Scandalo diamanti: multe “scontate” alle banche. Per il caso delle pietre vendute negli istituti di credito a presunti “prezzi gonfiati”, i giudici amministrativi “tagliano” infatti del 30% le multe inflitte quattro anni fa dall’Antitrust a Banco Bpm e Unicredit. – lo riporta Laura Tedesco sul Corriere – Lo ha stabilito ieri la Sesta sezione del Consiglio di Stato con quattro sentenze in cui ha anche confermato le sanzioni inflitte a Intermarket Diamond Business (2 milioni), di cui è stato dichiarato il fallimento nel 2019, e Diamond Private Investment (1 milione), oggi in liquidazione, che all’epoca erano i due principali broker attivi nella vendita di diamanti.
La decurtazione sulle maxi sanzioni, pari a 4 e 3,35 milioni di euro, è stata decisa ieri dal Consiglio di Stato, che ha accolto parzialmente il ricorso dei due istituti di credito.
Calcolatrice alla mano, – scrive Tedesco – il verdetto aggiorna così le cifre: Unicredit dovrà versare 2,8 milioni, mentre Banco Bpm 2,345. La battaglia a colpi di carte bollate è legata alla vicenda dei diamanti venduti “a prezzi gonfiati” dalle società Intermarket Diamond Business e IDB Intermediazioni srl a clienti ignari con la presunta complicità di 5 istituti di credito, i cui vertici avrebbero ricevuto in cambio regali e donazioni.
Una vicenda finita al centro di un’indagine della Procura di Milano e della Guardia di Finanza che ha coinvolto 87 persone e sette società e che ha portato al sequestro preventivo di circa 700 milioni di euro.
Per il Consiglio di Stato, se «è indubbia la sussistenza della responsabilità» delle banche, è anche vero che il loro ruolo assume «una valenza meno marcata rispetto a quello della società di vendita, essendosi risolto nell’agevolare la vendita dei preziosi». Da qui la richiesta di ridurre la sanzione del 30%.