Presentati i dati del bilancio 2017-18 questa mattina, venerdì 7 dicembre, all’Hotel Due Torri di Verona. Un fatturato di 141 milioni di euro (+20%) ma soprattutto un utile distribuito ai 2.200 soci di 70 milioni di euro (+11% rispetto allo scorso anno), il più alto di sempre e la redditività vola a 13mila euro per ettaro. Sono i principali risultati del bilancio 2017-18 della Cantina di Soave.
Unanime approvazione del bilancio d’esercizio 2017/2018 nel corso dell’ultima assemblea dei soci che si è tenuta a Soave nella sede di Rocca Sveva venerdì 9 novembre, durante la quale è stato anche eletto il nuovo Presidente.
Attilio Carlesso ha passato il testimone a Roberto Soriolo, già da circa dieci anni membro del Consiglio di amministrazione di Cantina di Soave. Un passaggio di consegne all’insegna della continuità che ha visto Presidente entrante e uscente, Direzione e Consiglio di Amministrazione uniti nel condividere la soddisfazione per i risultati ottenuti nel corso dell’esercizio.
I dati in sintesi:
Fatturato consolidato di 141 milioni di euro. La vendemmia 2017, pari a 860.000 quintali di uva conferita, ha determinato un fatturato consolidato di 141 milioni di euro, + 20% rispetto allo scorso esercizio. All’interno del venduto complessivo, è di rilievo il +39% in valore del prodotto sfuso, soprattutto grazie alle vendite di vini DOP e IGP che hanno mantenuto buone performance.
L’imbottigliato cresce in volume (+11%) e in valore (+9%). In linea con le strategie aziendali portate avanti negli ultimi anni, le vendite di prodotto imbottigliato rappresentano il 50% dell’intero fatturato; di cui ben il 52% deriva da prodotto a marchio, core business dell’azienda, contro il 48% determinato dalla vendita di prodotti a private label.
Buona la ripartizione tra le vendite Italia ed estero, rispettivamente 63% le prime e 37% le seconde. Per quanto riguarda l’estero, in un anno particolare che ha visto coincidere una vendemmia eccezionalmente scarsa con gli importanti lavori di ristrutturazione e il conseguente fermo linee di imbottigliamento, gli obiettivi di mantenimento delle posizioni sui principali mercati sono stati raggiunti con successo. Per i vini bianchi, Soave e Pinot Grigio, i mercati di riferimento rimangono Regno Unito, Germania e Austria, mentre per i rossi a più alto valore aggiunto, Ripasso e Amarone, i mercati più importanti si confermano Scandinavia e Svizzera, seguiti dal Regno Unito che ha visto una crescita del +12% rispetto all’anno precedente.
In tema di capitalizzazione aziendale, il patrimonio netto supera i 62 milioni di euro, a fronte di un cash flow operativo di oltre 9,5 milioni di euro e un utile di esercizio di 3,3 milioni di euro. Buona la disponibilità liquida che, pur in presenza di investimenti nel corso dell’esercizio per 32,4 milioni di euro, passa da 38,2 a 39,3 milioni di euro.
Il totale dei conferimenti aumenta a 98,5 milioni di euro ed è da record la liquidazione destinata alla remunerazione delle uve conferite dai soci viticoltori: 70 milioni di euro.
«La situazione dell’azienda – spiega Bruno Trentini, Direttore Generale di Cantina di Soave – appare più che mai solida ed equilibrata in tutte le sue componenti. Abbiamo raggiunto e superato gli obiettivi che ci eravamo prefissati.
L’ottima performance dei vini imbottigliati, e tra questi, in particolare quella dei prodotti a marchio aziendale, è un risultato importante.
Nel corso dell’esercizio l’azienda ha infatti proseguito nella sua politica commerciale sia in Italia che all’estero, rafforzando i brand già esistenti e creandone di nuovi, al fine di consolidare le attuali posizioni di mercato e conquistarne altre.
Le operazioni di gestione attuate nel corso dell’esercizio 2017/2018 sono state in linea con quelle degli anni passati, in un’ottica di valorizzazione delle denominazioni territoriali, al fine di garantire il massimo del reddito alla base sociale: l’80% della nostra produzione deriva da vitigni autoctoni.
Gestire una denominazione – continua Trentini – significa stabilire la quantità di prodotto da immettere sul mercato senza creare esuberi e definire il posizionamento più corretto per la stessa. Questo è quello che stiamo facendo per le tipologie Soave (gestiamo il 48% dell’intera DOC Soave e il 43% della DOC Soave Classico), Valpolicella (gestiamo il 49% dell’intera DOC Valpolicella) e successivamente per il Lessini Durello (gestiamo il 70% dell’intera DOC Lessini Durello) e Garda, con il risultato che queste denominazioni sono oggi tra le più remunerative per il viticoltore nel panorama nazionale: il confronto con il passato parla da sé».
Nel corso dell’esercizio sono proseguiti gli imponenti lavori di ampliamento di tutte le strutture produttive aziendali che vedranno il completamento la prossima primavera. I lavori sono stati anche quest’anno impegnativi sia sotto il profilo della gestione che dal punto di vista economico: 32,4 milioni di euro, per quanto riguarda specificamente l’esercizio appena concluso.
Un dato estremamente significativo, dal momento che a fronte di questo notevole esborso, la disponibilità liquida ha registrato un aumento, seppur leggero, passando dai 38,2 milioni di euro dello scorso esercizio ai 39,3 milioni di euro di quello appena concluso, anche grazie al ricorso al finanziamento bancario. Questo dimostra una grande capacità, da parte dell’azienda, di generare liquidità.
«Infine ci tengo a sottolineare dei veri e propri record: i nostri 2200 soci quest’anno hanno visto la liquidazione delle uve salire a 70 milioni di euro e la redditività media per ettaro a sfiorare i 13.000 euro. Risultati straordinari che ci gratificano enormemente: siamo una cantina cooperativa e la soddisfazione dei soci conferitori per noi è fondamentale». conclude il Direttore Generale.
Foto: in alto la presentazione del bilancio 2017-2018 all’Hotel Due Torri; in basso a sinistra; il presidente di Cantina di Soave Roberto Soriolo; al centro la sede a Soave; a destra il direttore generale Bruno Trentini.