La Direzione Prevenzione della Regione ha emesso il quarto bollettino sulle arbovirosi, che contiene un focus sulla febbre West Nile, che in alcuni limitati casi si contrae dalla puntura della zanzara culex.

I casi accertati sono complessivamente 51, dei quali 32 forme lievi e 19 neuroinvasive a diversi livelli di gravità. Purtroppo si registrano anche due decessi, dei quali uno a Legnago, un anziano è stato la prima vittima della febbre da West Nile, trasportata dalle zanzare infette, aveva 86 anni, risiedeva in un Comune del Basso veronese, era ricoverato al Mater Salutis ed era stato colpito dlala forma neuroinvasiva del virus. 

I casi sono al momento 15 a Padova, 16 a Rovigo, 3 a Treviso, 7 a Venezia, 8 a Verona, 2 a Vicenza.

«La situazione è assolutamente sotto controllo – dice l’assessore alla sanità Luca Coletto – e in tutti gli ospedali veneti si pone ogni attenzione in fase di diagnosi e si erogano tutte le cure necessarie. Alla gente chiediamo non paura ma collaborazione nel mettere in atto tutte quelle piccole precauzioni che possono allontanare il rischio, come l’uso di repellenti cutanei o per gli ambienti chiusi, delle zanzariere e dei condizionatori dove presenti, evitare di creare zone con acqua stagnante».

Il virus, che oltre agli uomini colpisce soprattutto i cavalli, spesso non causa sintomi evidenti. Il periodo di incubazione è compreso tra i 2 e i 15 giorni.

Nel caso, invece, si verifichi una sintomatologia, questa è generalmente dominata dalla febbre. Raramente oltre alla febbre possono comparire alcune gravi complicazioni neurologiche, come meningite e encefalite.