Si radica in Italia e a Verona un nuovo soggetto politico. E’ il Partito Gay per i diritti Lgbt+. A fondarlo a Roma, giovedì 19 novembre, è stato Fabrizio Marrazzo, già fondatore di Gay Help Line e Gay Center, con lui anche Claudia Toscano già attivista Agedo (Associazione genitori di omosessuali) e Vittorio Tarquini, giovane attivista trans.
Durante l’incontro è stato anche svelato il simbolo con il nome del partito e un richiamo ai colori arcobaleno.
«Noi Lgbtqi non possiamo più delegare le nostre istanze a terzi: specialmente in questo periodo di emergenza, la nostra comunità può essere una forza propositiva per il Paese» – ha affermato Marrazzo.
Partito Gay si definisce “solidale, ambientalista e liberale” ma non assistenzialista e che ha già l’ambizione di partecipare alle prossime amministrative di primavera in vari Comuni, per poi presentarsi in Parlamento.
Secondo gli studi di Euromedia avrebbe già minimo un 12% ma potrebbe ambire al 15%, lo conferma lo stesso Fabrizio Marrazzo. Il Partito Gay dopo Roma sta già mettendo radici a Verona, con sede in Porta Palio, dove conta già su non pochi sostenitori per niente anonimi.
«Il Partito Gay non vuole dividere imprese, Stato e lavoratori – sottolinea il fondatore – Si considera soprattutto liberale, nel senso che in qualunque luogo e famiglia si sia nati tutti devono cercare di far progredire la società».
Nei rapporti con gli altri partiti è chiaro che sono in antitesi a Lega e Fratelli d’Italia mentre su temi trasversali, il Partito Gay è disponibile a dialogare. Un esempio per tutti, i contrari alla caccia avrebbero il loro sostegno, come pure sono
disponibili al dialogo sugli obiettivi che gli interessano, dalle adozioni al matrimonio egualitario.
Nel 2021 il Partito Gay si presenterà nei grandi centri dove si andrà a votare. Nato da poco, ovviamente non ha una struttura capillare, ma Verona conta molto nei loro piani. Il Covid poi non giova alla nuova formazione, la quale punta molto sulla visibilità che i media daranno alla notizia della nascita di questo nuovo movimento.
Un contatto comunque ce l’hanno già con il portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Rocco Casalino.
E’ lo stesso Marrazzo a confermare che l’ex “gieffino” nella nuova formazione riveste un ruolo tecnico «grazie a lui, siamo riusciti a far diventare affetti stabili i congiunti. Casalino si è dato da fare ed è una persona di cui il Partito Gay si può fidare».
Per quanto riguarda l’opinione pubblica, sono stati fatti studi e sondaggi, il 20% dell’Italia è omofoba, l’80% no, e non condivide le azioni contro gli omosessuali, rimane passiva e questo induce il Partito dei Gay a ben sperare.
A Verona, secondo un sondaggio segreto, coglierebbe ampi consensi nonostante sia una città cattolica, chiusa e bacchettona. Per il movimento, sotto la cenere ci sono enormi braci ardenti.