Avrebbe preteso la «bellezza» di 398,94 euro da una coppia per la sostituzione di un salvavita all’interno dell’abitazione che avevano preso in affitto. Un prezzo ritenuto «esagerato» dai diretti interessati, sia per la semplicità del lavoro di riparazione svolto dal professionista, sia perché non si sarebbe trattato di un intervento chiesto d’urgenza.
E quando i clienti, marito e moglie, si erano rifiutati di pagare quel conto «choc», – racconta Laura Tedesco sul Corriere – l’elettricista avrebbe avuto una reazione «esagerata»: stando al capo d’accusa, avrebbe dapprima smontato il salvavita da lui appena installato, poi sarebbe rientrato in casa per riprendersi la ricevuta fiscale lasciata all’interno, bestemmiando e inveendo contro la coppia.
Li avrebbe definiti «incapaci e pezzenti»: inizialmente indagato per tentata estorsione, ieri l’accusa è stata modificata in «esercizio arbitrario delle proprie ragioni» e l’elettricista è stato condannato con il rito abbreviato dal giudice Giuliana Franciosi a 4 mesi.
I fatti contestati si sarebbero svolti a Legnago il 16 luglio 2018, quando l’imputato – il cui difensore è l’avvocato Valentina Lombardo, che ha ottenuto l’alleggerimento del reato contestato al suo cliente – si era «recato in veste di elettricista per riparare un guasto all’impianto elettrico presso l’abitazione presa in locazione» dalla coppia di coniugi. Ma dopo il presunto «conto choc» la situazione sarebbe sfuggita in mano, con l’elettricista che avrebbe minacciato il marito di dargli «un destro se non mi paghi, pezzente».
Gli avrebbe anche posato una mano sulla spalla scagliando violentemente a terra il coperchio del quadro elettrico dell’impianto.
Tuttavia il cliente non pagò e lo denunciò.
Foto: immagini d’archivio