Come in altri comuni, per contrastare l’alta velocità in alcuni punti critici del territorio di Minerbe, il Comune ha fatto installare cinque «velobox». Si tratta delle tradizionali colonnine arancioni in grado di contenere l’autovelox mobile in dotazione alla polizia locale.
I velobox sono stati collocati in via Marconi, vicino alla casa di riposo e alla scuola materna Cherubina Manzoni, in via Santo Stefano, in via Roma, vicino alle scuole elementari, in via Ronchi e in via Sant’Antonio. Oltre alle cinque installate, è stata comperata una sesta colonnina di scorta, costo totale 6.600 euro oltre alle opere di muratura per posizionarle.
«Sarà anche meglio di niente – afferma il comandante di polizia municipale di una provincia vicina – ma per esperienza personale il velobox non risolve i problemi.
Anzi, posizionare cinque box arancioni così come ha fatto il Comune di Minerbe, in altrettante strade di collegamento tra il centro e le frazioni, non serve proprio a niente. Nel senso che dopo un pò, quando gli automobilisti capiscono che è solo una scatola vuota, i box non faranno diminuire la velocità media delle auto in transito, ma non faranno nemmeno “cassa”: per il Comune, quelle cinque scatole arancioni e per di più blindate per resiste ai vandali, saranno soltanto un costo, senza resa né in termini di sicurezza né in termini di incassi».
Insomma, l’operazione velobox rischia di essere soltanto una spesa e non da poco: seimilaseicento euro. Non sono tanti se si pensa che i primi “bidoni” sette anni fa costavano circa 3.500 euro ciascuno, ma ora possono diventare tanti se si rischia di non ottenere niente in cambio.
«Mettere un solo velobox in una strada non serve a nulla – continua il comandante – la gente rallenta lì per lì per poi tornare ad accelerare. Per far calare la velocità media in un tratto di strada, invece, bisogna posizionare più velobox ad una distanza l’uno dall’altro sufficiente per risultare sempre ‘a vista’, ma ciò non è fattibile.
E poi c’è anche la questione della gestione: per funzionare, un velobox deve avere una pattuglia in zona che lo attivi inserendovi all’interno l’apparecchiatura specifica e sia presente; in questo caso con i pochi vigili in servizio esterno, quando spesso sulle strade c’è una sola pattuglia, se sta ferma ad attivare il velobox, territorio e servizi restano scoperti».