Ancora nulla di ufficiale all’orizzonte delle partecipate dalla coalizione di centrodestra legnaghese.
Il primo cittadino e le forze politiche alleate che l’hanno sostenuto nella vittoria elettorale dello scorso 26 maggio, infatti, non hanno ancora trovato l’intesa sulla distribuzione delle varie “poltrone” in società ed istituzioni municipalizzate, nonostante i continui vertici del giovedì.
Nella coalizione circola lʼipotesi di inviare una lettera a tutti quei rappresentanti del Comune in enti e partecipate che siano di nomina della precedente amministrazione, chiedendo loro un passo indietro rispetto alla scadenza naturale del proprio mandato, allʼinsegna del cosiddetto “spoil system”, ossia la possibilità per chi viene eletto di poter nominare persone di propria fiducia nei posti chiave.
In verità, prima di arrivare a un atto formale così “pesante”, pare che il sindaco e i suoi abbiano sondato informalmente gli interessati, trovando però terreno poco fertile. Il che, ad esempio, rimanderebbe al prossimo anno per la scelta dei vertici di Lese, la partecipata che gestisce la discarica di Torretta, al momento guidata da Pietro Zanetti in scadenza nel 2020.
Ma oltre a richiedere lʼuscita di scena di chi è attualmente in carica, il primo cittadino deve anche preoccuparsi di chi indicare al loro posto, e anche questa è una partita tuttʼaltro che semplice.
Sta di fatto che tutti e tre i gruppi politici che hanno sostenuto la corsa di Lorenzetti e che hanno ora rappresentanza in consiglio, chiedono spazio, in particolare per quanto riguarda Lese, la società per il trattamento e smaltimento rifiuti : qualora la presidenza andasse alla Lega, come è quasi certo, il candidato principale alla carica è senza dubbio lʼex sindaco Roberto Andrea Rettondini, scelta questa, sponsorizzata anche dall’alleato Paolo Longhi.
Ipotesi più remota, ma non da escludere, sul nome di Roland Tedesco qualora il posto spettasse alla civica “Lorenzetti sindaco”, con il Carroccio che si vedrebbe comunque rappresentato nel Cda da Riccardo Filippini.
Cʼè poi la componente “Legnago Domani”, della lista unitaria che compren- deva anche Fratelli dʼItalia, a reclamare spazio, sentendosi sotto rappresentata, dato che lʼunica carica finora ottenuta è andata alla compinente che fa capo a Giorgia Meloni, con la presidenza del consiglio a Paolo Longhi.
Risulta improbabile una candidatura in questo senso per Nicola Silvestrini che ha espresso un “no comment”, mentre nel consiglio della partecipata potrebbe esserci spazio per Luca Sordo.
Per quanto riguarda la Casa di Riposo, il cui Cda, guidato dall’avvocato Mario Verga scadrà nel 2020, e vede l’ex consigliere leghista Michele Menini
in pole position per succedergli.
Per Maurizio De Lorenzi, segretario circoscrizionale del partito di Matteo Salvini ed ex assessore allo sport della giunta Rettondini, pare esserci pronto una sorta di incarico di coordinatore che il sindaco pare intenzionato ad affidargli.
L’attenzione è puntata anche su altre poltrone “eccellenti”. Da quella di Sive, società che gestisce la raccolta rifiuti, al cui vertice è stato riconfermato la scorsa estate, fino al 2021, il commercialista Ignazio Stefano Barone.
Capitolo chiuso e mai aperto invece quello rigurdante il rappresentante nel consiglio generale della Fondazione Cariverona, dove attualmente siede il penalista e presidente della Fondazione Salieri, Stefano Gomiero. Il suo mandato “blindato” dallo stesso presidente di Cariverona, Alessandro Mazzucco, è in scadenza nel 2021.
Ancora una volta il sindaco sulla questione getta acqua sul fuoco: «Lo spoil system, per il momento, non è una mia priorità. Tali operazioni vanno fatte nei tempi giusti, anche per evitare disservizi e incidenti di percorso ai vari enti».
Foto: in alto a sinistra, il presidente di Fondazione Salieri, Stefano Gomiero; a destra, lʼex sindaco Roberto Andrea Rettondini; in basso a sinistra, la sede a Verona di Fondazione Cariverona; a destra, la sede di Lese a Torretta di Legnago.