Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lanciato l’idea degli Stati Generali dell’economia, un’occasione di confronto e dialogo con le parti sociali – sindacati, Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura e Pmi – , soggetti economici e rappresentanti politici per discutere su provvedimenti e misure da adottare per uscire dalla crisi causata dalla pandemia da coronavirus.
A rappresentare gli imprenditori veronesi Giordano Riello, 31 anni, imprenditore legnaghese, ex vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, presidente di Nplus.

L’appuntamento era per le 9 di oggi martedì 23 giugno ma come al solito arrivo in ritardo…sono le 9.05 quando lo chiamo.

Ciao Giordano, domenica sei stato a Roma a Villa Doria Pamphilj agli Stati Generali promossi dal presidente Giuseppe Conte.

Si, oltre al premier Conte erano presenti con il ministro Stefano Patuanelli, Roberto Speranza, Roberto Gualtieri, Francesco Boccia, Peppe Provenzano e Gaetano Manfredi.
Con Patuanelli mi sono concesso privatamente un quarto d’ora di confronto in un clima disteso e collaborativo.

Da chi ti è arrivato l’invito.

Dallo stesso Patuanelli che ha fatto il mio nome al presidente Conte il quale sapendo delle mie critiche verso il Governo ha accettato la proposta di conoscerne il motivo e le idee che potevo portare in merito.

Eri l’unico imprenditore a rappresentare il territorio veronese.

Si, mi ha fatto piacere che mi abbiano chiamato non come rappresentante di una categoria ma come libero imprenditore italiano.

Come si sono svolte le consultazioni.

Sono iniziate alle 9 e terminate alle 14, cinque ore ininterrotte di colloqui a porte chiuse, senza la stampa, con sei ministri, il presidente del consiglio e un numero molto ristretto di imprenditori tra cui Alberto Vacchi, Andrea Pontremoli, Daniele Ferrero, Vito Pertosa per citarne alcuni.

Il tuo intervento quanto è durato.

Nel complesso circa quaranta minuti, tra l’esposizione delle due proposte: semplificazione compensative e detassazione degli utili e poi il confronto con il Governo.

Come nasce la proposta di detassare gli utili per reinvestirli in azienda.

Se un imprenditore avesse la possibilità di investire nella propria azienda gli utili prodotti senza che siano tassati ulteriormente è chiaro che circolerebbe il doppio del denaro. Sto parlando di utili non di dividendi. Soldi che sarebbero investiti anche in capitale umano e formazione, perciò meno disoccupazione e più soldi alle famiglie, generando acquisti e richezza. Il tutto a costo zero per lo stato.

E le semplificazioni compensative cosa sono.

Sono lo snellimento delle procedure burocratiche che sono state messe in atto dal Covid, e non sono poche. Per esempio se un’azienda deve ampliare la propria mensa per uniformarsi alle regole sul distanziamento in vigore e ha a disposizione un altro ambiente non lo può utilizzare perché richiede tempo, burocrazia e costi in quanto c’è un cambiamento d’uso di un ambiente che deve essere approvato dal Comune.

Il premier Conte che impressione ti ha fatto.

Sono rimasto colpito dal fatto che abbia ascoltato, non c’è stato un confronto aggressivo. È la prima volta che vedo i politici non parlare ma ascoltare. Alla fine mi ha fatto i complimenti. Spero, ma lo vedremo nei prossimi giorni, che questo incontro sia stato un preludio di azioni propositive verso l’impresa.

Ora usciamo da Villa Pamphilj, cosa ne pensi del nuovo presidente di Confindustria Carlo Bonomi che ha detto: «È una classe politica che mi sembra molto smarrita in questo momento».

Penso che ha interpretato il pensiero di tanti imprenditori. Sono contento che alla guida dell’associazione ci sia una persona coraggiosa e competente. Ho molta stima oltre che amicizia nei confronti di Carlo e sono sicuro che potrà fare interventi determinanti in favore del Paese, perché la questione industriale è la questione dell’Italia.

Il Paese non può più attendere oltre il cambiamento sociale, politico e industriale.

Stiamo superando il 150 per cento dell’indebitamento sul Pil, questo è un numero che parla da solo.

La tua idea sul Movimento 5 Stelle si è modificata dopo Roma.

No, io sono sempre abbastanza critico su quello che è l’operato dei pentastellati, lo vediamo dalle loro azioni come il Decreto Dignità o il Contratto a tempo Determinato in cui si è passati dai tre anni ad un solo anno, e questo in un momento attuale d’incertezza. Per non parlare del Reddito di Cittadinanza che è assistenzialismo allo stato puro. Spero mi facciano cambiare idea con i prossimi decreti previsti per la prossima settimana.
Se posso aggiungere nutro una profonda stima in Patuanelli con cui in questi mesi mi sono sentito spesso e che considero una persona competente, capace e onesta.

Rimaniamo sulla politica, cosa rispondi a chi dice che vai a braccetto con Matteo Renzi.

Rispondo che io vado a braccetto con tutti quelli che reputo persone competenti che possono dare un impulso positivo al nostro Paese.
Può essere Renzi che ha lavorato bene con Carlo Calenda quando hanno fatto il Piano industria 4.0, come pure Patuanelli che ti ho accennato prima, poi Alessandro Cattaneo di Forza Italia una persona che ha delle ottime qualità. Credo che dobbiamo ragionare in maniera apartitica e non apolitica.

Non hai nominato Luca Zaia, che idea hai di lui.

Il nostro governatore Zaia ha dimostrato grande capacità di sintesi e di ascolto, oltre a una grande concretezza e poca paura. È stato capace di prendere decisioni drastiche, dure ma sempre giustificate con intelligenza. Sicuramente è stato tra i governatori regionali in Italia quello che si è comportato meglio.

In tema di governatori, cosa pensi di Vincenzo De Luca.

(silenzio) Mah …Lo trovo sicuramente una persona intelligente ma è troppo un politico da palcoscenico. Comunque guardo sempre i suoi interventi perché mi divertono. È napoletano sa esprimere bene i suoi concetti sulle persone ma certe sue azioni sono discuttibili.

Nel tuo futuro può esserci la politica attiva.

Guarda, la politica mi affascina ma in questo momento mi voglio occupare solo di politica industriale e da imprenditore essere vicino al mondo politico dando il mio contributo. Ma questo non vuol dire scendere in politica.

Saresti disposto a spenderti personalmente per il tuo territorio se ti venisse chiesto.

Quando si viene chiamati a dare il proprio contributo per il Territorio o la Nazione io credo che bisogna valutare responsabilmente questa decisione e se può essere positivo mettersi al servizio dei cittadini, ma questo vale anche per tutti gli altri imprenditori.

Dimmi, in conclusione, c’è qualcosa che mi sono dimenticato o che non ti ho chiesto.

Credo che bisogna ritornare a rivalutare la posizione dell’imprenditore come una persona che aiuta il proprio Territorio, il proprio Paese. Non deve essere visto come una vacca da mungere o identificarlo sempre come un evasore. Perché un paese che non ha industria non cresce.
L’Italia si regge perché è un paese industriale manifatturiero fatto da tanti imprenditori che, nonostante le mille difficoltà, continuano ad investire i propri capitali nel proprio Territorio. Per questo io credo che l’Impresa italiana vada difesa e rispettata, è grazie a questi imprenditori se continuiamo ad essere la seconda potenza manifatturiera d’Europa.

Speriamo non si stanchino, buon lavoro Giordano. 

Claudio Perillo