L’altro ieri sera, mercoledi 5 settembre, i carabinieri della stazione di Cologna Veneta hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere da loro stessi richiesta nei confronti di B. S., un cittadino marocchino, 26 anni, senza fissa dimora, nullafacente, celibe, irregolare e con precedenti di polizia.
I militari hanno quindi eseguito il provvedimento emesso dal Gip del tribunale di Verona, Luciano Gorra che ha pienamente condiviso le risultanze investigative degli uomini dell’Arma. Sulla base di queste, infatti, l’uomo è stato individuato come responsabile della tentata violenza sessuale commessa ai danni di una signora del posto avvenuta l’11 luglio scorso.
Nell’occasione, l’arrestato aveva dapprima rivolto commenti sgradevoli a sfondo sessuale ed espliciti inviti rivolti alla dona, del tipo «vieni a casa mia», poi aveva anche allungando le mani verso la 46enne, strattonandola per la felpa e palpeggiandola.I militari dell’Arma, dopo aver portato a termine le incombenze di rito, hanno quindi condotto il cittadino marocchino 26enne presso il carcere di Verona Montorio.
Due sono state le aggressioni avvenute recentemente nella zona di Cologna Veneta; in due distinte occasioni, due donne avevano subìto molestie da parte di cittadini di nazionalità marocchina, in entrambi i casi irregolari sul territorio italiano. Vittime delle aggressioni, prima verbali con avances spinte a sfondo sessuale, ma anche fisiche con strattoni e palpeggiamenti, sono state una ragazza 22enne e la signora di 46 anni.
La prima aggressione – 23 giugno
Il primo episodio risale al 23 giugno scorso, quando una giovane di Pressana stava facendo jogging nei pressi della strada statale che collega per l’appunto Pressana e Cologna Veneta.
Erano circa le cinque del pomeriggio, quando all’improvviso la ragazza si è vista affiancata da un uomo in bicicletta, il quale poco prima in compagnia di amici già l’aveva avvistata.
La ragazza si è quindi sentita rivolgere pesanti apprezzamenti ed espliciti sgradevoli inviti, fino a quando l’uomo non si è addentrato in un casolare per riporre alcuni oggetti. La giovane ha quindi creduto che la cosa fosse finita lì, ma si sbagliava. L’uomo è infatti tornato alla carica, raggiungendola nuovamente e ricominciando con insistenza ad importunarla, arrivando persino a prenderla per un braccio. Fortunatamente la 22enne è però riuscita a trovar riparo all’interno di un’azienda dov’era presente del personale, riuscendo così a liberarsi del suo inseguitore.
A distanza di qualche settimana dall’accaduto, il 19 luglio la ragazza ha quindi deciso di sporgere denuncia presso la caserma dei carabinieri di Cologna Veneta. Sono quindi state avviate le indagini e ben presto il probabile autore dell’aggressione è stato identificato dai militari dell’Arma: si tratta di un uomo 41enne di nazionalità marocchina, nullafacente e con piccoli precedenti, oltre che irregolare sul territorio italiano. Nei confronti dell’uomo è quindi stata richiesta la misura cautelare del carcere, avanzata presso la Procura di Verona.
La seconda aggressione – 11 luglio
Il secondo avvenimento, a cui fa riferimento l’arresto dell’altro ieri del marocchino 26enne, è avvenuto a distanza di poche settimane dal primo, seguendo modalità pressoché identiche.
Vittima in questo caso una signora di 46 anni che vive a Cologna Veneta e che il mattino dell’11 luglio, come spesso le capita di fare, stava passeggiando da sola nella zona di campagna compresa tra le due frazioni di Sant’Andrea e San Sebastiano.
Anche stavolta ad avvicinarla è stato un uomo di nazionalità marocchina a bordo di una bicicletta. Sono quindi iniziati i commenti sgradevoli a sfondo sessuale e gli espliciti inviti rivolti alla signora, «vieni a casa mia» gli avrebbe detto più volte l’aggressore, in questo caso più giovane del primo, di fatto un ragazzo di 26 anni. La donna, ovviamente atterrita dallo spiacevolissimo incontro, ha cercato di allontanarsi, ma il suo inseguitore non si è dato per vinto. Il 26enne marocchino, anzi, è passato dalle parole ai fatti, allungando le mani verso la signora, strattonandola per la felpa e palpeggiandola, in particolare con “carezze” sul collo.
Anche in questa circostanza, fortuna ha voluto che la vittima delle molestie sia riuscita a trovare riparo nei pressi di un’azienda con sede nell’area semideserta dove si trovava a passeggiare, in particolare presso uno stabilimento di confezionamento di articoli di vestiario. Da qui la donna è riuscita a contattare il proprio marito che è poi arrivato a recuperarla e riportarla a casa. Nel frattempo l’assalitore si era dileguato. Il 20 luglio è stata sporta la denuncia ai carabinieri e anche stavolta i militari sono riusciti ad identificare il presunto autore delle molestie. Come nel primo caso, anche per lui è scattata la richiesta alla Procura scaligera del provvedimento restrittivo in carcere.