Capita a volte che ti trovi a prendere un caffè in un bar del centro con un politico che non sentivi da un pò di tempo. Non importa quanto l’incontro sia stata casuale o voluto, importa invece quello che lui pensa a voce alta mentre aspetta il suo caffè, e poco importano anche le raccomandazioni che il commissario Zuliani ha fatto su quanto il silenzio sia d’oro in certe occasioni. Ma a volte capita a tutti di pensare a voce alta.

Maurizio De Lorenzi, è stato uno dei primi ad aderire alla Lega Nord nei primi anni ’90, quelli dell’elezione del primo sindaco leghista monocolore Roberta Visentin. Erano i tempi in cui comandava Falamischia.

Da allora ne ha fatta di strada, sia nel partito che a livello istituzionale: più volte consigliere comunale, assessore, consigliere provinciale, segretario di sezione, vice segretario provinciale, segretario di circoscrizione.

«Quello a cui abbiamo assistito in consiglio comunale, lunedì, è l’ennesima prova di quanto la politica possa essere diventata solo un fatto di opportunità personali. Come ci si può definire di centrodestra e poi fare da stampella alla Giunta Scapin e al Pd come ha fatto il trio Raganà-Gardinale-Castelletto» inizia così il suo monologo di pensieri ad alta voce –  «E noi dovremmo confrontarci con questi personaggi. Questi personaggi che ci chiedono di sederci ad un tavolo per condividere un programma e un candidato sindaco. E poi ci dicono che noi della Lega facciamo le prime donne, che ci facciamo desiderare. 

Non è vero. Noi ci siamo, sono loro: Forza Italia, Fratelli d’Italia e civiche varie o presunte tali che si definiscono di centrodestra, che non ci sono, che non prendono decisioni, che non dicono da che parte stanno.

Vorrei sapere Cardinale chi rappresenta, probabilmente solo se stesso.   Raganà in consiglio ha detto che parla a nome di Forza Italia, ma il segretario Donà è d’accordo o subisce questo inciuccio con la sinistra. Castelletto, lasciamolo perdere perché non è riconosciuto nemmeno dai suoi e probabilmente alle prossime elezioni lo troveremo in qualche lista gandiana. E anche l’espulso Giarola, con i suoi 12 apostoli che tra poco lo seguiranno, a nome di chi parlano, esiste ancora un ex comitato referendario del “Si” al quale lui si aggrappa per rimanere a galla.

Vorrei capire con chi dovremmo parlare noi. Quando affermano che l’elettorato vuole un centrodestra unito a cosa si riferiscono, a una ammucchiata per vincere le elezioni e litigare il giorno sucessivo. No grazie, abbiamo già dato in passato e sappiamo come è finita, meglio da soli che male accompagnati. Io penso che la gente voglia governabilità e non falsi vincitori.

Affermano che stiamo dialogando con Longhi, Tedesco, Danieli e la loro nuova “Lista per Legnago”, io questo non lo posso affermare ma di certo condividiamo con loro molte cose. Per il resto la nostra porta è aperta a tutti, ma ora l’ultimatum è scaduto e ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni, scelgano da che parte stare, la gente lo vuole sapere».

Nel frattempo il caffè di Maurizio De Lorenzi si è raffreddato e la tazzina è rimasta sul tavolo assieme ai suoi pensieri a voce alta.