I 10 richiedenti asilo del Cas Centro Accoglienza Straordinaria di Aselogna di Cerea destinati a un nuovo centro in via Santi Martiri, a San Vito di Cerea, come temevano i residenti, che si erano immediatamente mobilitati all’annuncio del loro imminente arrivo, e l’amministrazione comunale, non ci andranno più.
Ne dà notizia il sindaco Marco Franzoni, il quale, dopo aver raccolto l’ allarme della popolazione e averne segnalato tutte le problematiche alla Prefettura, adesso può ragionevolmente sciogliere la riserva e assicurare che quei migranti resteranno dove sono. Cioè 7 a Villafontana e 10 a Vago di Lavagno.
Il Centro di Aselogna, infatti, gestito dall’associazione “Betania” di Zevio, che ospitava circa 25 immigrati dal 2016, in un’ abitazione messa a disposizione da Mario Soave, cittadino ceretano e volontario lui stesso della Onlus, ha chiuso l’attività.
I suoi dirigenti hanno, infatti, deciso di non partecipare all’ultimo bando emanato dalla Prefettura «Perché imponeva norme talmente rigide e in contrasto con il nostro modo di intendere l’accoglienza, da costringerci a rinunciare».
Così, gli ospiti di Aselogna, rimasti senza casa, sono stati dislocati altrove.
L’estate scorsa sembrava che fossero destinati a un nuovo Cas gestito dalla cooperativa “San Francesco” di San Giovanni Lupatoto, che aveva acquistato o affittato un immobile in via Santi Martiri. Poi però, forse a causa delle proteste degli abitanti e del Comune, la Prefettura ha deciso altrimenti.
E così i 10 richiedenti asilo, tutti maschi, non verranno sul territorio di Cerea, dove rimane il Cas di Asparetto di Cerea, che però finora non ha creato problemi di sorta.
Foto: in alto, richiedenti asilo presso un Centro di Accoglienza Straordinaria; in basso a sinistra, il Prefetto di Verona Salvatore Mulas; a destra, il sindaco di Cerea Marco Franzoni.