«Con il sindaco Lorenzetti, il presidente del Consiglio Paolo Longhi ed il segretario della Lega Maurizio De Lorenzi, avevamo concordato che io rassegnassi le dimissioni senza mandare a casa l’esecutivo» – racconta Fabio Crivellente in un’intervista all’Arena – «In cambio, nel giro di qualche giorno, avrei ottenuto il ruolo di vicepresidente della casa di riposo (assegnato invece a Giuliana Frison) con delega al personale e ai rapporti con gli enti pubblici».
«Ebbene, – prosegue l’ex consigliere – dopo appena cinque giorni dalle mie dimissioni, il primo cittadino mi ha comunicato per iscritto che ero incompatibile per la nuova nomina».

«Mi sento infinocchiato, tradito e impotente» – ammette l’ex vicepresidente Crivellente – «Tuttavia le persone che hanno tradito la mia fiducia non sanno di che pasta sono fatto, perciò, da lunedì 1 febbraio inizierò uno sciopero della fame. Berrò solamente tre cappuccini al giorno e null’altro fino a quando non otterrò un incarico dignitoso».

Questo è Fabio Crivellente, 63 anni ex vicepresidente leghista del Consiglio comunale di Legnago, già vicesindaco ed assessore al Bilancio del Comune di Caldiero ed attuale rappresentante della Regione nel Consorzio di bonifica Alta pianura veneta.
Il 13 gennaio Crivellente si è dimesso dal Consiglio di Palazzo de’ Stefani perché «fin da iniziò mandato, qualunque progetto o proposta presentassi veniva bocciata dalla Giunta» sancendo di fatto la rottura con gli alleati di coalizione.

Ma onde evitare che con il suo voto contrario potesse bocciare in aula a febbraio il bilancio di previsione 2021, veniva sancito un patto tra Crivellente e la triade Lorenzetti-Longhi-De Lorenzi con la promessa della poltrona di vicepresidente dell’Ipab. Promessa poi non mantenuta.

«Purtroppo – precisa il presidente Longhi in un commento sul suo profilo social – la soluzione della casa di riposo, che Crivellente avrebbe gradito, non si è rivelata percorribile per l’inconferibilità dell’incarico» – poi sullo sciopero della fame fa una battuta – «Gandhi scioperò per cambiare l’India e concedere diritti ai poveri, Crivellente, invece, lo fa per una carica politica».

«Piove sul bagnato – afferma il consigliere del gruppo misto Angelo Guarino – da questa ulteriore triste vicenda, a mio avviso, non esce alcun vincitore. Ne l’ex collega consigliare Crivellente che, seppur umanamente me ne dolga, racimola una pessima figura, nè la politica che appare ben più occupata a sistemare poltrone che a trovare soluzioni tangibili per uscire o quantomeno alleviare questa paurosa crisi che i legnaghesi, anch’essi per tali motivi perdenti, stanno soffrendo come tutti».

Un affaire di promesse di poltrone non mantenute, di scioperi della fame in nome di poltrone non ricevute e che rimandano più ai riti propiziatori del Divino Otelma che non alla protesta non violenta di Mahatma Gandhi.

Foto: a sinistra dall’alto, il sindaco Graziano Lorenzetti; il presidente del Consiglio Paolo Longhi; il consigliere del Gruppo misto Angelo Guarino; a destra, l’ex vicepresidente Fabio Crivellente.