L’Istituto comprensivo “Berto Barbarani” con le classi seconde delle Scuola secondaria di primo grado di Minerbe e di Roverchiara ha aderito ai laboratori on line, attraverso la piattaforma Meet di GSuite “Nuove tecnologie”, organizzati e gestiti da Cà Dotta, proposti dalla Regione del Veneto e dall’Ulss 7 Pedemontana.
Il percorso, di complessive 2 ore per classe, nasce dall’esigenza di sensibilizzare i ragazzi ad un utilizzo consapevole e responsabile dei nuovi strumenti digitali.
Le ricerche indicano che oltre il 95% degli adolescenti in Italia sono utenti di Internet, ed il 75% di questi dichiara di avere un profilo su uno dei social network più conosciuti e usati: Facebook (in calo), WhatsApp, Instagram, Snapchat e Tiktok (in crescita esponenziale).
L’utilizzo degli smartphone consente una connettività praticamente illimitata.
Internet rappresenta per gli adolescenti un contesto di esperienze e socializzazione irrinunciabile: si usa per mantenersi in contatto con amici e conoscenti, per cercare informazioni, per studiare. Le nuove tecnologie, quindi, sono in grado di offrire a chi ne fa uso grandi opportunità, specialmente nel campo comunicativo-relazionale, ma, nello stesso tempo, espongono i giovani utenti a nuovi rischi, quale il loro uso distorto o improprio, per colpire intenzionalmente persone indifese e arrecare danno alla loro reputazione.
«I ragazzi non sono consapevoli dei pericoli connessi ad uno “strumento” le cui caratteristiche fondamentali sono l’anonimato, che comporta la deresponsabilizzazione, la facilità di accesso da parte di chiunque, la rapida diffusione di notizie, immagini, e la permanenza nel tempo delle stesse» – afferma la professoressa Elena Tavellin referente per la prevenzione e lotta al bullismo e al cyberbullismo dell’Istituto scolastico.
Ecco perché l’Istituto Comprensivo di Minerbe ha riservato a tutti gli studenti delle classi seconde, delle Scuole Secondarie di primo grado di Minerbe e Roverchiara, un laboratorio formativo-informativo, “Nuove tecnologie” realizzato da Cà Dotta, che costituisce in Veneto il primo esempio, il secondo in Italia, di laboratori multimediali rivolti a bambini e ragazzi dai 6 ai 19 anni e agli adulti quali genitori, insegnanti ed educatori su percorsi rivolti alla salute e ai corretti stili di vita.
La scuola ha riservato ai suoi studenti due ore formative i cui argomenti nevralgici trattati sono stati: i meccanismi che entrano in funzione nel nostro cervello e nel nostro corpo quando si utilizza uno smartphone o, ad esempio, si gioca ad un videogioco, nuove tecnologie, hate speech (espressione di odio rivolta contro individui o intere fasce di popolazione, come ad esempio stranieri, persone di colore, omosessuali, credenti di altre religioni, diversamente abili), harassement (dall’inglese “molestia” messaggi scortesi, offensivi, insultanti, disturbanti, inviati ripetutamente nel tempo, attraverso e-mail, SMS, MMS, telefonate sgradite o talvolta mute) e fake news.
I percorsi nelle classi sono stati introdotti da attività propedeutiche, suggerite dalla collaborazione con Cà Dotta, come la visione di alcuni filmati pensati ad hoc, attraverso cui i ragazzi hanno potuto soffermarsi sugli aspetti positivi e negativi legati all’uso delle nuove tecnologie, attraverso attività pratiche per introdurre gli studenti ai concetti di “privacy” e di riservatezza e, di seguito, analizzare come i social network utilizzano i nostri dati personali e con quale scopo.
«Oltre a questo, – spiega la responsabile Tavellin – nell’arco dei primi tre mesi di frequenza scolastica con i docenti abbiamo messo in atto il percorso multidisciplinare “Bullismo e cyberbullismo: diversità e pregiudizio”, ricco di stimoli differenti, fino a giungere all’analisi e alla realizzazione di attività laboratoriali sul “Manifesto della comunicazione non ostile ed inclusiva” di Parole O-stili, dieci principi di stile a cui ispirarsi per scegliere parole giuste, che sappiano superare le differenze, oltrepassare i pregiudizi e abbattere i muri dell’incomprensione, che ci liberino dalle etichette, che non ci isolino, che non ci facciano sentire sbagliati».
«La finalità dell’IC “B. Barbarani” – conclude la professoressa Tavellin – è da sempre quella di supportare gli insegnanti nella creazione di un ambiente favorevole a far crescere l’interesse e la passione dei ragazzi per un utilizzo da protagonisti delle opportunità della rete, attraverso la promozione però di un uso responsabile e consapevole delle nuove tecnologie».