Ben 250 alloggi oggi sfitti perché non agibili per poterli riassegnare a chi ne ha necessità. E poi l’acquisto sul mercato di altri 20 appartamenti. Come la vendita sul mercato di 109 alloggi ritenuti vetusti e il cui ricavato sarà riutilizzato per finanziare altri interventi. È quanto approvato il 10 maggio nell’ultimo consiglio d’amministrazione dell’Ater (Azienda Territoriale Edilizia Residenziale) di Verona che si prepara quindi a mettere a disposizione ben 270 case.

Un piano che è anche l’inizio della nuova operatività dell’azienda, come previsto dalla riorganizzazione delle Ater decisa ancora nel 2017 dalla Regione.

Una riorganizzazione che prevede anche importanti passaggi concreti, come l’unificazione in capo all’Ater e non più ai Comuni dell’iter di assegnazione delle cosiddette “case popolari”.

«La Legge regionale 39 del 3 novembre 2017 ha cambiato la disciplina che regola l’attività delle Aziende territoriali per l’edilizia residenziale, specificando la modalità di assegnazione degli alloggi, la nuova metodologia nel calcolo dei canoni di locazione, i motivi di decadenza del diritto all’alloggio, e cercando di semplificare le procedure d’azione dell’Ater e dare flessibilità agli enti per poter operare, – spiega subito Giovanni Pesenato, già presidente e oggi vicepresidente dell’Ater di Verona, facente però funzioni in attesa della nomina da parte della Regione del nuovo presidente (Enrico Corsi, è diventato qualche mese fa consigliere regionale, ndr) -. Il punto principale di questa riforma è stato la revisione delle Ater, che ha portato il consiglio d’amministrazione a tre componenti tra cui il presidente, tutti di nomina del consiglio regionale e legati alla durata della legislatura regionale».

Inoltre, la riorganizzazione ha messo in sinergia tutte le Ater al fine di uniformare ed aggregare in rete servivi comuni, dagli appalti ai servizi di manutenzione, togliendo ai Comuni questo onere.

«Per quanto riguarda l’assegnazione degli alloggi trE le condizioni a cui si fa riferimento per graduatoria: situazione economica, analisi reddituale patrimoniale, e componenti del nucleo famigliare tenendo conto di eventuali situazioni di handicap. Tra i criteri per ottenere più punteggi nella graduatoria di assegnazione, poi, c’è la residenza anagrafica per almeno 5 anni negli ultimi 10 in Veneto – riassume Pesenato, che è anche consigliere comunale d’opposizione a Minerbe, storico esponente di centrodestra locale -. Altra novità è che ora il richiedente può fare domanda a livello regionale, e poi scegliere dove andare ad abitare».

Le domande oggi vanno ancora fatte in modo cartaceo ma a livello regionale si sta costruendo un portale web per rendere possibile la presentazione delle domande in via telematica.

«L’altra grande novità è che l’assegnazione alloggi sarà fatta dall’Ater e non più dai Comuni, questo per snellire la burocrazia e dare subito risposte ai cittadini – riprende il vicepresidente Pesenato -. Poi, a breve dovranno essere rivisti i canoni di locazione, sulla base degli indicatori economici e della situazione del mercato locale. Poi, la locazione non è più a tempo indeterminato, ma di cinque anni con rinnovo se permangono i requisiti. E chi alla scadenza dei 5 anni non avrà più i requisiti per mantenere la permanenza nell’alloggio, dovrò lasciarlo libero nel giro di due anni».

Quest’ultima è una regola introdotta con la nuova legge regionale sugli Ater e che cerca di evitare situazioni dove famiglie che magari 10 anni fa erano in stato di disagio ma che oggi non lo sono più, rimangano in possesso di alloggi popolari togliendoli a chi ne ha veramente necessità. «Non solo – continua Pesenato – è prevista anche la perdita dell’alloggio quando si dimostra che l’inquilino non lo tiene come prescritto o lo danneggia. Questo per far fronte a situazioni incresciose in cui ci siamo trovati con alloggi dove l’inquilino aveva distrutto tutto, perfino staccato i bagni prima di andarsene. Tanto che stiamo anche cercando di predisporre una norma per i prossimi bandi d’assegnazione che preveda anche la possibilità di chiedere i danni all’inquilino che si comporta in questo modo».

I bandi approvati per l’acquisizione di 20 alloggi in costruzione o finiti interessa comuni con alta densità abitativa, cioè Verona e San Bonifacio. «L’iter è praticamente già al termine e nei prossimi giorni si arriverà all’apertura delle buste per valutare le offerte che sono giunte – spiegano il direttore dell’Ater, Luca Mozzini, ed il responsabile dell’ufficio vendite, Stefano Valentini -. Si tratta prima di tutto di un’indagine di mercato che abbiamo voluto fare per arrivare all’acquisto di 20 appartamenti con un investimento di circa 2 milioni di euro. Non è detto che le offerte giunte rispondano ai nostri criteri e tutti i 20 alloggi vengano acqustati. Come anche potrebbe essere che vi siano più offerte da tenere poi in considerazione per altri piani di investimento».

Stessa filosofia sta alla base del piano di vendite che è stato approvato dalla Regione, e sarà diviso in tre gruppi a seconda della valutazione di mercato e dei tempi per la messa in alienazione.

«Puntiamo a vendere questi 109 appartamenti nel giro di un anno, ma chiaramente cercando di recuperare il più possibile fondi da riutilizzare per sostenere progetti di manutenzione o acquisizione di altri immobili – conclude il vicepresidente Pesenato -.

Le manutenzioni, invece, che riguardano ben 250 alloggi sparsi un po’ in tutta la provincia, prevedono un piano di investimenti di oltre 1 milione di euro».

Foto: a sinistra dall’alto, la sede dell’Ater a Verona; alloggi popolari, l’Ater ne metterà in vendita 109; a destra, Giovanni Pesenato, vicepresidente dell’Ater di Verona.