«Come chiarito da un’analisi dell’Anci Veneto, – afferma il sindaco Paolo Longhi – i significativi tagli ai trasferimenti statali, uniti all’aumento dei costi delle bollette, dei servizi, dei tassi sui mutui e delle materie prime, hanno già spinto negli anni passati circa la metà dei comuni veneti ad alzare l’aliquota dell’addizionale Irpef allo 0,80%.
L’altra metà – grosso modo – è in procinto di farlo quest’anno».
Tra i comuni che devono rivedere l’addizionale Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) c’è Legnago, uno dei pochi rimasti nella provincia di Verona allo 0,60%.
«Dopo un’attenta analisi nella costruzione del Bilancio di previsione – prosegue il Sindaco – ci siamo trovati di fronte a una scelta: ridurre le spese abbattendo i servizi o aumentare i costi degli stessi, adeguando l’addizionale Irpef. Abbiamo ritenuto che l’adeguamento fosse la scelta più giusta, sebbene dolorosa, anche considerando che il nostro comune ha una soglia di esenzione di 15mila euro, tra le più alte della provincia. L’aumento dei costi per i servizi, come le rette degli asili o le spese per le pratiche edilizie, avrebbe gravato uniformemente su tutti i cittadini, compresi quelli meno abbienti».
A suffragare le parole del primo cittadino interviene l’assessore al Bilancio, Daniela De Grandis: «Oltre alla necessità di gestire meglio gli oneri di urbanizzazione per la manutenzione ordinaria e straordinaria, è emerso, dopo aver dialogato con il nostro gruppo, l’obiettivo di garantire una capacità di spesa che risponda alle diverse esigenze della comunità. Questo ci consentirà, nel prosieguo, di valutare eventualmente la necessità di contrattare un mutuo per il restauro del pilone deteriorato di Ponte Principe Umberto».
Nel territorio della Pianura veronese, negli scorsi anni diversi comuni dei dintorni hanno già adottato l’aliquota Irpef dello 0,80%, tra cui Angiari, Casaleone, Cerea, Cologna Veneta, Minerbe, Pressana, Sanguinetto, San Pietro di Morubio, Villa Bartolomea e Bovolone.
Rimangono sotto questa manovra, Bonavigo con lo 0,73 e soglia di esenzione per redditi imponibili fino a 8500 euro, Boschi con lo 0,65 e soglia di esenzione fino a 12.000 euro, e Oppeano con lo 0,70%.
Considerando che la media del reddito imponibile in Veneto si attesta attorno ai 23.385 euro, l’aumento previsto dal comune di Legnago avrà un impatto sui cittadini di circa 46 euro all’anno.
L’intervento
Per conto delle minoranze, Legnago Futura avverte già che intende riprendere la questione nel prossimo consiglio comunale.
«Longhi è il primo sindaco dall’era della giunta Rettondini ad aumentare le tasse a Legnago. – ha commentato Diego Porfido – Per il 2025 questa Amministrazione ha deciso di innalzare l’addizionale comunale Irpef, che colpirà tutti i percettori di reddito.
Ci si può chiedere – conclude Porfido – se la motivazione reale sia quella esposta dal sindaco o se ci sia invece la necessità di far fronte alle numerose promesse fatte durante la campagna elettorale. Questo primo bilancio comunale sotto la gestione di Longhi non inizia sotto i migliori auspici».
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