Una settimana corta, anzi cortissima: quattro giorni di lavoro anziché cinque, a retribuzione piena. È quanto sperimenterà nei prossimi 12 mesi la multinazionale Unilever, nella sua sede neozelandese, ma con una consorella ex Unilever oggi diventata Menz&Gasser a Sanguinetto.
«Il Covid-19 ha svolto un ruolo di catalizzatore nello scuotere le pratiche di lavoro standard» ha spiegato Nick Bangs, amministratore delegato di Unilever Nuova Zelanda.
«I vecchi modi di lavorare sono obsoleti. Il nostro obiettivo è misurare la performance in base ai risultati, non al tempo. L’azienda è in forte crescita. Questo quindi è il momento perfetto per provare qualcosa di nuovo e ambizioso».
Unilever vuole aumentare la produttività e al tempo stesso il benessere dei lavoratori, puntando su responsabilizzazione e flessibilità.
«Avere flessibilità nell’equilibrio tra lavoro e vita privata permette a donne e uomini, giovani e meno giovani, di prendersi del tempo libero per stare con la famiglia e gli amici e di avere l’energia e la concentrazione per seguire le proprie ambizioni di carriera» spiega Bangs.
«In sostanza, si tratta di una comprensione olistica di come vita e lavoro si incastrano».
Ci sono dei precedenti come Perpetual Guardian e Microsoft.
Già nel 2018, l’azienda neozelandese Perpetual Guardian aveva introdotto con successo la settimana lavorativa da quattro giorni. Il suo fondatore Andrew Barnes ha poi creato una società non profit (4dayweek.com) per incoraggiare e supportare altre imprese a replicare il modello.
«Abbiamo preso ispirazione da lui e dal suo team» ha raccontato Bangs.
Nel 2019 anche Microsoft, con un test in Giappone che ha coinvolto circa 2300 dipendenti, ha provato i vantaggi della settimana più corta: costi ridotti, aumento della produttività e una maggiore soddisfazione dei lavoratori.
Come Perpetual Guardian, anche Unilever collaborerà con un istituto di ricerca (la Business School dell’University of Technology di Sydney) per misurare i risultati dello studio. «Condivideremo quanto avremo imparato, nella speranza di influenzare altre aziende a riflettere sul proprio modo di lavorare».
Il test in Nuova Zelanda si svolgerà da dicembre 2020 a dicembre 2021. In seguito, in base ai risultati, potrà essere esteso su larga scala.
Ad oggi Unilever impiega oltre 150mila dipendenti nel mondo, è attiva in 190 Paesi, con un fatturato di 52 miliardi di euro nel 2019.
Foto: a sinistra, il logo Unilever nella sua sede neozelandese; a destra in alto, Nick Bangs, amministratore delegato di Unilever Nuova Zelanda; in basso, una catena di produzione.