Il Comune di Bovolone ha deciso di non rinnovare la convenzione con l’associazione “Cultura Aperta” fino ad oggi incaricata di gestire l’apertura prolungata della biblioteca comunale “Mario Donadoni”. E quindi di sospendere l’orario continuato della biblioteca anche per le misure anti Covid.

«La decisione si è resa necessaria poiché sono state riscontrate alcune mancanze da parte dell’associazione che, malgrado il grande sforzo dei volontari, non era nelle condizioni di poter garantire il servizio come delineato dalla convenzione stessa – sottolinea il sindaco Emilietto Mirandola -. Da oltre un anno, infatti, la biblioteca comunale offriva l’orario prolungato ma l’associazione non riusciva a coprire con la necessaria continuità tutte le fasce orarie stabilite, come la pausa pranzo.
Da parte del Comune il rapporto con l’associazione è stato improntato alla massima disponibilità, tenendo sempre presente sia le esigenze dell’amministrazione che le proposte dei volontari. Tuttavia il rispetto della convenzione e i bisogni degli utenti sono la priorità, da qui la scelta di non rinnovare ulteriormente la convenzione».

Inoltre a seguito del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre e viste le restrizioni imposte, causate da un repentino aumento dei contagi da Covid-19, in via precauzionale l’aministrazione ha deciso di sospendere l’orario prolungato, come già molte biblioteche hanno dovuto fare, per evitare rischi al personale e agli utenti. La biblioteca sarà dunque aperta nei normali orari di lavoro dei dipendenti, com’era prima della stipula della convenzione.

Non è d’accordo con la tesi dell’amministrazione comunale, e in particolare con la scelta del sindaco Mirandola di sospendere il servizio, Emanuele De Santis di “Cultura Aperta” che in una nota contesta le colpe imputate alla sua associazione.

«Emilietto Mirandola dice che “[…] la decisione si è resa necessaria poiché sono state riscontrate alcune mancanze da parte dell’associazione che non era nelle condizioni di poter garantire il servizio come delineato dalla convenzione stessa. […] l’associazione non riusciva a coprire con la necessaria continuità tutte le fasce orarie stabilite, come la pausa pranzo. […] il rispetto della convenzione e i bisogni degli utenti sono la priorità” – Mi scusi, signor sindaco con la delega alla Biblioteca,
– è mai venuto durante i nostri turni per vedere come stavamo svolgendo il nostro servizio?
– le è mai stato fatto presente che la prima convenzione non si è rivelata adatta al servizio stesso e che già dopo 2 mesi dalla firma della stessa alcuni dei nostri compiti avvenivano non rispettando la convenzione?
– le hanno mai detto che abbiamo più volte coperto i turni del personale comunale?
– sapeva di una proposta di nuova convenzione, che vi ho presentato nell’ottobre 2019 e nell’agosto 2020, nata dall’unica esperienza concreto di servizio, la nostra?
– le hanno mai detto che le pause pranzo le abbiamo fatte dal Novembre 2018 a Febbraio 2019 senza che nessun utente venisse a studiare?
– fa riferimento ai bisogno degli utenti: crede che gli utenti desiderino avere una biblioteca aperta 11 ore in meno a settimana?

Capisco che lei cerca di difendere il suo operato ma la verità, credo, è una sola: “Cultura Aperta” coinvolgeva molti giovani che in modo volontario volevano riprendere questo servizio; lei sapeva, da agosto della nostra volontà, sapeva che eravamo disponibili anche a fare il sabato mattina, ma sapeva pure che eravamo indipendenti dalla sua amministrazione, solo al servizio degli utenti e che impuntarsi su una convenzione inefficace dal primo momento era il miglior modo per chiudere questo servizio.

Un sindaco – conclude De Santis – avrebbe parlato con i suoi giovani, avrebbe chiesto il loro parere, avrebbe trovato un accordo: le chiedo quindi, se è secondo la sua volontà, di incontrarmi per trovare una soluzione a questo problema che, come i diversi commenti sui social dimostrano, interessa gli utenti, quelli di cui lei cura gli interessi mandandoci via dalla Biblioteca.
Se mi vorrà vedere sono a sua disposizione, ma non offenda il nostro servizio dandoci la colpa di un suo errore: non ci siamo fatti usare in passato e non le permetteremo di farlo adesso».

Foto: a sinistra, la sede della biblioteca comunale “Mario Donadoni” a Bovolone; a destra in alto, Emanuele De Santis dell’associazione “Cultura Aperta” che gestiva l’apertura prolungata.