Mille agricoltori veneti si appellano alla politica contro i danni provocati dalla cimice asiatica e chiedono subito sgravi fiscali, sospensione dei mutui e indennizzi per i frutticoltori.
Presentato un ordine del giorno da far approvare a tutti i Comuni del Veneto per chiedere misure urgenti contro lʼinvasione della cimice asiatica, che si sta diffondendo in modo esponenziale distruggendo interi raccolti. Nel Veronese si parla di 80 milioni di euro di danni.
È partito da Bonavigo il grido di allarme degli agricoltori veneti, riuniti in più di mille giovedì 5 settembre a
Orti di Bonavigo, durante una mobilitazione organizzata da Coldiretti a cui hanno partecipato anche numerosi rappresentanti istituzionali.
Erano infatti presenti lʼeuroparlamentare Paolo Borchia, i senatori Massimo Ferro e Roberta Toffanin, i deputati Vito Comencini e Vania Valbusa, gli assessore regionali Cristiano Corazzani e Elisa De Berti, i consiglieri regionali Sergio Berlato, Enrico Corsi, Alessandro Montagnoli, Giovanna Negro e Stefano Valdegamberi, oltre a Loris Bisighin in rappresentanza della Provincia e a numerosi sindaci. Dopo i saluti di Ermanno Gobbi, Sindaco di Bonavigo e Stefano Mirandola, Presidente Coldiretti Bonavigo, sono intervenuti Daniele Salvagno, Presidente Coldiretti Veneto e Verona, Alex Vantini, Delegato Coldiretti Giovani Impresa Veneto Pierluigi Guarise, direttore Consorzio Agrario del Nordest, Gianluca Fregolent della Direzione Agroambiente, caccia e pesca della Regione Veneto e Lorenzo Bazzana, responsabile settore ortofrutticolo della Confederazione. Moderatore è stato Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Veneto.
«Non parliamo di calamità naturale ma di catastrofe – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Verona e Veneto, Daniele Salvagno -. Le aziende che producono mele, pere, kiwi, albicocche, pesche ma anche frutti di bosco e peperoni, sono attaccate pesantemente dalla cimice asiatica e i danni, che nel veronese ad oggi ammontano a circa 80 milioni, sono destinati a crescere.
La cimice che è arrivata da altri paesi impone di trovare al più presto una contromisura per salvare le imprese del nord e per salvaguardare l’agricoltura italiana».
Gli ha fatto eco il direttore Pietro Piccioni che ha precisato: «Siamo in piena emergenza e pertanto servono misure urgenti e di impatto. A partire dal riconoscimento dello stato di calamità in tutto il Veneto, in modo che le aziende possano aver accesso immediato a sgravi fiscali e contributivi, ma anche alla sospensione dei mutui. Del resto se non c’è reddito non ci sono nemmeno le risorse per pagare i debiti, gli interessi e le tasse. Peraltro il problema è duplice: da una parte le aziende perdono reddito, e dall’altra quote di mercato».
«Per mettere in atto tutto questo – ha continuato il presidente Salvagno – non possiamo essere lasciati soli e lanciamo un appello ai sindaci, molti dei quali ben conoscono la portata e le conseguenze dell’invasione delle cimici. Coldiretti ha messo a punto un ordine del giorno che verrà presentato a tutti i consigli comunali veneti per essere approvato a breve. Alle istituzioni chiediamo attenzione e rapidità di risposta, ai sindaci chiediamo di essere al nostro fianco se non vogliamo assistere alla chiusura di centinaia di aziende agricole del nostro territorio».
Foto: a sinistra in alto, il dibattito svolto a Orti di Bonavigo, in basso, la cimice asiatica e i danno sulle mele; a destra dall’alto, Daniele Salvagno, Presidente Coldiretti Veneto e Verona; Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Veneto.