«E’ stato superato ogni limite, la chiusura dei pubblici esercizi alle 18 è totalmente insensata e avrà effetti devastanti sull’economia tutta e sul tessuto sociale. È insostenibile». Questo il commento del presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena al Dpcm che è entrato in vigore ieri. «Ristoratori, baristi, pasticcieri, gelatieri, non sono untori e hanno garantito finora il rispetto delle norme investendo di tasca propria per la sicurezza delle imprese, ben 7 mila solo nella provincia di Verona, elemento strategico per il turismo e per l’indotto.
Dall’inizio del lockdown ad oggi, livello nazionale, sono stati già persi 24 miliardi di euro di fatturato. E con le attuali nuove limitazioni potrebbero perdersi 470 milioni al mese, per un totale stimato dalla Federazione Fipe in 2,7 miliardi di euro, con il rischio chiusura per 50 mila imprese a livello nazionale. Una scelta disastrosa, quella del Governo, anche perché disperazione e rabbia stanno montando da Nord a Sud».

«La proposta delle Regioni di far chiudere gli esercizi alle 23 era di buon senso, come ha ribadito anche il Governatore del Veneto Zaia», aggiunge Arena. «Un input che come Confcommercio Verona lanciamo è quello di estendere l’apertura fino alle 23 prevedendo la prenotazione obbligatoria. Altrimenti si creeranno situazioni anche paradossali: dove andranno a mangiare gli ospiti degli alberghi che non fanno ristorazione?

Arena ricorda poi anche il duro impatto dell’emergenza in corso sulla categoria dei grossisti dell’Horeca, oltre che sulle sale dal ballo, ferme da mesi. Pesantissimo poi lo stop anche per palestre, piscine, centri termali. Altra categoria oramai allo stremo è quella degli organizzatori di eventi, quali congressi e meeting, per non parlare del mondo fieristico: per Verona un altro duro colpo nel mese di Fieracavalli.

«Abbiamo il timore che agendo in maniera così ossessiva solo ed esclusivamente sulle solite categorie, quasi fossero imprese di serie minore – conclude Arena – non si raggiunga l’obiettivo da tutti auspicato, quello di tenere sotto controllo la curva epidemiologica. Non si è agito, ad esempio, sulla inadeguatezza dei trasporti pubblici, prevedibile ma non affrontata nella giusta maniera preferendo utilizzare, seppure fortemente, solo raccomandazioni».

«La risposta all’emergenza Covid19 non può essere semplicemente più chiusure, perché non è sostenibile per la nostra economia e per le nostre imprese», aggiunge il presidente della Fipe-Confcommercio di Verona Paolo Artelio.
«Servono immediatamente indennizzi proporzionati alle perdite subite per mettere le imprese messe in ginocchio dalla seconda crisi Covid nelle condizioni di superare il crollo di fatturato. Non dimentichiamo, inoltre, la situazione disperata di discoteche e locali di intrattenimento, per i quali ancora nulla è stato previsto per scongiurarne la chiusura definitiva», – aggiunge Artelio. «Le restrizioni devono essere accompagnate dai provvedimenti di ristoro economico in termini di indennizzi a fondo perduto, crediti d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda, nuove moratorie fiscali e creditizie, il prolungamento degli ammortizzatori sociali e altri provvedimento di sostegno a valere sulla tassazione locale.
Ma non siamo certo ottimisti, tenendo conto di quanto è stato fatto per il nostro settore fino ad ora: poco per non dire nulla. Da non sottovalutare il rischio che fenomeni di malaffare, in un momento così difficile, si insinuino nella filiera del turismo».

«Domani mercoledì 28 alle 11.30 Verona sarà una delle 18 città in cui gli esercenti manifesteranno in modo statico e nel rispetto delle norme, per spiegare che il piatto è vuoto e il settore è a terra. – conferma Emanuel Baldo consigliere nazionale del Gruppo Giovani Imprenditori della Fipe – Nel salotto di Verona saranno approntati 100 tavoli per la ristorazione, con tutti gli accorgimenti anti Covid, ma le tovaglie saranno posizionate per terra a simboleggiare la posizione attuale in cui si trovano gli esercenti. – continua Baldo – «È prevista la presenza di circa 5 mila addetti dei pubblici esercizi tra bar, ristoranti, catering, discoteche, alberghi, osterie, trattorie oltre ad altri settori merceologici che hanno deciso di aderire all’iniziativa.
Noi non cerchiamo ‘elemosine’ ma la dignità di essere riconosciuti per il nostro lavoro.
Le promesse del Premier Conte in termini di provvedimenti di ristoro economico e di indennizzi a fondo perduto devono trasformarsi in fatti concreti ora, subito».

Foto: a sinistra, i tavoli vuoti dei ristoranti sul Liston; a destra dall’alto, il presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena; il presidente della Fipe-Confcommercio di Verona Paolo Artelio e il consigliere nazionale del Gruppo Giovani Imprenditori della Fipe Emanuel Baldo.