Flavio Piva, 54 anni, laureato in Economia e Commercio, alla guida di Banca di Verona, è il nuovo presidente della Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo.
La nomina è avvenuta ieri, venerdì 6 settembre 2019, durante il rinnovo delle cariche sociali in un’assemblea che ha visto la presenza di tutte le 20 Bcc e Casse Rurali e Artigiane socie. A rappresentare l’area veronese sono stati eletti nel Consiglio di Amministrazione anche Gianfranco Tognetti di Banca Veronese e Edo Dalla Verde di Cassa Rurale e artigiana di Vestenanova, mentre per il collegio sindacale , Luca Paolo Mastena di CereaBanca 1897.
Il tema centrale che sarà oggetto di questo mandato sarà ricondurre le Bcc e Cra socie ad una suddivisione delle risorse patrimoniali e finanziarie della Federazione, secondo i criteri che il tavolo di lavoro attraverso i tecnici incaricati indicherà come percorribili e traghettare la Federazione verso la scissione tra le 7 banche del Gruppo Cassa Centrale Banca, che per prime avevano chiesto una separazione consensuale e le 13 aderenti di Iccrea.
«Mi è stato assegnato nella seconda metà del mese di luglio il compito di favorire il ritorno ad un Consiglio di Amministrazione “unitario” della Federazione Veneta, che si assumesse anche il compito di ricercare un accordo “bonario” per la scissione patrimoniale, così come chiesto dalle banche appartenenti al Gruppo Cassa Centrale Banca» – ha esordito il presidente Piva nel Credito Cooperativo dal 2004 – In questo contesto mi conforta la fattiva collaborazione, il forte senso di responsabilità e di vicinanza che mi hanno manifestato molti colleghi amministratori i quali auspicano che questa non sia una pagina che si chiude definitivamente, ma anzi, il punto di partenza di un percorso nuovo, che rilanci all’interno delle comunità, delle associazioni, tra le piccole medie imprese, la straordinaria valenza innovativa della cooperazione e della mutualità bancaria quale strumento di sviluppo per il nostro Paese.
Posso anticipare fin da ora – ha continuato il presidente – che non sarà un Consiglio di Amministrazione che si occuperà di mere questioni burocratiche. Anzi. Questo periodo sarà fondamentale per noi per impostare e definire in modo organico le linee guida della nuova Federazione Veneta a partire dai pilastri più importanti della Cooperazione di Credito e della logica mutualistica e solidaristica: penso ad esempio alla ridefinizione di relazioni solide e dinamiche con le Istituzioni pubbliche e private, con il mondo produttivo e delle categorie economiche regionali, con la proposta di nuove iniziative rivolte alla promozione dell’educazione finanziaria, di progettualità a favore dei giovani, della scuola, dell’Università».
Oggi il Credito Cooperativo in Veneto, rappesentato dalla Federazione, vede la presenza diretta di 20 Bcc con circa 600 filiali totali in 355 Comuni e conta circa 130 mila soci, in aumento costante.
E’ una realtà in salute, solida patrimonialmente (l’aggregato 2018 delle BCC venete è pari a 2,1 miliardi di euro), da sempre vicina come nessun altro soggetto bancario alle imprese locali e alle famiglie, cui sono destinati 16,5 miliardi di euro, raccolti nel territorio e qui reimpiegati secondo la logica Bcc.
L’utile aggregato nel 2018 in Veneto è stato di 105,8 milioni di euro, mentre le attività a sostegno del sociale, del volontariato, della cultura sul territorio veneto valgono circa 16,5 milioni di euro.
«Proprio partendo dai nostri dati e dai risultati che vedono le Bcc venete protagoniste nella nostra Regione di un forte sostegno all’economia e al territorio, sono convinto che l’esperienza di successo del Credito Cooperativo sia più che mai necessaria oggi.
Il Veneto nella storia moderna – ha affermato il presidente Piva davanti all’assemblea – è sempre stato anche terra di “laboratorio”, di nuove formule che nel tempo hanno consentito ai cittadini di questa Regione di determinare, conquistare, influenzare e talora sopravvivere.
Non dobbiamo dimenticare che il Credito Cooperativo è nato qui, a Loreggia con Wollemborg e a Gambarare di Mira con don Cerutti 136 anni fa.
Nei momenti più difficili abbiamo saputo immaginare e realizzare le cose migliori, in silenzio, con umiltà. Spero quindi che il lavoro che andremo a fare tutti insieme in modo responsabile serva a tutelare gli interessi e le prerogative della Cooperazione di Credito nella nostra regione, lasciando ai Gruppi la prerogativa delle mere logiche industriali e organizzative.
In questo senso la Federazione Veneta, ridisegnata insieme, potrà continuare a essere centrale non solo come luogo di riconoscibilità territoriale e di rappresentanza presso le Istituzioni e le categorie economiche e sociali venete, ma anche come luogo di confronto su alcuni temi trasversali di cui i Gruppi non si occupano o si occupano in modo marginale, ovvero la tutela dell’identità vera del Credito Cooperativo. Temi, progetti e azioni concrete, attraverso cui potremo continuare a distinguerci a livello locale da tutte le altre Banche».
Foto: a sinistra, la sede della Federazione Veneta del Credito Cooperativo a Padova; a destra, Flavio Piva, presidente di Banca di Verona e nuovo presidente della Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo.