«Un attacco scomposto e non veritiero, che sa paradossalmente di autogol. Valdegamberi, che da decenni riveste ruoli decisionali in Regione, sia in veste di assessore, che di presidente di numerosi commissioni in Consiglio regionale, da un lato critica i costi gestionali di Amia, dimenticando che Verona è oggi la città più penalizzata in Veneto dai costi delle tariffe di smaltimento di rifiuti in discarica dell’intero Veneto, tariffe determinate proprio dalla Regione, unico organo competente in materia, dall’altro attacca i vertici della società, composto anche da esponenti del suo stesso partito, accusandoli di inefficienza, nonostante gli importanti risultati raggiunti nel corso del primo anno di manangment, dopo anni di bilanci in rosso e mancati investimenti».
Il gruppo consiliare di Verona Domani, composto da Marco Zandomeneghi, Daniela Drudi, Massimo Paci, Paolo Rossi, Thomas Laperna e dal capogruppo Mauro Bonato, replica alle dichiarazioni del consigliere regionale Stefano Valdegamberi, che nei giorni scorsi aveva duramente attaccato la gestione di Amia, definendola inefficiente e non all’altezza delle aspettative della città.
«Spiace constatare – spiegano i consiglieri – come un esponete della maggioranza del centrodestra che ha all’interno del suo partito esponenti che ricoprono ruoli di altissimo livello e decisionali sia all’interno dell’amministrazione comunale, sia nei ruoli presidenziali e nei Cda di tutti gli enti comunali, Amia compresa, rivolga critiche ed attacchi senza nessun fondamento, proprio ai suoi stessi colleghi di partito, oltre che ai suoi alleati».
«L’ex esponente dell’Udc, neoleghista, invece di offendere e criticare l’attuale managment ed indirettamente centinaia di lavoratori della società di via Avesani, faccia autocritica. Il consigliere regionale, che da circa 20 anni siede nei banchi del Consiglio e della Giunta regionale, si adoperi prontamente affinchè venga colmato l’assurdo gap che vede la città di Verona ingiustamente penalizzata dal tariffario delle discariche regionali».
I consiglieri inoltre spiegano che Amia ad oggi «Versa 125 euro a tonnellata per conferire i rifiuti di natura indifferenziata presso la discarica di Torretta a Legnago, risultando la città del Veneto con le tariffe più alte (altre città versano presso altre discariche dislocate sul territorio regionale circa la metà). Tariffe unicamente determinate dalla Regione, che ovviamente si ripercuotono sui costi gestionali e sul bilancio aziendale. Stupisce quindi l’attacco di Valdegamberi, che invece di criticare il Cda della società, non si è mai occupato presso gli uffici competenti di risolvere questa assurda incongruenza. Proponga subito in Consiglio una legge che instituisca un tariffario unico per tutte le province venete, o in alternativa faccia instituire, tramite apposita legge regionale, un polo alternativo a quello di Legnago, che oltre a risultare assolutamente non vantaggioso sotto il punto di vista economico, presenta anche importanti criticità di saturazione legate a capienza e capacità di smaltimento dei rifiuti».
«Chissà come avranno preso gli attacchi del consigliere regionale i vertici del suo partito. Forza politica che, oltre a rappresentare una delle colonne portanti della maggioranza della giunta Sboarina, vanta presidenti, vicepresidenti e consiglieri di amministrazione in tutti gli enti municipalizzati, compreso Amia e Agsm, società proprietaria della società dei rifiuti e che ne determina linee guida e strategie operative. Ricordi infine Valdegamberi che l’attuale presidente Bruno Tacchella, oltre ad aver risanato un passivo pesante nel primo anno di gestione per poter affrontare futuri investimenti fermi da decenni, appartiene ad un gruppo politico, Verona Domani, che fin dall’inizio si è battuta da sola per la gestione in house di Amia, per la salvaguardia occupazionale di centinaia di dipendenti che vi lavorano e per una maggiore efficienza della stessa», concludono i consiglieri.
Ecco cosa aveva detto Valdegamberi su Amia e sulla classe dirigenziale che ha scatenare le proteste di Verona Domani il movimento guidato da Matteo Gasparato.
«I cittadini del comune di Verona pagano la tariffa rifiuti molto cara (forse la più cara) del Veneto e hanno la raccolta differenziata più bassa. Perché?»
«Il comune di Verona, si distingue ancora una volta per essere la maglia nera del Veneto, non riuscendo nemmeno a superare la percentuale del 50% (49,1% nel 2019), facendosi superare persino da tutte le altre città venete, compreso Venezia»
«Non credo che la colpa sia dei cittadini veronesi perchè questi, in altri comuni anche contermini, sanno raggiungere percentuali superiori alla media regionale. Perché in comune di Verona no? È solo questione di organizzazione e l’organizzazione dipende dalle persone e da chi dirige le nostre aziende pubbliche».
«Troppe assunzioni politicizzate, soprattutto nelle posizioni apicali e di responsabilità sono un limite per le nostre aziende pubbliche e questi pessimi risultati, che non sono degni di una città come Verona, ne sono la conseguenza».
Per poi concludere: «Quanto costa ai cittadini l’inefficienza delle nostre aziende? Un indicatore semplice. Prendiamo il costo medio del servizio di gestione dei rifiuti in Veneto. Nel 2018 è pari a 143 euro per abitante. Nel comune di Verona nello stesso anno è stato di ben 174 euro per abitante. La differenza è pertanto pari a 31euro che moltiplicati per i 259.154 abitanti di Verona fanno più di 8 milioni di euro all’anno che i cittadini veronesi spendono in più della media dei cittadini veneti per la mancata attuazione di adeguate misure per la riduzione dei rifiuti e per eccessivi costi aziendali. Forse qualche gara pubblica sul mercato e qualche affidamento in house in meno a volte servono alle tasche dei contribuenti e a rompere i monopoli pubblici delle inefficienze».
Foto: a sinistra, la sede Amia di via Avesani; a destra in alto, il presidente di Amia Bruno Tacchella; in basso, il consigliere regionale Stefano Valdegamberi.