La 145esima Fiera di San Marco con la 37esima mostra “Est Veronese Produce” di San Bonifacio si svolgerà a settembre e non ad aprile come da tradizione.
È La manifestazione più attesa ed importante della città che vede il Parcheggio Palù come centro nevralgico dell’area espositiva con le migliori produzioni del territorio, in cui vengono promosse agricoltura ed artigianato locale oltre che piccole e medie imprese di questa terra, ma che diventa anche un momento di festa, di musica e animazioni.
«L’Amministrazione comunale dopo aver valutato attentamente la situazione generale dovuta all’emergenza sanitaria per coronavirus ed aver considerato possibili alternative, ha deciso di posticipare la Fiera di San Marco del 25 aprile al mese di settembre: da giovedì 3 a domenica 6 settembre 2020» – questo quanto affermato nel comunicato del Comune di San Bonifacio.
Questo rinvio ha offerto l’occasione a due dei fondatori della mostra “Est Veronese Produce”, che dal 1984 è inserita nel cuore della Fiera di San Marco, e cioè l’attuale presidente della Pro loco di Soave e promotore della Fiera di Lonigo Giorgio Lecca, che per 36 anni ne ha curato la promozione e Gianni Rossi, ex presidente dell’Unione Artigiani di San Bonifacio, di pensare ad una rivisitazione dell’evento.
In questi giorni infatti i due fondatori hanno presentato al sindaco di San Bonifacio, Giampaolo Provoli, una nuova proposta di format per riportare la festa e anche la mostra alle origini quando l’evento: «Era nato per promuovere i prodotti locali. Mentre oggi si sta ormai trasformando in una esposizione commerciale poco legata alle specificità del territorio».
Tra le idee messe in campo quella di: «Ridurre gli singoli spazi espositivi dedicando però più attenzione ai produttori, all’artigianato e alle eccellenze di San Bonifacio e dei comuni circostanti allargando l’area degli eventi anche a piazza Costituzione, punto d’incontro del territorio.
Promuovere nuovi spazi, anche a costi simbolici, per incentivare la presenza di altri comuni per la promozione dei rispettivi prodotti creando la nascita di una sorta di consorzio, ciò contribuirebbe a creare nuova vitalità, maggiore interesse e flusso di espositori e visitatori».
«Inoltre – afferma Lecca – l’esposizione dei prodotti tipici non dovrà trasformarsi in area ristorativa, per non danneggiare le attività del paese che contano sul questo periodo per avere un maggior afflusso di clienti. In piazza si potrebbe installare un “media point” per interviste da proporre sui social o in diretta radio e potrebbero tornare spettacoli e serate musicali».
Serve insomma ripensare dopo 36 edizione ad un nuovo contenitore di fiera, più accattivante e al passo con i tempi ma che riscopra e preservi la genuinità delle tradizione artigiane.
Anche le vie del centro storico dovranno essere più vive e attraenti, dovranno essere occasioni di divertimento, di piccoli laboratori e attrazioni, così da richiamare la curiosità dei visitatori.
Inoltre – affermano Lecca e Rossi – non è più possibile pensare di organizzare eventi di richiamo e di qualità senza adeguati investimenti. Il pubblico oggi, a ragione, è esigente e se vogliamo strapparlo al lago o alla montagna dobbiamo offrirgli un programma convincente.
Poi, non meno importate sarà la sinergia con altri Comuni e associazioni per coinvolgerli nella mostra mercato “Est Veronese Produce” con i loro prodotti e tradizioni, questo ci sarà d’aiuto per accedere a bandi di finanziamento regionali ed europei per la promozione delle specificità territoriali».
Foto: a sinistra, un’edizione passata della fiera di San Marco; a destra in alto, il sindaco di San Bonifacio Giampaolo Provoli; al centro, Giorgio Lecca tra i fondatori di “Est Veronese Produce”; una delle inaugurazioni della fiera che quest’anno è stata posticipata a settembre.