A Roma, sabato 15 marzo, si è svolta una manifestazione contro l’aumento delle spese militari voluto dall’Unione Europea, organizzata anche da esponenti di Democrazia Sovrana e Popolare, tra cui Marco Rizzo e Francesco Toscano. La protesta ha visto la partecipazione di diversi esponenti politici contrari alla linea adottata dal governo italiano e dalle istituzioni europee, che prevede un massiccio investimento in armamenti per rafforzare la difesa del continente.

A Roma, tra i manifestanti anche Stefano Valdegamberi, consigliere regionale veneto, recordman di preferenze alle ultime regionali eletto nella Lista Zaia, ora presidente del Gruppo Misto e Putiniano per vocazione, ha voluto spiegare così al Nuovo Giornale le ragioni della sua adesione alla manifestazione.

«Ho voluto manifestare contro la politica guerrafondaia dell’UE, insieme a Marco Rizzo e a Francesco Toscano di Democrazia Sovrana e Popolare, perché non è vero che dobbiamo investire 800 miliardi per difenderci. Già ora l’UE, Inghilterra esclusa, spende il 60% in più della Russia in armamenti, secondo uno studio dell’Università Cattolica.

La Russia è veramente il nemico da creare dopo anni di provocazioni e di vergognose campagne per diffondere la russofobia nei confronti di quel popolo da sempre amico e ammiratore del nostro Paese?
O piuttosto diventa il nemico immaginario da trovare come alibi per giustificare all’opinione pubblica altri fini di lobby molto meno nobili?».

«È solo un caso, – continua il consigliere regionale considerato  “amico di Putin”  – che la manifestazione pro-Europa, che ha messo insieme quelli con le bandiere della pace con quelli che incitano al riarmo, sia stata promossa proprio da un giornalista che appartiene a un giornale della famiglia Agnelli, direttamente coinvolta, come le altre case automobilistiche, nel business delle armi e nella riconversione dell’industria europea dell’auto in industria delle armi e della guerra dopo il fallimento dell’economia green?»

Valdegamberi si riferisce al giornalista Michele Serra, che ha promosso la manifestazione pro-Europa di sabato 15 marzo. Serra è noto per la sua collaborazione con il quotidiano “la Repubblica”, parte del Gruppo GEDI, controllato dalla famiglia Agnelli attraverso la holding Exor.

«Spendere 800 miliardi in armamenti, come vuole Forza Italia, Fratelli d’Italia e il Partito Democratico, significa sottrarli da altri settori: inutile continuare a bleffare, dicendo che non incideranno sulla spesa sociale. Lo stesso ministro delle Finanze, Giorgetti, ha lanciato un allarme. Una nuova spesa o la copri con nuove entrate (tasse), o con l’indebitamento (scaricando i costi al futuro), o con tagli dei capitoli di bilancio attuali.
Quando dovrete aspettare un anno per una visita sanitaria e quando non avrete i soldi per potervi curare, pensate che prima di voi, più importante di voi, per lo Stato c’è un carro armato o un nuovo missile. La vera guerra quotidiana la stiamo dichiarando ai nostri cittadini per salvare l’industria europea dopo il fallimento del green. Questa è la verità».

Cosa fare.
Riconvertire gli impianti in economia di guerra è pericoloso: quando i magazzini delle armi saranno pieni, occorrerà continuare a svuotarli per proseguire a produrre. Per fare questo servirà una guerra e un nemico immaginario come la Russia lo si trova sempre.
Ecco perché ho manifestato. Stiamo imboccando una strada molto pericolosa: non si risolleva l’economia con le armi.

Cosa dobbiamo fare? Agganciamoci all’accordo di pace USA-Russia, mettiamo in campo la diplomazia, riapriamo il mercato con la Russia, importiamo gas low cost abbassando le bollette e rimettendo in moto l’economia in questo modo. Non seguiamo le chimere guerrafondaie dei ‘volenterosi’ Inghilterra e Francia che hanno altri interessi, non certo quelli dell’Italia!» – conclude il putiniano Stefano Valdegamberi.

 

 

Copyright © 2025 | Il Nuovo Giornale | Tutti i diritti Riservati.