Regionali 2020, è aperta la corsa alle candidature.
Con la Lega che punta a fare la parte del leone sul territorio dove sono già in movimento i consiglieri regionali uscenti Enrico Corsi, Alessandro Montagnoli e l’assessore alle infrastrutture Elisa De Berti.
Ma si parla anche da mesi di un possibile ritorno in casa leghista del consigliere regionale, ex onorevole ed ex sindaco di Arcole, Giovanna Negro (eletta nel 2015 con la Lista Tosi ma poi staccatasi per creare il gruppo “Veneto Cuore Autonomo” di cui è l’unica esponente), o almeno di un suo tentativo di riaccasarsi con il Carroccio.

Un primo vertice leghista c’è stato lunedì 27 gennaio a San Bonifacio e nel quale il primo punto di analisi è stato anche il risultato delle Regionali di domenica 26 gennaio in Emilia Romagna ed in Calabria, dove la Lega è sì cresciuta ma non è riuscita nella “spallata” al Governo cercata da Salvini, con l’Emilia Romagna rimasta saldamente nelle mani del presidente uscente Stefano Bonaccini mentre in Calabria ha vinto il centro destra a trazione però Fratelli d’Italia.

È stato un incontro interlocutorio nel quale si è iniziato a raccogliere le possibili candidature per le Regionali. Poi, i nominativi verranno inviati al direttivo provinciale che è l’unico organo deputato a stilare la lista delle candidature.

Un passaggio che faranno praticamente tutti i partiti e movimenti, con uno degli schieramenti che rischia veramente di trovarsi in “overbooking” di candidature: Fratelli d’Italia.

Data per certa la conferma dell’attuale vicepresidente del consiglio regionale Massimo Giorgetti (per lui sarebbe il sesto mandato da consigliere regionale, che lo porterebbe ai 30 anni a Palazzo Balbi, un record); in corsa è già certo Massimo Mariotti, presidente della Serit (Consorzio di raccolta e smaltimento rifiuti di diversi Comuni del nord veronese); poi l’attuale assessore alla Sicurezza del Comune di Verona, Daniele Polato; e i consiglieri regionali Andrea Bassi e Stefano Casali che non più tardi di una settimana fa hanno aderito a Fratelli d’Italia.

Nel centro destra, poi, scalpita Flavio Tosi, che è pronto a rilanciarsi con un nuovo progetto. E non è un caso se anche qui, agli inizi di gennaio, proprio a San Bonifacio, l’ex vicesindaco del Carroccio, Umberto Peruffo, e l’ex capogruppo leghista Enrico Perotti, abbiano scelto di uscire dalla Lega e passare con i Tosiani.

Sempre nel centro destra il consigliere regionale uscente Stefano Valdegamberi è alla ricerca della ricandidatura nella civica del presidente Zaia, ma qui gli aspiranti sono ben più dei posti disponibili.

A sinistra, invece, si sta lavorando per cercare di unire all’interno del movimento “Il Veneto che vogliamo”, lanciato da Padova dai gruppi che stanno attorno alle civiche di sinistra
presenti in consiglio comunale.
E qui si parla della candidatura di Michele Bertucco, attuale consigliere comunale di Verona delle civiche “Sinistra in Comune” e “Verona in Comune”.
Il diretto interessato però avrebbe messo una chiara pregiudiziale: che il movimento riunisca tutto il mondo che sta a sinistra del Pd, come lui ha fatto con le due civiche veronesi. Cosa non certo facile, vista la parcellizzazione storica della sinistra e con Rifondazione comunista intenzionata a tentare la corsa in solitaria (ma deve raccogliere le 13 mila firme necessarie per presentare la lista in Veneto).

Grandi movimenti anche nel centro sinistra, dove alla fine potrebbero dividersi in due tronconi: il Pd con candidato antiZaia l’attuale vicesindaco di Padova, Arturo Lorenzoni; e Italia Viva, Europa + e Lista Calenda con un altro candidato a governatore.

Nel Pd veronese è data per certa la riconferma in lista del consigliere regionale uscente Anna Maria Bigon, ex sindaco di Povegliano. Incerta, invece, la ricandidatura dell’altro esponente regionale, Orietta Salemi.
In corsa al suo posto potrebbero andare il consigliere comunale di Verona, Elisa La Paglia, come anche Giandomenico Allegri, vice sindaco di Sommacampagna.

Tutta da costruire la possibile lista di Forza Italia, dopo l’uscita dal partito del coordinatore regionale Davide Bendinelli, sindaco di Garda, che è passato con Italia Viva di Matteo Renzi, portandosi in dote alcuni sindaci azzurri.
Papabili l’ex presidente della Provincia Antonio Pastorello, sindaco di Roveredo di Guà, Fausto Sachetto già sindaco di Valeggio, il sindaco di Bosco Chiesanuova e coordinatore provinciale del partito Claudio Melotti, Stefano Negrini sindaco di Gazzo Veronese e la consigliera comunale di Verona (Gruppo misto) e coordinatrice cittadina di FI Anna Leso.
Qui si parla, però, di una clamorosa candidatura possibile a Verona: quella dell’ex presidente dell’Agsm Michele Croce.

 

Foto: a sinistra il Consiglio Regionale Veneto a Palazzo Ferro Fini; a destra in alto, Flavio Tosi, Massimo Giorgetti, Michele Croce e Massimo Mariotti.

[ da Primo Giornale ]