La prova del nove per la scuola alle prese con l’emergenza Covid-19 è decollata in queste ore, con i corsi di recupero.
Un vero esperimento su trasporto scolastico, accesso agli istituti, percorsi interni, funzionalità degli spazi per il distanziamento sociale. Per esempio al “Silva-Ricci” di Porto già da lunedì 1° settembre sono un centinato gli studenti rientrati in classe.
Tutti temi che sono stati al centro del vertice tenuto il 25 agosto in Prefettura, presente il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, una rappresentanza dei presidi, il direttore dell’Azienda trasporti Verona, Stefano Zaninelli, il consigliere delegato alla scuola della Provincia, David Di Michele, sindacati e qualche sindaco. E se su aule aggiuntive, banchi monoposto, segnaletica anticovid, termoscanner e mascherine per gli studenti le risposte sono arrivate con le forniture da Provincia e Ministero, sul fronte del trasporto scolastico si è dovuto attendere lunedì 31 agosto la decisione del Governo che ha portato all’80 per cento il limite di capienza dei mezzi, quando il Comitato scientifico aveva indicato il 50 per cento.

Ma ecco il quadro della situazione negli istituti superiori del Basso Veronese:

Liceo “Giovanni Cotta” di Legnago
«Riusciamo a garantire le lezioni in presenza a tutte le prime classi, mentre dalla seconda in poi dobbiamo alternare metà classe in aula e l’altra metà con didattica a distanza con turni settimanali». È questa la situazione del Liceo Cotta di Legnago che, con 1350 studenti concentrati nella sede storica di viale dei Tigli ed in quella di Porto è l’istituto più numeroso del Basso Veronese. «Abbiamo classi in media di 25-26 alunni, con alcune prime da 28-30 studenti – spiega il preside Lauro Molinaroli -. Il numero degli iscritti rimane quello dello scorso anno, anche perché più di così non possiamo accoglierne, tanto che siamo praticamente a numero chiuso da tre anni».
«Comunque, grazie anche all’arrivo di una trentina di nuovi banchi e di settanta nuove sedie, riusciamo a gestire la situazione. Abbiamo chiesto degli spazi ulteriori alla Provincia ed al Comune ma per ora non abbiamo risposte – riprende il dirigente scolastico -. So che l’amministrazione comunale ha aperto una trattativa con le Canossiane per l’utilizzo da
parte nostra della palestra di quell’istituto. Come attendiamo anche dall’ufficio scolastico regionale i fondi per l’assunzione di una decina di insegnanti e di altrettanti collaboratori. Lo sdoppiamento delle classi comporta anche queste problematiche perché mentre un docente opera in aula l’altro insegnerà a distanza. E poi va garantita la sanificazione della scuola».

Agrario e Alberghiero “Giuseppe Medici” di Legnago
«Attualmente a noi mancano 4 aule, due delle quali attendono da dicembre l’intervento della Provincia per la sistemazione del tetto. Detto questo, secondo le nostre verifiche riusciremo ad accogliere con la didattica in aula tutte le classi prime, vale a dire 110 alunni, mentre dalle seconde in poi si dovrà utilizzare anche la didattica a distanza, con rotazione giornaliera o settimanale a seconda del numero degli studenti che risulteranno in eccesso rispetto alle misure di distanziamento anti Covid».
A fare il punto sulla situazione dell’istituto Tecnico Agrario e Alberghiero “Giuseppe Medici” di Porto di Legnago è il preside Stefano Minozzi: «Dalla Provincia finora non ho ricevuto comunicazioni ufficiali sui lavori a queste due aule, dove da dicembre piove all’interno, per cui sono oggi inagibili. Spero che l’intervento al tetto venga fatto quanto prima, e come istituto durante l’estate abbiamo provveduto a ritinteggiare anche quelle due aule. Poi, mancherebbero altre due aule per poterci permettere di garantire l’insegnamento in presenza a tutte le classi».
Questo con l’istituto che ha ottenuto anche quest’anno dal Comune l’utilizzo di sei aule delle scuole medie Cavalcaselle. Il Medici, infatti, conta 905 iscritti, in calo rispetto ai 998 del 2019-2020, ma comunque sempre tanti rispetto alla sede di Porto. «È da quando sono arrivato nel 2012 – riprende Minozzi – che segnalo alla Provincia il problema degli spazi del nostro istituto che nella sua unica sede non avrebbe aule sufficienti nemmeno per garantirsi i 600 studenti dell’autonomia scolastica».
«Abbiamo una media di 23 alunni per classe – riprende il preside – e per riuscire ad offrire in sicurezza una buona offerta formativa abbiamo richiesto all’ufficio scolastico regionale la dotazione di 100 nuovi banchi, quelli con le rotelle, da poter utilizzare in particolare nei laboratori. L’attività pratica è fondamentale nella formazione tecnica e il primo obiettivo è permettere a tutti gli studenti di fare la quantità prevista di ore in laboratorio».
L’istituto, inoltre, ha richiesto anche di poter assumere 6 insegnanti aggiuntivi e 2 operatori scolastici. «Per poter gestire al meglio l’inizio dell’anno scolastico abbiamo anche creato un video per illustrare agli alunni come si entrerà a scuola, come ci si dovrà comportare in classe e come muoversi all’interno dell’edificio per osservare le misure antiCovid – conclude Minozzi -. Inoltre, il primo giorno di scuola accoglieremo solo le classi prime, mentre gli altri potranno seguire l’inizio dell’anno con la didattica a distanza. Poi, mano a mano, faremo entrare in classe tutti gli studenti».

Tecnico economico e liceo artistico “Marco Minghetti” di Legnago.
A giorni dovrebbe arrivare l’okay definitivo da parte del Comune di Legnago e della Provincia di Verona all’utilizzo di spazi nella Sala civica comunale e nel Museo ambientale archeologico da parte dell’istituto Tecnico economico e liceo artistico Minghetti. «Si tratta di due edifici vicinissimi alla nostra scuola e quindi facilmente utilizzabili per sopperire ai problemi di spazi accentuati dalla necessità di garantire agli studenti il distanziamento anti Covid – spiega la preside Luisa Zanettin -. Oltre a questo, puntiamo anche sull’avvio dei lavori di ristrutturazione dell’ex casa del custode, che dovrebbero essere imminenti da parte della Provincia, dove ricavare già nel corso dell’anno tre nuove aule».
L’istituto quest’anno parte con 750 studenti iscritti a cui si aggiungono i 40 allievi del corso serale. «Abbiamo richiesto, poi, 300 nuovi banchi, che sono iniziati ad arrivare, ed alcuni li abbiamo anche comperati con i fondi dell’istituto – continua la dirigente scolastica -. In queste ore stiamo predisponendo la segnaletica a terra per definire i percorsi che gli studenti dovranno tenere e per evidenziare il punto dove dovrà rimanere posizionato il banco. Noi stiamo cercando di fare di tutto per garantire la sicurezza degli studenti, rimango preoccupata per i problemi legati ai trasporti. Per esempio, se gli studenti arriveranno tutti in massa come gli altri anni come gestiremo gli ingressi?».
«Abbiamo poi richiesto di assumere una decina di insegnanti e 5/6 operatori tecnici con questi nuovi contratti d’emergenza – conclude la preside Zanettin -. Ad ogni modo, utilizzando anche la didattica digitale a rotazione per quei pochi casi dove sarà necessaria, e che comunque già abbiamo ben sperimentato durante il lockdown, siamo pronti ad accogliere tutti i nostri 750 studenti».

Istituti tecnico “Silva-Ricci” di Legnago.
«Abbiamo raggiunto il record di iscritti, 1010, in aumento di 130 unità rispetto agli 880 dello scorso anno, ma nonostante questo ci siamo organizzati e non avremo problemi ad accogliere in presenza tutti i nostri studenti». Il punto sulla situazione dell’istituto tecnico settore tecnologico Silva-Ricci di Porto di Legnago lo fa il suo storico preside Antonio Marchiori che, proprio dal 1° settembre è andato in pensione lasciando il ruolo al nuovo dirigente, Claudio Fregni, fino ad oggi responsabile dell’istituto comprensivo di Montecchia di Crosara.
«La scuola gode di uno degli edifici scolastici più moderni della provincia, realizzato nel 1989 e quindi già seguendo canoni moderni, con aule da 60 metri quadrati – spiega il professor Marchiori -. Per questo, nonostante siamo arrivati al limite degli spazi visto l’incremento continuo di allievi in questi anni, siamo in grado di adattare l’istituto alle misure anti Covid. Abbiamo fatto delle richieste alla Provincia ed all’Ufficio scolastico regionale, tra cui anche una tenda, tipo quelle utilizzare davanti agli ospedali, per accogliere in entrata e uscita gli studenti, in modo da poterne gestire in sicurezza gli accesso alla scuola».
Il “Silva-Ricci” ha poi fatto richiesta di 150 banchi monoposto ed altrettante sedie, con cui sostituire i banchi a due posti non più utilizzabili per il distanziamento sociale. «Dalle verifiche che abbiamo fatto possiamo accogliere 39 classi in sicurezza ed in presenza, mentre solo 8-9 classi dovranno essere sdoppiate e fare, a rotazione, didattica da casa – riprende il dirigente scolastico -. Questo, attendendo di poter disporre di nuovi spazi che abbiamo chiesto alla Provincia di recuperare nell’ex alloggio del custode. Intanto, durante l’estate abbiamo diviso una grande aula, ricavandone un’aula ed un laboratorio».
La pratica è, infatti, fondamentale per un istituto tecnico come il “Silva-Ricci”. «Disponiamo di diversi laboratori, tutti sui 100 metri quadrati – continua il preside -. Anche in questo caso, però, dovremmo fare l’attività a rotazione, con metà classe in laboratorio, seguita dal docente di tecnica pratica, e l’altra in aula con l’insegnante di teoria. Per questo, abbiamo anche fatto richiesta di poter assumere 6 docenti e 2 operatori tecnici».

Liceo e istituto commerciale “Leonardo Da Vinci” di Cerea.
Il Da Vinci ritrova quest’anno l’autonomia come istituto, riconquistata ritornando sopra quota 600 studenti. Sono, infatti, 615 gli iscritti, rispetto ai 590 dello scorso anno. Un risultato ottenuto sotto la reggenza di Stefano Minozzi, preside del “Medici” di Legnago, che proprio dal 1° settembre ha lasciato il comando della scuola alla dirigente nominata dal Provveditore, Carmen De Simone, fino ad oggi insegnante di diritto ed economia al Bolisani di Villafranca.
«Il “Da Vinci” non ha problemi di spazi, ed anzi se riuscissimo a recuperare, come abbiamo proposto alla Provincia, anche il piano superiore oggi inutilizzato, potremmo veramente realizzare tutta l’offerta formativa in piena sicurezza – sottolinea il vicepreside Girolamo Paparella -. Abbiamo riorganizzato le aule in modo da poter accogliere classi fino a 20 studenti rispettando il distanziamento. Poi, per le classi che eccedono questo numero, è prevista una rotazione con alcuni studenti che seguiranno, sempre a scuola in altre aule più piccole, dei corsi di potenziamento e recupero. Per questo – continua il vicepreside – abbiamo richiesto una decina di insegnanti in più e 5/6 operatori tecnici».
«Posso dire di aver trovato un istituto ben organizzato e con buone potenzialità di crescita – dice la nuova preside De Simone -. Ritengo fondamentale riuscire a garantire a tutti gli studenti le necessarie ore di insegnamento in classe con la presenza dei docenti. La didattica a distanza può essere utile nell’emergenza, ma il rapporto ed il dialogo diretto con il docente sono un’altra cosa».

Tecnico commerciale e turistico “Bolisani” di Isola della Scala.
«Nella sede di Isola della Scala non abbiamo problemi di spazi e riusciremo a gestire la presenza in aula di tutti gli studenti, compresa l’attività in laboratorio dove magari dovremmo fare qualche turnazione», spiega dall’istituto tecnico commerciale e turistico Bolisani la vicepreside Valeria Beltramini. La scuola vedrà quest’anno 300 alunni iscritti nella sede isolana.
«Abbiamo due classi prime del nuovo percorso di studi di Tecnico economico sportivo che decolla quest’anno e che rientra nell’indirizzo Finanza-Marketing – dice la vicepreside -. Quindi registriamo 25 studenti in più rispetto allo scorso anno».
L’istituto ha anche chiesto all’ufficio scolastico regionale di essere dotato di nuovi banchi, in particolare per i laboratori. «Abbiamo anche richiesto una decina di insegnanti in più per la sede di Isola della Scala e lo stesso per quanto riguarda il personale tecnico».

Agrario “Stefani-Bentegodi” di Isola della Scala
«Abbiamo lavorato tutto luglio per verificare, sulla base di quanto disposto dal Ministero dell’Istruzione e dal manuale operativo della Regione, spazi e modalità di accesso degli studenti. Ed abbiamo visto che con qualche aggiustamento riusciamo a garantire la presenza in classe di tutti i nostri 1700 studenti», afferma Francesco Rossignoli, preside dell’istituto agrario Stefani-Bentegodi che ha la sua sede centrale a Isola della Scala e quelle distaccate a Caldiero, San Floriano di San Pietro in Cariano, Buttapietra e Villafranca.
La sede di Isola della Scala quest’anno ha registrato 310 iscritti, in crescita rispetto ai 295 del 2019-2020.
«L’emergenza Covid 19 ha comportato una riorganizzazione dell’attività scolastica, che ha visto nei mesi del lock-down l’istituto costruire da zero una proposta di didattica a distanza che, dal questionario che abbiamo proposto a luglio a genitori, studenti e docenti, è stata molto apprezzata – riprende il dirigente scolastico -. Ora, per il nuovo anno abbiamo presentato una richiesta all’ufficio scolastico provinciale per avere 400 nuovi banchi, che sono più piccoli e concepiti proprio per garantire il distanziamento di un metro in classe, e un aumento del personale sia docente che non.
Abbiamo, infatti, la necessità di almeno una decina di operatori scolastici in più, due per ogni sede, per garantire la pulizia e la sanificazione continua della scuola – continua il preside -. Poi, abbiamo calcolato che ci servono anche altri 10 insegnanti per garantire lo sdoppiamento delle classi durante le attività di laboratorio».
«L’insegnamento pratico è fondamentale per un istituto di formazione tecnica come il nostro – conclude Rossignoli -. Ma se per le aule non abbiamo problemi di spazi, li abbiamo nei laboratori e quindi dovremo sdoppiare le classi con metà studenti in aula. Servono però degli insegnanti supplementari. Stiamo attendendo, come tutti, i fondi che il Ministero ha stanziato per questo e che l’ufficio scolastico regionale dovrebbe assegnare a giorni. Poi, saremo noi, in autonomia, a predisporre i contratti e ad assumere supplenti e collaboratori».

Ipsia “Giorgi” di Bovolone
L’istituto professionale Giorgi ha visto quest’anno scendere a 180 il numero degli iscritti nella sede di Bovolone. La scuola non ha problemi di spazi e potrà accogliere tutti gli studenti in presenza. Anche questo istituto ha visto un avvicendamento del dirigente scolastico, con l’arrivo dal 1° settembre di Irene Grossi.

[da Primo Giornale]

 

Foto: a sinistra, una scuola con la nuova segnaletica anti Covid; a destra dall’alto, i dirigenti scolastici Lauro Molinaroli (Cotta), Luisa Zanettin (Minghetti) e Stefano Minozzi (Medici).