Con il suo gruppo, che lo scorso anno ha tagliato il traguardo dei 30 anni di attività, Sandro Veronesi dà lavoro oggi a più di 32 mila persone con 4mila punti vendita in ben 42 Paesi nel mondo. Un fatturato consolidato che ha superato per la prima volta, nel 2015, i due miliardi di euro, con un +9,3% rispetto all’anno precedente. Numeri da ca- pogiro, inimmaginabili se pensiamo a quel primo bilancio del 1987 che toccò quota 250 milioni di lire.
Dimensioni internazionali che, però, non hanno fatto mancare all’imprenditore, Cavaliere del Lavoro, nato a Belluno Veronese nel 1959, la voglia di investire sul territorio in cui è nato.
Il suo legame con Verona lo ha portato a finanziare tanti progetti in Italia e all’estero, non ultimo quello di sostenere con 100mila euro un bando per la copertura dell’Anfiteatro Romano, l’iniziativa promossa dal Comune di Verona.
Poi a consolidare il suo legame con il territorio ci sono anche le sponsorizzazioni nel mondo dello sport scaligero, volley e pallacanestro con Calzedonia e Tezenis, e la voglia di mantenere la sede qui e di far crescere il quartier generale dell’azienda proprio nella città scaligera.
«Le aziende che riescono a raggiungere dimensioni internazionali sono quelle che possono creare valore e benessere nella zona in cui sono inserite» – dichiara Veronesi – «Se la sede, come nel nostro caso, è Verona, trovo giusto che i progetti interessanti, quelli di maggiore valore aggiunto, vengano fatti qui».
Ricorda ancora gli anni dell’infanzia a fianco del papà idraulico, i primi conti, poi gli studi al liceo Galilei di Borgo Roma e tanta gavetta come cameriere e portiere d’albergo d’estate, in Inghilterra, in Francia e in Germania, per imparare le lingue, ma anche perché fortemente attratto dall’internazionalità.
Nel 1983 laurea con lode alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Verona, subito dopo il matrimonio a 25 anni e un ruolo di responsabile commerciale nell’azienda del suocero, fondatore del Gruppo Golden Lady.
«Ero attratto dal mondo delle vendite. Lo sono sempre stato. Vedevo attorno a me molte aziende, compresa quella in cui lavoravo, concentrate sul prodotto, che perdevano di vista l’obiettivo più importante: vendere.
Iniziai a costruire reti commerciali. Mi confrontavo con grossisti nazionali e con quelli della grande distribuzione. Mi accorgevo che il margine restava in gran parte a loro. Troppi fornitori e pochi distributori. Fu così che pensai di vendere direttamente al pubblico».
A 26 anni Sandro Veronesi apre il suo primo punto vendita in via San Paolo, a Verona: «Non sapevo nemmeno cosa volesse dire essere un retailer, tuttavia mi buttai in questa avventura. Il primo negozio, vicino all’università, pareggiava le spese; il secondo, in via Fama, andava peggio.
A Legnago, con il mio terzo negozio cominciai ad avere qualche soddisfazione, lì capii che poteva funzionare. Decisi di aprire in via Cappello, di nuovo a Verona. Poteva funzionare. L’ostacolo maggiore, allora, era far comprendere alle persone che poteva esistere un negozio specializzato, e fin lì inedito, di sole calze».
Pian Piano i negozi monomarca Calzedonia iniziano a proporre anche calzini da uomo e nei mesi estivi, per non trovarsi costretti a chiudere, costumi da bagno: «Prendemmo una stilista, una modellista, comprammo i tessuti e creammo la prima collezione. Investimmo nella produzione per poi occuparci direttamente della distribuzione.
È ancora questo l’asse strategico di tutte le nostre aziende».
I clienti Calzedonia ben presto si affezionano al marchio che nel 1996 conta 150 negozi. Iniziano a chiedere l’intimo: «Avevo paura di snaturare il marchio Calzedonia e provai con coraggio a creare una nuova azienda con un nuovo brand: Intimissimi.
Fu una scelta coraggiosa e al contempo prudenziale».
La crescita del Gruppo continua: nel 2003 è la volta di Tezenis, con una linea di prodotti giovane, attenta a quello che succede sui social e sul web, per intercettare i veloci cambiamenti che già in quel tempo si intravedono tra i ragazzi, specie con l’ascesa di internet.
Poi l’acquisizione di Falconeri nel 2009, il lancio del progetto in un settore completamente diverso, quello dell’agroalimentare, con Signorvino e, infine con l’acquisto di Atelier Emè entra nel mondo degli abiti da sposa nel 2015.
«Cosa distingue l’imprenditore dal manager? La predisposizione a prendersi dei rischi anche se non si è certi del risultato. È necessaria un po’ di incoscienza nelle scelte, da non confondere con la spavalderia. Sono convinto che l’imprenditore non debba avere l’obiettivo di essere perfetto e di capire tutto, ma piuttosto quello di capire qualcosa in più dei propri concorrenti.
È lì il cuore dell’essere imprenditori. Preparazione, perseveranza e un dolce equilibrio tra l’essere contenti di quello che si fa, di quello che si è fatto ieri, e il voler fare di più domani. Creando qualcosa di meglio di ciò che abbiamo e che magari ancora non c’è».
Oggi il 92 per cento dei dipendenti del Gruppo è costituito da donne e il 68 per cento del personale è sotto i 30 anni: dati significativi per capire l’identità dell’universo Calzedonia.
Un modello d’impresa in cui nel tempo si è dato sempre più attenzione alle persone con la creazione del Centro d’Infanzia per i bimbi delle mamme lavoratrici e del Centro benessere con spa, corsi pilates, yoga, aquagym: «Finché l’azienda è piccola, l’azienda la fa l’imprenditore stesso.
Quando si diventa grandi, l’azienda la fanno le persone che vi lavorano e che credono in quello che fanno. L’ingrediente del successo aziendale è anche quello di farle star bene, che siano felici».
E intanto per festeggiare il trentesimo anniversario lo scorso anno, nel 2017 il Gruppo Calzedonia ha fatto il suo debutto assoluto in Cina con i primi negozi monomarca.
«Si, abbiamo aperto a Shanghai uno store dedicato ai nostri marchi storici, Calzedonia e Intimissimi. Si tratterà del primo opening cinese, all’interno di un progetto che vedrà la nascita di vari nostri monomarca nel Paese, dove le consumatrici sembrano avere una predilezione per Calzedonia. Siamo già presenti con nostri punti vendita ad Hong Kong e in Giappone, lo sviluppo in Cina è un passo importante per la nostra crescita nell’area asiatica».
Un nuovo progetto di espansione che ha seguito la prima apertura negli Stati Uniti, a New York, nello scorso anno, è stata l’inaugurazione di una decina di negozi, nell’area della Grande Mela.
«Vogliamo testare la risposta di un mercato dove ci sono concorrenti molto forti, che però non ci spaventano, c’è bisogno di alternative e della creatività del Made in Italy».
E pensare che tutto questo ha avuto inizio a Legnago, o quasi.
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Foto: Sandro Veronesi patron di Calzedonia davanti alla sede del Gruppo a Dossobuono di Villafranca di Verona