvi un nuovo punto di vaccinazioni».

Un tema che riporta all’attenzione il fatto che nella città del Salieri manchi ancora un polo operativo dei medici di famiglia.
«I problemi dell’ex Macello li avevamo già sottolineati quando lì, grazie alla collaborazione con gli Alpini, abbiamo fatto le vaccinazioni per l’influenza. Ci sono spazi non adatti, ma soprattutto in questo caso parliamo di ben altri vaccini, che richiedono anzitutto una catena di conservazione e di utilizzo precisa e sicura nelle temperature. E all’ex Macello oggi l’unico frigorifero è quello dove dentro ci sono le bibite e il vino degli Alpini – dice il dottor Cesaro -. Ma non solo, mancano le linee internet per collegarsi e registrare l’avvenuta vaccinazione, non ci sono i box dove dividere le persone, non c’è una sala da destinare ai 15-30 minuti di osservazione post vaccinazione se non il vicino Piccolo Salieri, dove però a breve torneranno gli studenti che lì sono ospitati. E poi, non c’è un vicino presidio di sicurezza in caso accada che qualche vaccinato abbia un’anafilassi importante».

Per questo, i medici hanno chiesto lunedì 29 marzo al direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi un’altra collocazione. A partire dall’ex reparto di Osservazione permanente intensiva (a fianco del Pronto Soccorso) dove venivano fatte le vaccinazioni all’ospedale Mater Salutis prima dell’apertura del centro all’ex Rossetto.
«Questa sarebbe la soluzione ideale – continua Guarino – anche perché saremmo all’interno dell’ospedale quindi in piena sicurezza.
Noi medici vogliamo vaccinare i nostri assistiti, ma per farlo dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter operare in sicurezza. La vaccinazione dura si è no un minuto, ma poi servono venti minuti per compilare registrazioni e patentino vaccinale. E non si può sbagliare, perché c’è anche il vaccino che richiede la seconda dose».

«Abbiamo proposto, in alternativa, al direttore Girardi di poter utilizzare anche l’attuale centro dell’ex Rossetto, nelle ore nelle quali non è utilizzato dall’Ulss 9, anche alla sera dalle 21 alle 23 – dice il dottor Roberto Maggioni che fa parte di uno dei due team -. Ma pare che non sia possibile».

«Altra proposta è quella di andare all’ex Lidl dove si fanno i tamponi, sempre nelle ore in cui è chiuso quel servizio – ri- prende Guarino -. Tutte strutture che avrebbero già rete internet, computer, stampanti, box predisposti, e spazi per una sala d’attesa post-vaccino.
All’ex Rossetto c’è anche stabile un’ambulanza in caso di complicazioni, ma è chiaro che la soluzione per noi migliore sarebbe l’ex Opi dell’ospedale».

«Ma sia chiaro, se il sindaco è disposto ad attrezzare l’ex Macello, con i soldi del Comune, di quanto serve per renderlo usufruibile, garantendo anche la sala del Piccolo Salieri per l’osservazione, noi siamo pronti ad iniziare a vaccinare anche domani, appena avremo le dosi di vaccino per farlo», afferma Cesaro.

«Il modello a cui fare riferimento è quello dell’Aft Aggregazione funzionale territoriale dei medici di famiglia di Cerea, dove già sabato 27 marzo hanno iniziato a vaccinare. Ma qui solleviamo un altro tema che già ho più volte sollecitato: la mancanza di un’Aft a Legnago – continua Guarino. A Cerea il Comune ha investito centinaia di migliaia di euro, assieme all’Ulss che ha garantito 5 infermieri.
È quello che avevo chiesto di fare al sindaco ancora a luglio in consiglio comunale, e che ripeto oggi, quando scopriamo quando pesa l’assenza di una realtà di questo tipo a Legnago».

Anche ieri mattina, alla cerimonia di ringraziamento al personale della Casa di Riposo di Legnago, Guarino non ha perso l’occasione per tornare sulla questione Aft di Legnago con il dg Girardi, sollecitando un suo intervento per sbloccare la situazione, proponendo anche altre alternative, e poi successivamente strappando una promessa al sindaco Lorenzetti, presente anche la vicepresidente Elisa De Berti, di provvedere, nel caso si optasse per il sito dell’ex Macello, a tutte le necessarie strutture e componentistiche necessarie per poter permettere ai medici di operare in assoluta sicurezza, pur sollevando ancora parecchie perplessità sull’idoneità del sito.

Una cosa è certa, tutti i comuni più importanti della Pianura si stanno attrezzando con strutture Aft in perfetta sintonia e collaborazione tra Comune, Distretto 3, Ulss 9 e medici di famiglia. Solo a Legnago questa sembra non essere un’esigenza urgente e prioritaria.

Per ultimo, ma non per importanza, va ricordato che oggi entra in funzione il portale unico per le prenotazioni online delle vaccinazioni sul sito www.vaccinicovid.regione.veneto.it , mentre per le vaccinazioni a domicilio sarà compito dell’Ulss in accordo con i medici di famiglia comunicare modi e tempi di esecuzione.

Foto: a sinistra, l’ex Macello proposto dal sindaco Lorenzetti per fare le vaccinazioni; a destra in alto, il dottor Angelo Guarino con il dg Ulss 9 Pietro Girardi; in basso, il dg Girardi con il sindaco Graziano Lorenzetti e la vicepresidente regionale Elisa De Berti presenti ieri alla Casa di Riposo di Legnago.