Se a marzo, aprile e maggio siamo riusciti, per quanto possibile, a reggere il duro colpo con resilienza e determinazione oggi qualche cosa di diverso c’è.
Inutile nasconderci che almeno per il primo trimestre 2021 l’attuale situazione non ci regalerà sorprese particolarmente positive.
Andiamo incontro ad un lungo inverno non facile; gli Italiani sono chiamati ad affrontare sforzi ciclopici e, psicologicamente, non saranno mesi rilassati.

Se da marzo a novembre sono 8 i mesi, da oggi a marzo sono (solo) 4 i mesi dinnanzi a noi. Abbiamo navigato per i due terzi dell’intera rotta e per non perdere le speranze e vanificare tutto il nostro impegno dobbiamo necessariamente cercare di guardare al futuro in questa prospettiva.

Una cosa non accetto e non accetterò mai: i negazionisti!
Se c’è qualche cosa di più pericoloso del virus è proprio l’ignoranza unita alla tracotanza. Questi meno contagiosi sono ugualmente pericolosi; forse tanto quanto i virus.
Se da un lato abbiamo l’obbligo ed il bisogno di non fermare il Paese e le aziende dall’altro abbiamo il dovere e la necessità di tutelare noi ed il prossimo.

Facile fare i negazionisti con la sanità garantita. Nella sacralità del diritto alla cura medica è un comportamento deviante, deplorevole e vergognoso gridare al complotto sanitario e poi poter godere delle cure mediche.
I negazionismi dovrebbero firmare una rinuncia alla gratuità delle cure mediche da Covid senza rinunciare, ovviamente, al godimento delle stesse.
Garantire il diritto di cura a tutti ma i negazionisti conclamati rimborseranno al servizio sanitario nazionale le prestazioni beneficiate.
Anche garantendo una rateizzazione del pagamento ove necessario.
Per fortuna sono pochi ma sono pur sempre pericolosi perché, i loro droplets, sono come proiettili.

Dobbiamo vincere la sfida sanitaria e quella economica. Questo non è ne un videogame ne tantomeno un film. Non si può riprovare la partita o riavvolgere il nastro.
La partita è una, e va vinta!

Giordano Riello

Foto: una manifestazione dei negazionisti scesi in piazza a protestare, se ne fregano del virus, perché per loro il virus, semplicemente, non esiste. La gente è morta solo per colpa dell’influenza, per colpa del fatto che i morti erano soggetti deboli.