A seguito dell’entrata in vigore,dal 1° luglio 2019 dei nuovi canoni di locazione ricalcolati, nell’agosto scorso, la Regione Veneto ha istituito presso le sette Ater dei Nuclei Tecnici di Analisi al fine di esaminare i dati inerenti il ricalcolo dei canoni di locazione, e formulare proposte mirate ad alcuni correttivi per le casistiche specifiche che hanno determinato criticità.

«La prima cosa che emerge è che i correttivi apportati dalla Regione alla nuova legge sull’edilizia convenzionata va a salvaguardia degli over 65 e dei nuclei familiari con disabili o non autosufficienti. Una scelta che era doverosa e che dimostra come questa riforma delle Aziende di edilizia territoriale residenziale voluta dalla Regione sia buona e giusta.

Nel veronese, alla fine, avremo ora solo 23 casi per i quali sarà attivata la procedura di decadenza dal diritto di alloggio popolare».

A fare il punto sulle modifiche approvate il 12 novembre dalla giunta regionale del Veneto è stato martedì 19 novembre il presidente dell’Ater di Verona, Damiano Buffo, assieme ai due consiglieri di amministrazione Giovanni Pesenato e Claudio Righetti, ed al direttore Luca Mozzini.

«Il tavolo costruito da tutte le Ater del Veneto ha fatto un ottimo lavoro visto che la Regione ha analizzato e accolto le nostre proposte all’interno dei correttivi apportati alla legge per tutelare anziani e disabili – sottolinea il presidente Buffo. – Il limite Isee che era fissato a 20 mila euro, con i correttivi è stato innalzato a 26 mila per i nuovi assegnatari, mentre per chi ha avuto l’ alloggio prima dell’entrata in vigore della nuova legge è stato portato a 35 mila».

«Va dato atto all’assessore regionale al sociale, Manuela Lorenzin, di essere riuscita a coinvolgere tutte le Ater nelle modifiche alla legge – ha aggiunto Pesenato. – La nuova normativa era necessaria, e assume un’ importante ruolo anche per le modifiche dei nuclei familiari che oggi sono formati sempre più da pochi individui.

Inoltre, ha fatto emergere situazioni di uso improprio del bene. Troviamo alloggi in pessime condizioni che per venir riassegnati devono essere ristrutturati. Ora come Ater continueremo a monitorare queste situazioni e l’inquilino dovrà dimostrare ogni due anni di aver ancora diritto all’alloggio».

«Rimane la possibilità per questi 23 casi che non hanno più quel diritto, di rientrare nei parametri indicati nei due anni di tempo previsti. – ha fatto presente Righetti -. Guardando invece ai nuovi contratti si capisce che la legge è stata fatta per andare incontro alle esigenze sociali. Non certo ai bilanci dell’azienda, visto che i canoni nuovi sono molto bassi, 70-98 euro al mese».

«Per legge l’affitto minimo è di 40euro al mese, mentre la media oggi nel veronese è di 125 euro – ha chiarito il direttore Mozzini -. Inoltre, oggi abbiamo tante richieste di situazioni mono parentali, mentre gli alloggi sono pensati per famiglie di 3-4 persone. Quindi la riforma ci mette davanti anche ad un cambiamento della società e su questo fronte come Ater stiamo investendo nella trasformazione di appartamenti per famiglie plurime in alloggi per singoli o coppie. Abbiamo anche tante richieste di cambio di appartamenti da parte di pensione anziane, che magari il quell’alloggio vivevano con marito e figli, e che, rimaste sole, si trovano in case troppo grandi e costose».

Un correttivo alla legge necessario per andare incontro a chi quell’alloggio ha diritto di averlo, ma anche uno strumento per evitare distorsioni.

Verona, ai primi controlli della nuova legge, è balzata agli occhi per il “Paperone” delle case popolari: un affittuario con un reddito Isee di 1 milione e 42 mila euro.

«Quell’alloggio è già stato liberato ed anche in questo la nuova legge si dimostra giusta. – conclude il presidente Buffo – Anche perché favorirà il turn over degli alloggi e quindi la possibilità di assegnarli a chi ne ha più necessità. Detto questo, oggi, su circa 4200 appartamenti ad edilizia residenziale pubblica gestiti dall’Ater nel veronese, la maggior parte occupati, erano 329 i nuclei familiari che prima delle correzioni superavano il valore Isee di 20 mila euro, dei quali 73 con un Isee da 35 mila euro. Ora, 47 risultano abitati da persone over 65, uno da un disabile.

A questi vanno aggiunti due alloggi già liberati e quindi sono solamente 23 i nuclei familiari che vedranno avviata la procedura di decadenza del diritto di mantenere l’ alloggio.

Sono dati che vedono la provincia veronese rientrare nella media veneta e che ci confortano perché non abbiamo davanti situazioni di emergenza sociale. Considerato anche che abbiamo circa 500 alloggi in tutta la provincia da riassegnare».

Foto: a sinistra, alloggi Ater di edilizia territoriale residenziale; a destra in alto, da sinistra il presidente dell’Ater di Verona, Damiano Buffo e il consigliere Giovanni Pesenato; in basso da sinistra, il direttore Luca Mozzini è il consigliere Claudio Righetti.

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