Una lettera al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e all’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, per denunciare la grave situazione che si sta vivendo nella casa di riposo della fondazione Opere Riunite Don Luigi Rossi di Arcole, dove 13 ospiti sono deceduti e la stragrande maggioranza dei restanti è risultata positiva al Covid 19.
L’ha inviata il 31 dicembre il segretario generale della Funzione pubblica della Cgil di Verona, Antonio De Pasquale.
«Non è più tempo per gli organismi di controllo e vigilanza, tra i quali in prima fila c’è la Regione Veneto, di attendere o tergiversare – avverte De Pasquale -. Alla casa di riposo di Arcole il virus Sars-Cov-2 ha drammaticamente messo in crisi l’intera struttura che era, però, in una situazione già gravemente deficitaria.
Inascoltate, purtroppo, sono state le nostre denunce dei mesi scorsi ed ora le conseguenze sono estremamente dure: 13 ospiti deceduti e la stragrande maggioranza dei restanti positivi al virus, di cui alcuni in gravi condizioni.
Tra il personale solo 8 operatori socio sanitari in servizio su 30 previsti, con turni massacranti di 12 ore consecutive; 3 soli infermieri per l’intera struttura e coordinatori del personale assenti tra malattia e dimissioni».
«È necessario che la Regione Veneto si assuma le proprie responsabilità valutando se ci sono le condizioni per lo scioglimento del consiglio di amministrazione della Fondazione Opere Riunite Don Luigi Rossi che oggettivamente non ha dato prova di possedere le competenze e le capacità per gestire la Casa di Riposo, con la conseguente nomina di un commissario straordinario», conclude De Pasquale.
Foto: a sinistra, la casa di riposo della fondazione Opere Riunite Don Luigi Rossi di Arcole; a destra dall’alto, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia; l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin; il segretario generale della Funzione pubblica della Cgil di Verona, Antonio De Pasquale.