Il presidente uscente Luca Zaia, in carica dal 2010, cerca la conferma sostenuto da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
I sondaggi lo danno in esponenziale vantaggio. Una vittoria gli consentirebbe di proseguire nel suo ruolo con un terzo mandato. Il principale sfidante di Zaia è Arturo Lorenzoni, docente universitario e vicesindaco di Padova, con un profilo civico e una particolare sensibilità per l’ambientalismo. Lo sostengono Partito democratico e +Europa insieme ad altre liste civiche. Il M5s va da solo con il candidato Enrico Cappelletti, imprenditore e già senatore tra il 2013 e il 2018. Italia Viva e Psi sostengono invece la senatrice renziana Daniela Sbrollini.

Il 23% di chi ha votato Pd alle ultime europee in Veneto sarebbe intenzionato a votare per il governatore uscente, e nel Movimento 5 Stelle la quota sale al 36%.
Se si andasse adesso alle urne in Veneto Luca Zaia conquisterebbe il 76,8% dei consensi. Il dato, probabilmente senza precedenti, è stato rilevato da un sondaggio Winpoll-Cise per il Sole 24 Ore. Strada molto in salita dunque per i candidati del Pd Arturo Lorenzoni e del M5S Enrico Cappelletti. Ma dalla rilevazione emergono anche altri dati interessanti.

Il sorpasso
Nel 2015, alle precedenti regionali, Zaia aveva vinto con il 50,1% dei consensi. Sempre nella stessa occasione la coalizione di centrodestra aveva conquistato il 52,2%. Oggi invece raggiungerebbe il 74%. Ma è Luca Zaia che riesce a convogliare la maggiore percentuale di consenso. La sua lista “Zaia presidente” è data al 33,6% contro il 26,8% della lista “Lega per Salvini premier”. Se consideriamo che nel 2015 la lista personale del governatore veneto non era andata oltre il 23,1%, ecco come il dato appare evidente: c’è un “effetto Zaia” che, a voler essere maliziosi, potrebbe anche far riflettere sui destini nazionali della Lega.

Gli sfidanti in Veneto
Quanto agli altri candidati presidenti Arturo Lorenzoni è stimato al 15,5%, Enrico Cappelletti al 3,8%, Daniela Sbrollini all’1,1%. E non va meglio, in casa centrosinistra, sul fronte delle liste, dove il Pd si ferma al 10,7%, insieme a Fratelli d’Italia dato al 10,3%. Il M5s invece, confermando il trend alle elezioni regionali e locali, non andrebbe oltre il 4,7%. Segue poi Forza Italia al 3,3%, mentre Italia Viva è all’1,7%.

Ma l’effetto Zaia porterebbe con sé anche un travaso di voti. L’85% dei veneti valuta molto positivamente (44%) o abbastanza positivamente (41%) il lavoro fin qui svolto dal governatore leghista. Il 56% degli elettori del Pd e il 58% di quelli del M5s si dichiarano sulla stessa linea. Incrociando poi i risultati delle ultime elezioni europee in Veneto, ai dati emersi dal sondaggio, si evidenzia come il 23% di chi ha votato Pd sarebbe intenzionato a votare per Zaia, e nel Movimento 5 Stelle la quota sale al 36%.

Un consenso trasversale dunque, frutto anche della gestione della pandemia di Coronavirus nella Regione Veneto. Un consenso che, visto il profilo di Zaia, alternativo a Salvini sulla scia della moderazione, potrebbe anche aprire prossimamente un confronto su scala nazionale in casa Lega. Perché, in questo momento, l’unico che possa pensare di sfidare Salvini per la leadership è proprio Zaia.